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Un anno fa il primo caso di covid nel modenese. Oggi a preoccupare è la variante inglese

Almeno il 40% dei casi attuali è dovuto alla variante che si trasmette più velocemente. Questo e altro nell'analisi del Direttore Generale dell'Ausl in questa non certo piacevole ricorrenza

Il 24 febbraio 2020 veniva registrato ufficialmente il primo caso di Covid-19 in provincia di Modena - quello del compianto Giorgio Grillenzioni, deceduto poi il 23 marzo - a distanza di poche ore dai primi casi della regione, quando ancora nessuno riusciva ad immaginare cosa sarebbe accaduto da lì ai 12 mesi successivi. La pandemia ha messo a dura prova la vita di tutti, sotto innumerevoli aspetti, e ha stravolto anche la sanità locale.

VIDEO | Un anno dal primo contagio, le impressioni e le speranze dei modenesi

Le Aziende sanitarie modenesi, al lavoro insieme sin dai primi giorni per fornire le prime risposte alla necessità di informare la popolazione sui rischi del contagio, hanno dovuto riorganizzare le proprie modalità di assistenza, arrivando a costruire nell’arco di questo anno un’articolata rete di servizi territoriali e ospedalieri che, a livello diagnostico, assistenziale e di sorveglianza, è stata capace di assicurare la presa in carico oltre 43mila persone positive e oltre 56mila contatti stretti. Se il picco, nella prima ondata, è stato riscontrato il 29 marzo con 425 ricoveri, nella seconda ondata, il 23 novembre, è stato di 472. Un picco, quello del novembre 2020, che ha fatto raggiungere e superare la quota di 13mila nuovi casi positivi mensili. Poco più di un mese dopo, il 27 dicembre 2020 si è aperta la campagna per la vaccinazione anti-covid 19, dando avvio a una nuova e altrettanto impegnativa fase della gestione della pandemia.

Il covid ha comportato una mole di lavoro enorme, con un impatto rilevante sul sistema sanitario pubblico sia in termini economici che organizzativi. Ma ancora più rilevanti sono le perdite sul piano umano: in 12 mesi, sono decedute 1390 (a ieri) persone positive al Covid. Rispetto ai valori di mortalità generale attesi, il numero di decessi osservati fa registrare un eccesso del 14,7% a livello provinciale.

"In coincidenza con questa ricorrenza, le Aziende sanitarie colgono l’occasione per ribadire la vicinanza a tutte le persone che hanno perso i propri cari. Vicinanza che va anche a coloro che si trovano ricoverati e che a causa delle misure restrittive non possono avere il conforto della propria famiglia. Un particolare ringraziamento invece, è rivolto a tutti i professionisti sanitari, tecnici e amministrativi che continuano ad assicurare impegno, competenza, passione e sensibilità nei confronti dei pazienti, insieme a loro, i tanti volontari dell’associazionismo locale, che non ha mai fatto mancare il proprio supporto. Oggi la sanità ha un nuovo e impegnativo fronte di attività: la campagna vaccinale che, accompagnata dal rigoroso rispetto delle misure di prevenzione, rappresenta la strada per uscire, insieme, da questa pandemia", spiegano Ausl e AOU.

Oggi lo stesso Direttore Generale dell'Ausl di Modena, Antonio Brambilla, ha fatto il punto della situazione, complimentandosi con i suoi collaboratori e con tutti i 5.000 dipendenti della "sua" azienda per la "capacità di riorganizzazione del sistema sanitario e della gestione di un evento che non si era mai verificato prima. Una gestione che Brambilla ha definito "estremamente efficiente", ripercorrendo la necessità di improvvisare legata ai primissimi giorni dell'emergenza e alle successive evoluzioni, fino ad una seconda ondata che nei numeri è stata ben più imponente della precedente.

"Vedere lo slancio da parte dei collaboratori è molto corroborante per cercare di trovare soluzioni nuove giorno per giorno", ha spiegato il Direttore, che ha vissuto in maniera anche personalmente drammatica l'epidemia, avendo perso un fratello e molti colleghi con i quali aveva lavorato nei precedenti incarichi in Lombardia, sua regione di origine.

Oggi lo scenario è molto cambiato rispetto ad un anno fa e la campagna vaccinale ha portato una speranza a lungo attesa, anche se i numeri non sempre danno sollievo. La risposta alla fase 1 della campagna vaccinale è stata ottima, con circa l'80% delpersonale sanitario vaccinato e con il 95% degli ospiti delle Cra, insieme al 92% degli operatori di queste ultime.

I laboratori modenesi in questi giorni sono però impegnati anche nei campionamenti dei casi rilevati sul territorio, con l'obiettivo di stimare la presenza delle cosidette varianti del virus Sars-CoV-2. La preoccupazione è concreta, stando ai primi dati: su piccoli numeri i campionamenti hanno evidenziato un 40% della cosiddetta variante inglese, che si trasmette con maggiore velocità. I vaccini sono in grado di coprire anche questavariante, ma l'incremento dei casi di positività di quest'ultima settimana genera chiaramente non poche apprensioni, in primis per il sistema sanitario e in particolare per l'attività di sorveglianza.

Per lo stesso Direttore Generale trarre un bilancio di un anno di pandemia non è facile - troppi gli aspetti da considerare e costante l'evoluzione della situazione - ma Brambilla ha provato a focalizzare l'attenzione su alcuni elementi chiave per il rafforzamento della risposta che la sanità pubblica potrà fornire in future crisi. Si parte dalla necessità di "lavorare e migliorare i sistemi di sicurezza per la trasmissione di agenti patogeni all'interno delle strutture sanitarie. Negli ospedali come nelle Cra, dove c'è un problema. Là dove vi sono state misure di sicurezza stringenti, come nelle Terapie Intensive, vi sono state minori infezioni anche tra il personale. Dobbiamo pensare che queste condizioni dovranno essere mantenute sempre in futuro", ha spiega Brambilla. Altro apsewtto importante è per il Direttore quello del contact tracing, che rappresenta una sfida organizzativa non da poco e che ha creato sicuramente non poche difficoltà ai cittadini, di fronte all'elevata mole di lavoro che viene gestita da un personale troppo ridotto. Ma Brambilla ha insisto anche sull'importanza di far comprendere ai cittadini stessi come sia importante fornire informazioni dettagliate: "Spesso troviamo resistenze da parte dei pazienti, soprattutto nei giovani, tra chi non vuole segnalare contatti con amici o famigliari magari per non metterli in difficoltà".

C'è poi un complesso discorso relativo alla telemedicina, all'assistenza domiciliare e soprattutto all'organizzazione della rete di cura sul territorio. Brambilla ha messo in evidenza il ruolo dei medici di base, oggi parte attiva anche nella campagna vaccinale non appena arriveranno le dosi, ndr). "Oggi occorrono cambiamenti normativi profondi per normare il rapporto tra Sanità Pubblica e medici di famiglia, che fanno riferimento a regole obsolete e non più adeguate. Si possono studiare le strade di un rapporto di dipendenza o una sorta di accreditamento per definire regole, modello organizzativo e condizioni di sicurezza. L'attività di questi professionisti non può essere lasciata ad accordi locali".

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