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La proposta del sindacato, "Un’accademia per formare addetti lavorazione carni"

La Cisl s fa promotrice di un'idea sull'esempio di quanto già avviene per i settori dell'edilizia e della ceramica

Un’accademia per la lavorazione carni capace di formare nuove competenze e professionalità al servizio di un settore che in provincia di Modena conta 180 imprese e oltre 5 mila addetti. La proposta arriva dalla Fai Cisl Emilia Centrale, il sindacato dei lavoratori agricoli, agroindustriali e alimentaristi che ha celebrato ieri il suo congresso.

"A Modena abbiamo da anni una scuola edile per le costruzioni e un ente di formazione (Cerform) per il settore ceramico – osserva Daniele Donnarumma, confermato segretario generale della Fai Cisl Emilia Centrale (con lui in segreteria Antonella Di Tella e Daniele Sozzi) – Riteniamo che sarebbe molto utile creare una struttura formativa collocata nel cuore del distretto per la lavorazione delle carni coinvolgendo le aziende e le istituzioni. Potrebbe diventare un punto di riferimento per azioni finalizzate alla formazione di nuove competenze e figure professionali, monitoraggio del comparto, promozione delle eccellenze del territorio, diffusione di innovazione e tecnologia, garanzia di sicurezza del lavoro e salubrità dei prodotti alimentari".

Secondo la Cisl una struttura di questo tipo favorirebbe il riconoscimento politico-economico della natura distrettuale di un comparto che tra Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Spilamberto e Vignola ha una concentrazione e specializzazione uniche in Italia, con una struttura produttiva simile a quella distrettuale, caratterizzata dalla presenza di piccole e piccolissime imprese contoterziste a servizio della filiera. Basti sapere che ogni giorno oltre 200 camion provenienti dal nord Europa entrano nel territorio con carni pronte per essere lavorate.

"La natura distrettuale del comparto lavorazione carni – afferma Donnarumma - non è stata, a nostro avviso, oggetto di attenta analisi e riflessione, come è invece accaduto per altri distretti, dalla ceramica al tessile-abbigliamento al biomedicale. Il settore viene spesso associato al panorama eterogeneo dell’industria agroalimentare. Il risultato è una scarsa definizione delle sue caratteristiche peculiari, una limitata visibilità sia all’interno che all’esterno del territorio. Il comparto delle carni merita, invece, di essere contraddistinto come vero e proprio distretto per la forte presenza di imprese impegnate in lavorazioni altamente specialistiche e strettamente legate le une alle altre da logiche di filiera e di rete produttiva. Occorre, dunque, agire sul fronte dell’identità e appartenenza al contesto locale per far sì che cittadini e imprese – conclude il segretario generale della Fai Cisl Emilia Centrale - si sentano parte di un territorio a forte caratterizzazione distrettuale e si riconoscano in esso, con tutto quello che ne consegue".

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