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Sanità modenese, il buco dei bianci a fine anno sale a 118,5 milioni

Approvati i bilanci preventivi di Ausl e Aou. In regione una voragine da 880 milioni, ma la Giunta ha già pronto un piano, tra accantonamenti degli esercizi precedenti e "compensazioni economiche e una stretta gestionale delle singole aziende"

Sono e saranno tempi sempre più difficili per la sanità pubblica locale. Lo certificano una volta di più i bilanci preventivi delle Aziende sanitarie, approvati martedì 8 novembre dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena

Nella seduta di martedì 8 novembre della Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena sono stati presentati e approvati i bilanci preventivi delle due aziende sanitarie modenesi. Una congiuntura non favorevole per la sanità che, come nel resto della regione e del paese, fa registrare dei disavanzi da attribuire in massima parte ai costi covid non rimborsati e all’aumento delle spese per l’energia. Sommando i due bilanci, si registra un disavanzo di circa 118,5 milioni di euro, che sono rappresentati da due voci ben distinte e definibili: da un lato i costi superiori alle medie sostenuti per fronteggiare la pandemia, dall'altro gli aumenti delle bollette energetiche.

L'azienda Ausl

Il bilancio preventivo dell'Azienda USL di Modena per il 2022 si presenta in disavanzo di circa 76 milioni di euro. Come previsto, impattano notevolmente sulla struttura dei costi il caro energia, che fa registrare un incremento complessivo di quasi 18 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, e i costi covid, che continuano ad avere una dimensione importante, pari al 56% del disavanzo stesso. L’Azienda sanitaria continua ad investire risorse, in parte finanziate con decreti emergenziali, con l’obiettivo di recuperare la produttività pre-pandemia in termini di volumi di prestazioni in ambito di specialistica ambulatoriale e di chirurgia programmata.

Fondamentale l’apporto dell’Ospedale di Sassuolo Spa, rispetto al quale l’Ausl incrementa la committenza di prestazioni sia di degenza che di specialistica, sempre con l’obiettivo di garantire il governo dei tempi d’attesa. Per lo stesso fine rimane pienamente confermato l’accordo di fornitura con l’Azienda Ospedaliero - Universitaria.  

Risultano in incremento, anche se contenuto, gli ulteriori costi legati alla farmaceutica ospedaliera e ai beni sanitari in genere, coerentemente comunque alla ripresa progressiva delle attività nelle strutture ospedaliere, secondo standard di produzione pre-covid. Sul fronte dei ricavi, si registra un incremento relativo all’erogazione di prestazioni sanitarie e da libera professione, e un miglioramento della mobilità attiva, che compensa però solo in parte i minori finanziamenti e contributi specifici che hanno caratterizzato l’anno 2021.

“La sanità vive una fase di ulteriore difficoltà dopo quella legata alla pandemia: la difficoltà economica. Il disavanzo potenziale è principalmente composto dai costi covid, non rimborsati dal livello centrale, e dal triplicare delle spese energetiche. Non possiamo permetterci di arretrare sui servizi – commenta la DG Ausl Anna Maria Petrini –, vogliamo continuare a garantire ai nostri cittadini la buona sanità che a Modena non è mai venuta meno”.

L'’Azienda Ospedaliero-Universitaria

"Il nostro sistema sanitario procede in una direzione di lenta metabolizzazione della pandemia, rispetto alla permanenza di persone ricoverate e a un impatto che comunque il covid continua ad avere sull’attività sanitaria", rileva Claudio Vagnini, DG dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena prima di procedere all’illustrazione del bilancio di previsione 2022, che AOU adotta con un disavanzo stimato di 42,5 milioni di euro. Di questi, l’81% è dovuto a costi Covid non rimborsati, mentre la differenza è conseguente al progressivo incremento dei costi energetici, passati in poco tempo dai 5 milioni di euro del 2021 ai poco più di 13 milioni di euro stimati nel preventivo. La presenza di impianti di cogenerazione e trigenerazione nelle due strutture ospedaliere ha comunque consentito di alleviare l’impatto di questo fattore sui conti. 

Al netto dei due elementi di criticità, la gestione evidenzia un buon andamento della produzione, con un aumento delle prestazioni sanitarie sia per pazienti modenesi, sia per pazienti della regione o di altre regioni, e un andamento dei costi in linea con la maggiore attività, per rispondere all’obiettivo di contenere i tempi d’attesa per visite e prestazioni chirurgiche. “Occorre difendere la nostra sanità provinciale – osserva in conclusione Vagnini – per mantenere un livello e una qualità di servizi che ci caratterizzano a livello non solo regionale ma nazionale”.  

Il quadro regionale

Con uno sforzo da 880 milioni di euro l

Oggi la Regione Emilia-Romagna ha annunciato che riuscirà a chiudere in pareggio anche nel 2022 il bilancio della sanità regionale. Anche se le modalità con cui questa voragine verrà riempita non sono del tutto chiare. Secondo le stime delle Ausl emiliano-romagnole, per chiudere in equilibrio il bilancio regionale serviranno complessivamente 880 milioni, di cui 500 milioni sono già stati individuati dalla Regione utilizzando accantonamenti, residui di bilancio, fondi resi disponibili tramite diversi decreti governativi, nuove risorse in entrata. Il resto sarà recuperato "entro la fine dell'anno- afferma la Regione- con una serie di misure già programmate in ambito nazionale e regionale sul fronte delle compensazioni economiche, oltre che da una stretta gestionale delle singole aziende". 

A fare il punto sono gli assessori regionali alla Sanità e al Bilancio, Raffaele Donini e Paolo Calvano, oggi in commissione in Regione. "Anche nel 2022 raggiungeremo il pareggio di bilancio- spiegano Calvano e Donini- attueremo una serie di interventi straordinari che ci consentiranno di recuperare i fondi necessari". Ma, avvertono gli assessori, "sia chiaro che non può continuare così. E' il terzo anno consecutivo che interveniamo, con le nostre risorse, per far fronte ai mancati ristori del Governo, che non coprono le spese straordinarie sostenute per contrastare la pandemia. Spese cui si è aggiunto l'aumento del costo dell'energia, per il quale non è previsto ristoro. In tre anni la Regione Emilia-Romagna ha speso un miliardo in più per fronteggiare la pandemia". Al Governo Meloni, dunque, "chiediamo di intervenire con urgenza- mandano a dire Donini e Calvano- faccia intendere se crede nella sanità pubblica, perché nessuna Regione è in grado con le proprie forze di sostituirsi allo Stato. Noi vogliamo continuare a fare fino in fondo la nostra parte per sostenere e migliorare la nostra sanità pubblica, ma Governo e Parlamento devono fare la loro".

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