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Efficienza della pubblica amministrazione, il Comune di Modena al 19esimo posto

L'indagine svolta dall'Osservatorio sui conti pubblici dell'Università Cattolica evidenzia per il nostro capoluogo una spesa inferiore agli standard di riferimento e un'offerta di servizi superiore del 22% alla media

Un dato interessante, anche se abbastanza complesso, giunge da un documento pubblicato in queste ore dall'Osservatorio sui conti pubblici dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L'istituo ha preso in esame e rielaborato alcuni dati emersi nello studio sui fabbisogni standard dei comuni italiani (i capoluoghi di provincia superiori a 80mila abitanti), riferiti all'anno 2016, tracciando così una classifica dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni.

In questa graduatoria la città di Modena si piazza al 19esimo posto, nella parte medioalta dlla classifica, con numeri positivi sulla maggior parte degli indicatori utilizzati per compilare il risultato finale. Il punteggio vede Modena aggiudicarsi un indicatore di efficienza di 25,25 punti percentuali sopra il valore di riferimento standard, frutto di una spesa che è di 3,12 punti percentuali più bassa di quella di riferimento e un'offerta di servizi superiore del 22,12% a quanto atteso.

La classifica utilizza un indicatore di efficienza basato sul confronto tra un indicatore di spesa e un indicatore di offerta di servizi. L’indicatore di spesa ci dice di quanto la spesa di un comune differisce dalla spesa “standard” (o fabbisogno standard) che un comune con certe caratteristiche dovrebbe avere. L’osservazione di una spesa superiore allo standard non indica necessariamente una inefficienza. La spesa potrebbe essere maggiore dello standard perché il comune offre una maggiore quantità di servizi. È per questo che, per misurare il grado di efficienza, occorre confrontare se un eccesso della spesa rispetto allo standard può essere spiegato dall’indicatore di offerta, che invece misura quanto la quantità offerta di servizi differisce dalla media.

Questo confronto, tra indicatore di spesa e indicatore di offerta, viene effettuato per sei funzioni svolte dai comuni: la viabilità ed il territorio, l’istruzione pubblica (inclusi gli asili nido), le funzioni generali di amministrazione e controllo (es. gestione del personale comunale), le funzioni di polizia locale, i servizi inerenti al settore sociale a carico dei comuni (es. strutture residenziali di ricovero per anziani) e lo smaltimento rifiuti.  L’indicatore di efficienza complessiva è calcolato come media ponderata dei sei indicatori, con pesi che riflettono la quota, rispetto al fabbisogno standard totale, di ogni funzione di spesa. Gli aspetti presi im comsiderazione sono: Amministrazione, Polizia Locale, Istruzione Pubblica, Viabilità e Territorio, Smaltimento rifiuti e Settore Sociale.

Anche la quantità offerta viene misurata sulla base di alcuni output specifici. Per esempio, per la funzione di smaltimento rifiuti l’indice di quantità misura è basato sulla percentuale di raccolta di rifiuti differenziata rispetto al totale dei rifiuti urbani. Per altre materie la Polizia Locale il calcolo è più complesso perché è basato su una serie di micro-output come ad esempio le sanzioni elevate per le violazioni del Codice della Strada, i fermi e sequestri amministrativi e la rimozione dei veicoli che vengono ponderati ciascuno secondo diversi pesi. La quantità offerta per ogni comune viene poi confrontata con la media offerta dai comuni nella fascia di popolazione di appartenenza. Questo al fine di comparare comuni con una capacità di fornire i servizi strutturalmente simile.

Infine, l’indice di efficienza comunale è semplicemente la differenza tra indicatore di spesa e indicatore di offerta:

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