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Benessere degli animali nelle città, Modena strappa il terzo posto nazionale

La classifica di Legambiente premia il capoluogo geminiano, anche se nel complesso sorgono critiche all'interno quadro nazionale

Performance per lo più fallimentari, ancora una volta disomogenee a livello nazionale, spesso inefficaci nel rispondere alle sfide che investono i territori e la loro vivibilità: nell'anno della pandemia, l'attenzione e la cura della pubblica amministrazione per gli animali risultano ancora insufficienti e inadeguate a garantire il benessere nei centri urbani. È quanto emerge dal X rapporto nazionale animali in città elaborato da Legambiente con il patrocinio di Ministero della Salute, Anci, Conferenza delle regioni e delle province autonome, Enci, Fnovi, Anmvi e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e presentato simbolicamente oggi nel giorno di Sant'Antonio Abate, protettore degli animali domestici.

All'indagine di Legambiente hanno risposto in modo completo 656 amministrazioni comunali (l'8,3% del campione contattato), tra cui il 50% dei Comuni capoluogo, e 50 aziende sanitarie (il 44,6% del campione). Quattro le macroaree di valutazione delle performance: quadro delle regole (regolamenti comunali e/o ordinanze sindacali), risorse impegnate e risultati ottenuti, organizzazione delle strutture e servizi al cittadino e infini i controlli. 

Quasi la metà (il 47,4%) delle amministrazioni comunali rispondenti dichiara di avere attivato un ufficio o un servizio dedicato agli animali, oltre i tre quarti (il 76%) delle aziende sanitarie di avere almeno un canile sanitario e/o un ufficio di igiene urbana veterinaria: ciononostante, poco meno di un Comune su 13 (il 7,8%) raggiunge una performance almeno sufficiente, più di quattro su cinque aziende sanitarie (l'82%) si attestano sui medesimi livelli. Il resto del campione contattato in larga parte non risponde o registra performance valutate da insufficienti a pessime. Le migliori performance si registrano a Prato, Verona e Modena, rispettivamente al primo, secondo e terzo posto della classifica riguardante i Comuni, nell'Ats Brescia, Ats della Montagna e Asl Vercelli per quanto concerne, invece, le aziende sanitarie.

Modena ha ottenuto una valutazione complessiva di 49,45 punti su 107. Per quanto riguarda il quadro delle regole la posizione in classifica è la settima, così come per l'organizzazione dei servizi. Sesto posto invece nel campo dei controlli. Nota più dolente riguarda il rapporto tra risorse investite e risultati, con un 115 posto.

Anche in questa edizione l'associazione premia, in parallelo, quelle realtà virtuose che si sono distinte nell'offerta di servizi e in azioni dedicate alla prevenzione e alla migliore convivenza con gli animali d'affezione, padronali o selvatici in città. Per il 2020 l'indagine evidenzia le disparità tra Nord e Sud e il permanere di problematiche che, complice la crisi sanitaria e socio-economica, rischiano di acuirsi: un'Italia indietro sulle sterilizzazioni di cani e gatti, dove persiste la piaga dei cani vaganti che rappresentano il maggior costo per la collettività, manchevole nell'attuare regolamenti che favorirebbero una più armonica e sicura convivenza con gli animali, con uno scarso livello di conoscenza della biodiversità animale che sempre più spesso abita i territori urbanizzati. Ancora una volta, insomma, un Paese che non agisce come dovrebbe sul fronte fondamentale della prevenzione. Di contro, nell'anno della pandemia, si registra in positivo un aumento significativo del numero delle adozioni dei gatti.

 "Prendersi cura di persone e animali è prendersi cura del pianeta e del benessere di tutti- dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente- Il nostro rapporto focalizza l'attenzione sui dati di Comuni e Aziende sanitarie relativi ai servizi e alle esigenze nel vivere la relazione con gli animali d'affezione e da compagnia che riguarda oltre 30 milioni di italiani. Esigenze che, se rimangono disattese, possono causare costi sanitari e sociali importanti. C'è tanto da fare, ma le esperienze migliori citate nel nostro rapporto dimostrano che è possibile, compiendo i giusti passi. Legambiente avanza quindi sei proposte concrete e misurabili affinché l'importanza dell'approccio One Health trovi concreta attuazione, anche attraverso la cura del benessere animale. Dall'anagrafe unica nazionale per tutti gli animali d'affezione o da compagnia ai patti di comunità per la tutela e la cura degli animali; dal potenziamento del servizio pubblico, con nuovo personale e maggiori strutture fino alla realizzazione di aree e servizi dedicati nelle aree urbane; infine, ma non meno importante, la valorizzazione del ruolo del volontariato". "Il tema della relazione con gli animali, a partire da quelli d'affezione o da compagnia, è tanto urgente quanto centrale e strettamente correlato al vero benessere umano e al recupero dell'equilibrio nelle relazioni tra uomo e ambiente, ancor più all'affacciarsi di un'era pandemica che vede aumentare crisi sanitarie e disagio socio-economico tra la popolazione- dichiara Antonino Morabito, responsabile nazionale Cites, Fauna e Benessere animale di Legambiente- animali in Città conferma l'urgenza di una rinnovata visione e di una strategia condivise tra i diversi attori istituzionali e sociali responsabili di tali aspetti, per superare le criticità che vedono involontari protagonisti i nostri amici animali e richiedono di agire in sinergia sui territori, mettendo in atto i non più procrastinabili interventi di prevenzione del randagismo e miglioramento delle condizioni di vita degli animali padronali e non, che condividono lo stesso nostro tessuto urbano".

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