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Caprette allo stato brado, lasciano Modena per la fattoria

Da mercoledì 18 settembre saranno accolte in strutture della Rete degli animali liberi le 15 caprette trovate nella zona nord della città. Pur sane, non possono entrare in aziende agricole

Lasceranno Modena mercoledì 18 settembre le caprette che da alcuni mesi, accudite anche con la collaborazione della Polizia municipale, si trovano nella zona di via Cavo Argine dove è stato approntato un recinto per poterle controllare meglio.

 Il loro destino pareva essere quello dell’abbattimento, dopo che le autorità sanitarie avevano valutato che non potessero più rimanere allo stato brado nell’area a nord della città.

Ora grazie alla collaborazione dell’associazione “Vitadacani onlus”, gli animali verranno collocati in diverse fattorie che fanno parte della Rete dei Santuari degli animali liberi e che si trovano in varie zone d’Italia.

Le 15 caprette sono sane, ma non sono utilizzabili a fini produttivi o per l’alimentazione. Il primo nucleo di capre, infatti, è cresciuto libero nell’area della discarica e senza le necessarie tutele sanitarie.

Il percorso attuato per evitare l’abbattimento ha previsto l’applicazione della marca auricolare agli animali, prelievi e analisi per gli accertamenti sanitari, la realizzazione del recinto per garantirne il controllo e, persino, l’assegnazione al Comune di un codice per l’allevamento in modo da poter organizzare il trasferimento nelle strutture attrezzate per ospitare animali da allevamento che non possono entrare in aziende agricole.

Nei giorni scorsi la giunta ha approvato una delibera, su proposta dell’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, con la quale si assegna un contributo di 3 mila euro all’associazione “Vitadacani onlus” per il trasporto degli animali. Alcune delle caprette troveranno casa in Friuli, altre a Lucca, in provincia di Genova, a Vigevano, a Budrio e a Correggio e una verrà collocata a Mirandola.

Al progetto hanno collaborato alcuni settori del Comune (dall’ufficio Benessere animale alla Polizia di prossimità, fino alle Politiche sociali e sanitarie) oltre che gli esperti del centro fauna selvatica del Pettirosso.

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