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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Neonato prematuro morto dopo soli 10 giorni, la mamma fa causa al Policlinico

La madre ha deciso di adire le vie legali, ritenendo che il decesso sia da imputare alla negligenza del personale medico e sanitario della Neonatologia. Il Policlinico non commenta, ma rassicura i cittadini sugli standard di sicurezza

Il dramma che ha colpito una famiglia modenese finisce davanti alla magistratura. Isabella Massamba, madre del piccolo Daniele, è intenzionzionata a dare battaglia per avere giustizia sulla morte del figlio, avvenuta dopo soli 10 giorni di vita nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Modena. Erano i primi giorni di febbraio 2018 e da allora la donna ha raccolto testimonianze e sostegno da parte dei propri legali ,intentando una causa contro l'ospedale modenese. Un procedimento che attualmente si trova in fase istruttoria.

Isabella Massamba non ha dubbi e imputa il decesso alla negligenza del personale ospedaliero: "Nel 2018 mio figlio Daniele è stato uno dei 3 bambini che ha contratto una infezione da Escherichia coli in una delle stanze della Neonatologia del Policlinico di Modena. La prima bambina, Emma è morta tre giorni prima che nascesse mio figlio: era stata trattata con antibiotici per settimane. Alla nascita, Daniele è stato messo nella stessa incubatrice di Emma, senza che la stanza fosse messa preventivamente in quarantena. Alla morte di mio figlio si è ammalata anche la compagna di stanza, una bimba di nome Sofia, che stava per andare a casa e invece si è ritrovata intubata. Per tre settimane ha combattuto tra la vita e la morte. Per fortuna si è poi salvata. Contemporaneamente, in una stanza vicina dello stesso reparto, è morta un’altra bambina. In poche settimane, dunque, tre bimbi morti e una bimba infettata gravemente. La quarantena e la pulizia accurata del reparto è stata fatta solo dopo la morte di mio figlio".

Accuse gravi, quelle lanciate dalla mamma, la quale in una lunga memoria non ha risparmiato critiche dure alla gestione della sicurezza all'interno del reparto ospedaliero, anche nel corso di una conferenza stampa in streaming che ha tenuto ieri.

L'avvocato Roberta Nigro, rappresentante dello Studio Legale Milano & Partner che difende la famiglia. ha spiegato: "Il nostro consulente esterno, medico legale, ha individuato quale “movente” della catena causale, l’infezione da Escherichia Coli che, seppur annidata in un quadro di lieve depressione cardiorespiratoria, favoriva il peggioramento delle condizioni del neonato, causandone il decesso. Invero, segnalo che sono gli stessi sanitari operanti all’interno dell’A.O.U. di Modena ad annotare quale causa di morte “sindrome da distress neonatale precipitata da un quadro di sepsi neonatale tardiva”. E’ stata depositata la bozza di consulenza tecnica d’ufficio che, a parere dello studio che rappresento, è oltremodo incongruente nonché contraddittoria rispetto a quelli che sono i reali accadimenti. Sono state, pertanto, già formulate osservazioni alla bozza da parte del nostro medico legale nonchè delle note scritte di risposta al medesimo elaborato nelle quali evidenziamo l’illogicità delle risultanze della medesima".

Come sempre avviene in questi casi, l’Azienda Ospedaliero-Universtaria di Modena non ha voluto pronunciarsi: "Non sta a noi sostituirci ai periti e al giudice – commenta il Direttore Generale Claudio Vagnini – e per questo motivo non consideriamo opportuno rispondere nel dettaglio attraverso i media a richieste e supposizioni che rientrano nell’ambito giudiziario”.

"Tuttavia, vorremmo rassicurare la cittadinanza sul fatto che in questi anni l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ha investito molto nella prevenzione delle infezioni nosocomiali, attraverso la formazione degli operatori, la sorveglianza e l’adozione di protocolli specifici finalizzati alla riduzione del rischio infettivo. Purtroppo, come noto, anche la più stretta osservanza di tutte le misure di prevenzione non è in grado di eliminare totalmente il rischio infettivo, ma unicamente di ridurlo o, in altri casi, di contenerlo. Ciò, ad esempio, è quanto si è verificato nell’unico caso di contagio accidentale da Covid verificatosi qualche tempo fa in un neonato, che si è risolto senza esiti e che, grazie alla pronta attivazione di tutte le misure di controllo e contenimento, non ha comunque coinvolto nessuno degli altri neonati in quel momento ricoverati", ha aggiunto l'Aou in una nota.

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