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Addio a Sergio Marchionne, reazioni opposte fra i sindacati metalmeccanici

I commenti alla dipartita dell'ex numero uno di Fca dividono i sindacati modenesi così come divise sono state le trattative in questi ultimi anni

La notizia della scomparsa di Sergio Marchionne - e ancor prima quella della sua malattia terminale - ha sollevato un numero elevatissimo di reazioni nel mondo politico e industriale, proprio per il ruolo centrale che il manager 66enne ha avuto nelle sorti dell'industria automobilistica italiana negli ultimi 14 anni, divenendo il motore di un cambiamento epocale. Anche a Modena non sono mancate le reazioni di cordoglio e le prese di posizione.

Emblematiche sono quelle assunte dai due principali sindacati dei lavoratori metalmeccanici, Fim/Cisl e Fiom/Cgil, che fotografano il quadro delle relazioni sindacali in Fca nell'ultimo decennio. Cisl non ha dubbi, nè modestie: "Sergio Marchionne ha salvato la Fiat con il contributo determinante di alcuni sindacati, in primis la Fim Cisl, e dei lavoratori. Esprimiamo le nostre più sincere condoglianze ai suoi familiari, colleghi e alle maestranze Fca".

Il segretario generale della Fim Cisl Emilia Centrale Giorgio Uriti prosegue: "Le persone si valutano per le scelte che compiono, non se sono più o meno amabili quando le compiono. Questi anni hanno dimostrato che c'è chi sa scommettere sul futuro e chi, invece, continua a rimpiangere il passato. Adesso dobbiamo tranquillizzare i circa 6.500 lavoratori modenesi Fca, da quelli della Ferrari e Maserati a quelli di Cnh, che sono comprensibilmente preoccupati da sabato, quando è stata decisa l’improvvisa sostituzione di Marchionne".

"Da questo punto di vista è stato positivo il segnale di continuità lanciato dalla proprietà con la scelta dei nuovi ad. Del resto Mike Manley lavorava nel gruppo di Marchionne e ha condiviso il piano industriale presentato il 1° giugno a Balocco, per il quale ci attendiamo indicazioni più precise - sottolinea Uriti - Soprattutto ci interessa sapere come e quando - conclude il segretario generale della Fim Cisl Giorgio Uriti - Fca conta di arrivare alla massima occupazione possibile in tutti gli stabilimenti italiani, compreso quello modenese della Maserati".

Di ben altro tenore il punto di vista di Cesare Pizzolla, segretario della Fiom/Cgil Modena, velatamente chiamato in causa anche dal collega di cui sopra: "Abbiamo appena appreso della morte di Sergio Marchionne. Vanno certamente riconosciute le sue doti di manager e uomo di finanza che ha saputo risanare i bilanci e rilanciare i marchi ex-Fiat. Non lo ricorderò, invece, come un manager che ha saputo migliorare le condizioni contrattuali dei lavoratori".

E' noto come in questi anni la Fiom si sia aspramente confrontata con l’ex amministratore delegato che ha rappresentato un modello di relazioni sindacali, che è stato all'origine di un profondo conflitto. I problemi da anni denunciati dalla Fiom nel Gruppo (Fca, Cnh, Ferrari e Magneti Marelli), a partire dalle modifiche al contratto applicato ai lavoratori (che hanno inasprito le stesse relazioni con la Fiom) sino all’incertezza sul futuro di alcuni stabilimenti italiani, sono ancora problemi aperti, in quanto "legati ad una nuova idea di rapporto tra capitale e lavoro introdotta dal dottor Marchionne, che, a mio parere, è funzionale all’aumento degli utili degli azionisti, ma penalizza i lavoratori. E per questo non può trovarmi d’accordo. Marchionne è stato un avversario di cui riconosciamo il valore. Alla famiglia vanno le condoglianze della nostra organizzazione". 

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