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Cerimonia in Duomo e in Piazza Grande per la beatificazione di Don Lenzini

Sabato 28 maggio, alle 16, in Piazza Grande a Modena, la celebrazione presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi

Sabato 28 maggio, alle 16, in Piazza Grande a Modena, il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, presiederà la Messa di beatificazione del venerabile servo di Dio don Luigi Lenzini, sacerdote e martire, ucciso in odio alla fede il 21 luglio a Crocette di Pavullo. Il martirio del servo di Dio don Luigi Lenzini è stato riconosciuto da papa Francesco il 27 ottobre 2020.

La cerimonia in Duomo e in piazza

La partecipazione alla celebrazione eucaristica, che inizierà sabato 28 maggio alle 16 in Piazza Grande a Modena, è aperta a tutti. Per accedere ai posti a sedere in Piazza Grande occorre munirsi di pass (che attesti la certezza di un posto libero in uno dei 6 settori in cui sarà divisa la piazza: A-B-C-D-E-F) e presentarsi ai punti di accesso dalle 14 e non oltre le 15.45: iniziata la celebrazione, i posti non occupati saranno considerati liberi e occupabili da chi si presenta senza pass. Non è invece consentita la partecipazione in piedi nei settori in cui sono state sistemate le sedie in Piazza Grande.

Sul pass si trova indicato un settore e un numero progressivo che attesta il numero seriale del pass e non un posto specifico nel settore. Oltre ai posti a sedere in Piazza Grande (nei 6 settori), sono disponibili 300 posti in Duomo con possibilità di partecipare alla celebrazione mediante l’ausilio di un maxischermo. L’accesso in Cattedrale è libero (ma è necessario esibire un pass per sedersi) fino ad esaurimento posti. In caso di maltempo, la celebrazione si svolgerà in Duomo e i pass che avranno la priorità sono quelli rilasciati per Piazza Grande.

Per procurarsi un pass e assicurarsi un posto a sedere si può inviare una e-mail a lenzinibeato@modena.chiesacattolica.it indicando nome e cognome e quanti posti si vuole riservare; presentarsi direttamente in Curia arcivescovile (rivolgersi a Francesco Arcaroli); presentarsi direttamente in Piazza Grande dalle 14 alle 15.30 di sabato 28 maggio e ritirare il pass (presso i punti di ingresso in Piazza Grande o del Duomo per i posti in Cattedrale). I pass verranno distribuiti fino ad esaurimento posti.

Per chi non riuscirà a sedere in Piazza Grande o in Duomo ci sarà la possibilità di seguire la celebrazione in diretta tv e streaming su TRC e TvQui.

L'omicidio di Don Lenzini, la complessa ricostruzione nella causa di beatificazione

Chi era don Lenzini, la sua storia

Luigi Lenzini nacque il 28 maggio 1881 a Fiumalbo, in diocesi di Modena, e ricevette il battesimo il 31 maggio successivo. Avvertita la vocazione al sacerdozio, compì gli studi nei seminari di Fiumalbo e di Modena e fu ordinato sacerdote il 19 marzo 1904. Svolse l’incarico pastorale di cappellano a Casinalbo e poi a Finale Emilia dove diede prova del suo coraggio nel difendere apertamente la fede dalle ideologie ispirate al materialismo, che avversavano la religione. Don Luigi Lenzini-2

Dal 1912 al 1938 fu parroco a Roncoscaglia, e poi a Montecuccolo. Dopo un breve tentativo di consacrarsi nella vita religiosa presso i Chierici Regolari Minori a Roma, tornò in diocesi dove fu incaricato dell’assistenza spirituale ai degenti nel sanatorio di Gaiato. Nel 1941 fu nominato parroco di Crocette, frazione del Comune di Pavullo nel Frignano, dove rimase fino alla morte.

Il suo ministero fu caratterizzato da sollecita e cordiale vicinanza ai fedeli, soprattutto ai giovani e ai malati, senza escludere chi si dichiarava lontano dalla fede. Dimostrò autentico spirito di povertà e soccorse chi era nell’indigenza.

Uomo di profonda spiritualità e di intensa preghiera, fu devotissimo dell’Eucaristia e ne volle fare il centro della vita parrocchiale, promuovendo l’adorazione comunitaria e componendo preghiere e riflessioni.

Durante la guerra si prodigò per aiutare le persone in difficoltà. Per quanto poté, offrì rifugio e aiuto a chiunque corresse pericolo o si trovasse nel bisogno, senza distinzioni di credo religioso o di fede politica, compresi alcuni giovani partigiani della sua parrocchia, tra i quali uno dei suoi futuri assassini.

Terminata la guerra, le diverse parti politiche che avevano combattuto unite la dittatura, si trovarono in contrasto sulla struttura da dare allo Stato. I comunisti perseguivano un progetto anticlericale e antireligioso che non fece presa sulle popolazioni montane, più docili agli insegnamenti della Chiesa. Svolsero quindi una campagna di denigrazione della religione, della Chiesa e della morale cristiana che consideravano ostacolo alla loro lotta per la presa del potere.

Lenzini costituiva un avversario pericoloso per il suo ascendente sulla popolazione e per il fervore con cui dal pulpito additava il Vangelo come unica regola di vita. Ripetute esplicite minacce non riuscirono a farlo tacere e pertanto si decise di ucciderlo. La notte del 21 luglio 1945 fu svegliato da alcuni individui con la falsa richiesta di andare ad amministrare i sacramenti ad un moribondo. Intuendo il pericolo, il Ven. Servo di Dio tentò una vana resistenza, ma i malviventi, penetrati nella canonica, lo trascinarono con loro in un vigneto dietro la chiesa dove lo seviziarono crudelmente e lo uccisero seppellendolo sul posto.

Dopo il ritrovamento del suo cadavere martoriato si celebrarono le esequie nella chiesa di Crocette con grande concorso di clero e di popolo. Nel 2002 i resti mortali vennero traslati dal cimitero comunale alla chiesa parrocchiale di Crocette.

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