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Modena, una Carta dei diritti dei lavoratori della cultura e dello spettacolo

Ok unanime del Consiglio comunale all’ordine del giorno di Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) che invita a promuovere una regolamentazione concordata

Promuovere una Carta dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della cultura e dello spettacolo. È l’invito espresso dal Consiglio comunale di Modena che, nella seduta di giovedì 21 ottobre, ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno proposto da Camilla Scarpa (Sinistra per Modena, con le firme anche di Pd e Modena civica) ed emendato su richiesta di Enrica Manenti (Movimento 5 stelle).

Il documento invita l’Amministrazione comunale a promuovere un percorso per produrre una regolamentazione, concordata con le organizzazione sindacali, per garantire diritti e tutele anche nel settore della cultura nel quale, come evidenziato nelle premesse, esiste un problema di riconoscimento di ruolo, funzioni e diritti ed è frequente il ricorso a contratti precari e discontinui e al lavoro gratuito o sottopagato, e che, inoltre, è uno dei settori che ha maggiormente subito gli effetti della crisi economica e sociale generata dalla pandemia.

Gli obiettivi della Carta dei diritti, specifica l’ordine del giorno, dovrebbero essere il contrasto al lavoro irregolare, l’applicazione dei Contratti collettivi nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e rappresentative, la tutela negli appalti e negli affidamenti pubblici; il riconoscimento ai lavoratori autonomi dei minimi contrattuali e di tutele specifiche, l’applicazione di buone pratiche contrattuali. Accogliendo l’emendamento, l’ordine del giorno invita, inoltre, l’Amministrazione a porre la massima attenzione alle tutele nell’affidamento di incarichi e nelle gare di appalto e a verificare che nelle collaborazioni con il volontariato sia rigorosamente rispettata la funzione di sussidiarietà del volontariato stesso, “che non si tratti, cioè – come ha sottolineato la consigliera Manenti – di sostituzione di personale retribuito e che sia chiara la distinzione tra le attività dei volontari e le prestazioni professionali degli operatori coinvolti”.

Il documento, infine, invita anche l’amministrazione a predisporre un piano di monitoraggio del protocollo e a continuare a sollecitare in tutte le sedi istituzionali un maggiore finanziamento per il settore culturale.

Aprendo il dibattito, Irene Guadagnini (Pd) ha posto l’attenzione sulla confusione, “particolarmente lesiva, tra professionismo e non professionismo nel mondo dello spettacolo. Come amministrazione dobbiamo una risposta agli artisti e ai tecnici che operano in questo settore, non solo perché è giusto e tutela il lavoro ma anche per un’attenzione alla nostra realtà modenese, nella quale il lavoro dello spettacolo è cresciuto e ha assunto dimensioni non irrilevanti”. Ilaria Franchini ha ribadito come la pandemia abbia dimostrato “sia l’importanza della cultura nella vita di tutti, sia l’assenza completa di tutele per i professionisti dello spettacolo. L’ordine del giorno afferma il valore e l’importanza della cultura per la coesione sociale e per la creazione di benessere e di Pil”. Importante anche, per la consigliera, il richiamo alla necessità di sostenere le piccole realtà culturali, “importanti per la città e il territorio”.

Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha sottolineato come l’ordine del giorno affronti il tema “dal lato della tutela del lavoro e non solo economica, per quanto importante. Questo è un settore centrale nel nostro Paese: non possiamo non ritenerlo un’eccellenza e, quindi, dobbiamo essere attenti e mettere il focus sulle condizioni dei lavoratori”.

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