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Martedì, 23 Aprile 2024
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Classifica sulla Qualità della vita, Modena rientra nella top ten

Nuovo balzo in avanti per il nostro territorio secondo la graduatoria stilata da ItaliaOggi, dal 15° al decimo posto.

La 24esima edizione della classifica della Qualità della Vita in Italia, realizzata da ItaliaOggi con l'Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, ha sottolineato come la qualità sia buona o accettabile in 64 su 107 province italiane, con un miglioramento rispetto all'anno passato. Lo studio evidenzia anche come le grandi aree urbane abbiano retto meglio alla pandemia che ha invece affossato ulteriormente diverse aree meridionali e insulari.

In testa alla classifica 2022 c'è Trento, seguita da Bolzano e Bologna. La prima metropoli è Milano, al quinto posto, mentre per trovare Roma bisogna scendere fino al 53esimo posto, un gradino più in basso Torino. In generale, dal rapporto emerge una spaccatura netta tra il Centro-Nord e il Sud: nessuna provincia meridionale o insulare, infatti, è nel gruppo delle 32 di testa.

Lo studio evidenzia una netta spaccatura tra Centro-Nord, da un lato, Sud e Isole, dall'altro: nessuna provincia meridionale o insulare, infatti, è nel gruppo delle prime 32. "Si fa più netta la separazione tra province del centro-nord - dice la ricerca -, dove migliorano le condizioni a vantaggio dei cittadini, e quelle di sud e isole, dove, complice anche la pandemia, sono esplose aree di forte disagio sociale e personale; mentre sono soprattutto le province che fanno parte del cluster Metropoli a trainare la ripresa".

La qualità della a Modena e in regione

Modena prosegue il trend positivo dello scorso anno, recuperando velocemente numerose posizioni. Se nel 2020 era arrivata al 34° posto, lo scorso anno era risalita al 15° e oggi la troviamo al decimo posto. In generale l'Emilia-Romagna si conferma ai "piani alti" della classifica. Bologna, come detto, sale sul podio recuperando una posizione, mentre Parma perde il primato del 2021 e si posiziona al 7° posto. Appena dietro a Modena troviamo Reggio Emilia, che a sua volta recupera 5 posizioni.

Più in basso i territorio romagnoli: Forlì-Cesena al 25° posto, Ravenna al 28°, Rimini al 27°. Piacenza risale al 36° posto, mentre Ferrara cade al 47°

La classifica 2022 delle città in base alla qualità della vita 

A sinistra la posizione del 2022, a destra la posizione che la città ricopriva nel 2021

1 TRENTO 2
2 BOLZANO 3
3 BOLOGNA 4
4 FIRENZE 6
5 MILANO 5
6 SIENA 12
7 PARMA 1
8 PORDENONE 9
9 TRIESTE 7
10 MODENA 15
11 REGGIO EMILIA 16
12 CUNEO 23
13 VERONA 8
14 SONDRIO 35
15 VERBANO-CUSIO-OSSOLA 20
16 TREVISO 14
17 AOSTA 13
18 ANCONA 39
19 PISA 25
20 MONZA E BRIANZA 10
21 BERGAMO 18
22 VENEZIA 28
23 BRESCIA 21
24 BELLUNO 41
25 FORLÌ-CESENA 37
26 UDINE 46
27 VICENZA 17
28 RAVENNA 29
29 PADOVA 11
30 PESARO E URBINO 56
31 MANTOVA 30
32 COMO 62
33 VARESE 53
34 CREMONA 26
35 LECCO 32
36 PIACENZA 43
37 RIMINI 61
38 AREZZO 33
39 GORIZIA 42
40 BIELLA 38
41 LUCCA 45
42 MACERATA 22
43 LODI 50
44 FERMO 44
45 LIVORNO 47
46 PERUGIA 52
47 FERRARA 24
48 MASSA-CARRARA 51
49 GENOVA 40
50 NOVARA 36
51 SAVONA 48
52 ASCOLI PICENO 27
53 ROMA 54
54 TORINO 19
55 GROSSETO 31
56 TERNI 34
57 PISTOIA 71
58 ASTI 63
59 PAVIA 49
60 PRATO 59
61 RIETI 64
62 VERCELLI 57
63 LA SPEZIA 65
64 TERAMO 60
65 PESCARA 73
66 L'AQUILA 68
67 ALESSANDRIA 72
68 CHIETI 67
69 VITERBO 70
70 ROVIGO 58
71 MATERA 55
72 CAGLIARI 74
73 IMPERIA 66
74 POTENZA 69
75 ISERNIA 75
76 LATINA 82
77 NUORO 85
78 FROSINONE 80
79 SASSARI 81
80 BARI 86
81 CAMPOBASSO 78
82 BENEVENTO 79
83 AVELLINO 76
84 RAGUSA 84
85 BRINDISI 90
86 SALERNO 77
87 CATANZARO 83
88 LECCE 87
89 SUD SARDEGNA 91
90 BARLETTA-ANDRIA-TRANI 97
91 ORISTANO 88
92 CASERTA 94
93 TRAPANI 92
94 COSENZA 93
95 REGGIO CALABRIA 89
96 MESSINA 98
97 ENNA 96
98 PALERMO 99
99 TARANTO 103
100 VIBO VALENTIA 102
101 FOGGIA 105
102 CATANIA 100
103 AGRIGENTO 95
104 NAPOLI 106
105 CALTANISSETTA 101
106 SIRACUSA 104
107 CROTONE 107

L'indagine

Sulle sue pagine ItaliaOggi spiega: "Il rapporto 2022 è caratterizzato da un ampliamento degli indicatori utilizzati, soprattutto nella sezione lavoro, dove ora vengono distinti il tasso di occupazione e disoccupazione maschile e femminile. È stato inoltre inserito un nuovo indicatore, quello dei cosiddetti neet (not in education, employment, or training), cioè delle persone tra i 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano, né si stanno formando. Sulla dimensione della popolazione sono state fatte le maggiori modifiche, in quanto è stato tolto l’indicatore della densità demografica (poco significativo, perché non può cambiare troppo da un anno con l’altro) e cancellato il numero medio dei componenti nucleo familiare. In compenso si è introdotto l’indice di dipendenza strutturale, l’indice di dipendenza degli anziani e l’indice di vecchiaia. Inserita anche la speranza di vita alla nascita e quella a 65 anni (in entrambe il Sud è nettamente penalizzato rispetto al Nord)".

Il quotidian economico aggiunge: "Di fatto un’indagine che era partita nel 1999 con 36 indicatori si è ampliata fino ai 92 attuali. Arricchendosi e perfezionandosi sempre più, nel tentativo di essere un valido strumento di analisi e di decisione politica, più che di polemica o di propaganda finalizzati alla demonizzazione degli avversari o alla esaltazione della propria parte".

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