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Azienda Ospedaliera, visite ed chirurgia ai livelli pre-covid. Ma il bilancio preoccupa

Preoccupano i bilanci, con l'86% del disavanzo che deriva dai costi covid. Sulle liste d'attesa azioni per razionalizzare la domanda. Sono 33 i dipendenti che restano sospesi

Ieri pomeriggio i vertici dell'Azienda Ospedaliero-Universiaria di Modena hanno incontrato la stampa locale per fare il punto su più fronti, anche alla luce dell'insediamento del dott. Ottavio Nicastro come nuovo Direttore Sanitario dell'azienda. Insieme a lui il Direttore Generale Claudio Vagnini e il Direttore Amministrativo Lorenzo Broccoli, con i quali si è parlato di temi che riguardano molto da vicino i modenesi nel loro stretto rapporto con i due ospedali cittadini e con i servizi che ruotano intorno ad essi.

Bilanci in rosso e risparmio energetico

Inevitabile partire dal tema del bilancio dell'Azienda, che - al pari di quello di quasi tutte le realtà nazionali - paga pesantemente lo scotto della pandemia. I conti sono in rosso, questo è noto, ma sulle cifre esatte occorre attendere. Come ha spiegato il Direttore Broccoli, con l'emergenza covid si è fatto molto serrato in confronto con la Regione sulle questioni di bilancio, con verifiche bimestrali sull'andamento dei conti. 

"Si conferma una situazione di criticità, con un disavanzo importante - evidenzia subito Broccoli - seppur in lieve miglioramento su giugno". Il riferimento è ad un pre-consuntivo presentato ad agosto. L'Aou, come detto, paga pesantemente l'arrivo della pandemia e il calcolo effettuato mostra con chiarezza come ben l'86% del disavanzo sia imputabile a costi maggiori legati al coronavirus. Il grande tema è quello dell'intervento dello Stato per il riconoscimento di questi costi aggiuntivi, che ovviamente dipende e dipenderà da dinamiche nazionali che al momento sfuggono alle previsioni.

A questo si aggiunge anche per gli ospedali il tema non indifferente dei costi energetici. L'Aou sta subendo un incremento delle spese per luce e gas che si stima nel 166% in più rispetto al 2021. Per questo anche l'Azienda sarà chiamata ad un piano di razionalizzazione dei consumi: non sarà intaccata l'attività prettamente sanitaria nelle degenze e nelle sale operatorie, ma saranno prese in considerazione riduzioni sull'illuminazione e la climatizzazione in quei settori non interessati da attività sanitarie.

Altro tema è quello dei contratti di fornitura di beni e servizi, che rappresentano una fetta importante per il bilancio di una struttura così complessa. Il Direttore Amministrativo ha si stanno prendendo in considerazioni le revisioni dei contratti con i fornitori - che stanno incrementando i costi un po' in ciascun settore - nel rispetto delle regole vigenti. Un tema delicato per tante aziende, ma che vede l'Aou impegnata nella priorità di dover mantenere forniture costanti senza mettere a rischio il funzionamento della propria macchina.

Dipendenti sospesi e reintegrati

Passato in secondo piano negli ultimi mesi estivi, per le aziende sanitarie resta il problema dei dipendenti sospesi causa inadempienza agli obblighi vaccinali. Per l'Azienda Ospedaliero-Universitaria questo tema continua ad esistere, sebbene in numeri piuttosto ridotti. Ad oggi sono 33 i dipendenti sospesi, di cui 7 appartengono alle aree amministrative. 

Attualmente non risultano all'Azienda ricorsi presentati dai dipendenti sospesi, ma questi si sono limitati in alcuni casi a lettere di diffida inviate dagli avvocati. Negli ultimi tempi sono stati reintegrati 35 lavoratori: 23 operatori sanitari che hanno deciso di vaccinarsi e 12 fra tecnici e amministrativi. Per queste ultime figure è stato possibile il rientro al lavoro anche senza il ciclo vaccinale, in base alle nuove interpretazioni di legge che prevedono la possibilità di continuare a lavorare in settori che non comportano un contatto con i pazienti.

Un reintegro avvenuto in questi casi "mal volentieri". La politica aziendale, come ha ribadito Broccoli, è "che i nostri dipendenti che lavorano all'interno di una struttura ospedaliera, siano sanitari o amministrativi, devono essere vaccinati".

Liste di attesa, bilanciare domanda e offerta

Un altro tema di rilevanza per l'Azienda e per la popolazione è quello delle liste d'attesa per esami, specialistica ambulatoriale ed attività chirurgiche, da tempo al centro di polemiche per l'allungamento dei tempi.Su questo tema il dott. Nicastro ha spiegato: "Abbiamo ripristinato la quasi totalità delle prestazioni di specialistica ambulatoriale sull'offerta del 2019. Anzi, abbiamo quasi una missione nel dare supporto all'Ausl su questo tema". Tra le aree potenziate quelle di gastroenterologia, dermatologia e chirurgia cardiovascolare.

Anche l'attività chirurgica ha visto un "pieno ripristino", ma il pregresso degli anni covid è pesante. "Stiamo lavorando su strategie organizzative - ha garantito Nicastro - Possiamo sempre dire che è garantita l'effettuazione degli interventi classe A nel rispetto dei tempi. Ed è stato così anche nel periodo covid. Per ultimo trimestre stiamo preparando un piano straordinario per il recupero delle liste attesa, con potenziamento attività chirurgica". L'Aou sconta anche il problema strutturale degli spazi del Policlinico, che viene parzialmente compensato con la struttura di Baggiovara e con interventi svolti dalle equipe chirurgiche anche negli ospedali Ausl della provincia.

Ma il tema dell'offerta di prestazioni non può essere preso in considerazione svincolato da quello della domanda. E su questo i vertici dell'Aou hanno insistito, puntando i riflettori sul tema dell'appropriatezza delle prescrizioni di visite ed esami. "C'è l'impegno nell'aumentare offerta di prestazioni - ha spiega il Direttore Sanitario - ma non può venire meno una cultura generale di appropriatezza della domanda. Le risorse non vanno sprecate".

Ecco perchè l'Azienda ha iniziato riflessioni a 360 gradi con tutti gli attori coinvolti sul territorio, per razionalizzare in qualche modo la domanda e poter tarare l'offerta su esigenze più corrette. Come ha sottolineato lo stesso Vagnini, l'esperienza ha dimostrato che all'aumentare dell'offerta aumenta automaticamente la domanda di prestazioni. Occorre quindi una riflessione sul "superfluo", anche alla luce del fatto che negli anni il ricorso a prestazioni specialistiche è aumentato costantemente. Ecco il perchè di una operazione culturale che punti a evitare un collasso del sistema sanitario pubblico.

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