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Vigili del fuoco, la Cisl lancia l'allarme: "Campagna estiva senza mezzi adeguati"

Preoccupa in particolare la dotazione di autopompe serbatoio, che sentono il peso degli anni e dei chilometri. Poi c'è il problema annoso dell'unica autoscala per l'intera provincia

"Alla viglia di un’estate che si annuncia rovente, i vigili del fuoco di Modena rischiano di dover fronteggiare senza mezzi adeguati sia gli incendi di bosco e vegetazione che i soccorsi ordinari. In particolare desta preoccupazione lo stato delle aps (autopompe serbatoio), i mezzi di primo intervento che trasportano un equipaggio di cinque unità, attrezzature e un quantitativo di acqua che varia da 1.600 a 4.200 litri". L’allarme è lanciato dal presidio modenese del sindacato Cisl dei vigili del fuoco.

«I vigili del fuoco modenesi, sia permanenti che volontari, si apprestano ad affrontare la campagna estiva con una grave situazione riguardante gli automezzi, nello specifico le aps – dichiara Fabrizio Alberghini, referente territoriale di Modena della Fns Cisl Emilia-Romagna - Va sottolineato che questi mezzi prestano soccorso anche in zone impervie, pertanto subiscono sollecitazioni meccaniche non paragonabili a quelle di un comune autocarro che circola per strada. In pratica 100 mila chilometri percorsi da questi mezzi equivalgono ai 400 mila km di un comune autocarro. In più hanno un’età oramai avanzata che li rende inaffidabili e costosi, con le riparazioni a carico del comando di Modena. Una loro eventuale rottura durante un intervento può compromettere quest’ultimo».

Per la Cisl bisognerebbe sostituire, nell’ordine, le  aps dei volontari di Pievepelago (datata 1999, 234 mila chilometri), quella di Frassinoro (datata 1996, 218 mila chilometri) e infine Finale Emilia (l’aps più vecchia del comando, datata 1995 con 154 mila chilometri). Anche la componente permanente non gode di buona salute avendo i distaccamenti di San Felice e Carpi mezzi del 2005 con rispettivamente 312 mila e 238 mila chilometri. L’unica aps di scorta che fa da jolly quando questi vanno fuori servizio è un Iveco Stralis del 2005 con 212 mila chilometri, giunto oramai a fine carriera, con costi altissimi di riparazione dovuti alle sempre più frequenti rotture. Alcuni di questi mezzi presentano addirittura segni di corrosione passante sul telaio e controtelaio dovuti alla ruggine.

«Se questi automezzi venissero “congedati” non si saprebbe come sostituirli, non essendo previste nuove assegnazioni – afferma Alberghini – Tra l’altro Modena è inspiegabilmente stata fornita di aps medio-piccole e tagliata fuori dalla fornitura delle aps più grandi, come le Man della Brescia Antincendio International, che sarebbero essenziali per distaccamenti come Carpi (1.500 interventi annui) e San Felice, che devono coprire distanze notevoli, sia tra loro che dalla sede centrale. Basti pensare che Carpi arriva nel Reggiano e San Felice nel Mantovano».

Le poche aps nuove non sono solo medio-piccole, ma anche di discutibile qualità. Il personale ha già riscontato diverse problematiche, come ad esempio sulla portiera posteriore di quella di Vignola. L’allarme ha reso necessaria una verifica dei mezzi dello stesso tipo e alla sospensione della loro operatività fino alla risoluzione del problema.

In più Modena è stato l’unico comando dei vigili del fuoco in Emilia-Romagna a fornire un aps all’Ucraina, nonostante in quel periodo avesse cinque mezzi momentaneamente fuori servizio e senza la previsione di una nuova assegnazione.

«Oltre alle aps, c’è anche il problema di affidabilità e rotture varie dei due trattori stradali per il traino dei semirimorchi – aggiunge il referente dei vigili del fuoco Cisl di Modena – Ogni volta che dobbiamo usarli non sappiamo se questi mezzi sono in grado di svolgere il loro lavoro, come ad esempio l’invio di moduli in caso di calamità a livello nazionale, oltre che la movimentazione dei veicoli che non riescono a circolare per strada per recarsi in officina nel rispetto delle basilari norme di sicurezza stradale».

Infine, ma non ultimo, la Cisl segnala che da diverso tempo al comando dei vigili del fuoco di Modena è in servizio una sola autoscala dislocata in centrale che deve coprire tutta la provincia, da San Martino Spino a Pievepelago. «La seconda autoscala è in uso in tutta l’Emilia-Romagna, a volte anche in altre regioni, per sopperire al fatto che chi di dovere non ne acquista e man mano che si rompono le autoscale non si provvede alla loro repentina riparazione, nonostante sia un mezzo strategico per il soccorso, al punto che può decidere le sorti dell’intervento essendo essenziale per evacuare edifici in fiamme – spiega Alberghini - A farne le spese è il comprensorio coperto dal distaccamento di Carpi che, come dicevamo, effettua 1.500 interventi all’anno, oltre che la Bassa Modenese in quanto questo mezzo andava in appoggio anche al distaccamento di San Felice. Un’ulteriore beffa per il comando è dato dal fatto che quando questo mezzo rientra ci rimane pochi giorni, se non ore, mentre eventuali anomalie sono a carico del comando di Modena. Quindi – conclude Fabrizio Alberghini, referente territoriale di Modena della Fns Cisl Emilia-Romagna - oltre a non avere l’autoscala sempre disponibile, dobbiamo pure ripararla quando subisce rotture e guasti».

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