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Policlinico e Baggiovara, il vaccino va a segno: pochi casi di contagio per il personale

I numeri presentati oggi dall'Aou parlano di un calo netto a seguito delle vaccinazioni, che finora hanno riguardato 3.813 operatori. Adesione al 95% fra i medici

L’adesione alla campagna vaccinale press l'Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena è stata molto alta.  I numeri variano tuttavia per categoria professionale e arriva oltre al 95% tra i medici. Nel complesso, 3.813 operatori hanno ricevuto la vaccinazione, 3.440 sono sanitari e 3.184 hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 20 giorni, 68 hanno un appuntamento fissato e le vaccinazioni sono ancora in corso, 113 operatori sono ex-Covid e, come da indicazione ministeriale, dovranno aspettare 3 mesi dalla positività ed eseguiranno una sola dose di vaccino.

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​L'efficacia testata sul campo

Il grafico mostra le curve epidemiche dei casi riportati come operatori AOU di Modena e quella dei casi della popolazione della provincia di Modena hanno avuto un andamento molto simile fino alla seconda metà di gennaio, quando hanno iniziato a divergere, mostrando un trend visibilmente in calo per gli operatori sanitari a fronte di un trend stazionario, con tendenza a un evidente aumento nella popolazione generale dall’8 febbraio.

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Dal 1° febbraio 2021 ad oggi i nuovi positivi tra gli operatori sono 72. Di questi, 34 non avevano fatto il vaccino: 33 sono stati curati a domicilio mentre per un operatore è stato necessario il ricovero in ospedale. Inoltre, 38 operatori risultati positivi al tampone, eseguito da contact tracing (contatto stretto convivente) o da screening ambulatoriale, avevano eseguito almeno 1 dose di vaccino: sono già risultati negativi al primo tampone di controllo e in gran parte rientrati al lavoro.

Sul versante della risposta anticorpale, sono state eseguite 3.292 sierologie negli operatori che hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 20 giorni. Il 99,99% di loro ha mostrato una risposta anticorpale vale a dire che ha prodotto anticorpi contro la proteina spike del virus dopo la somministrazione del vaccino. Il 55% degli operatori ha avuto una risposta superiore al limite massimo definito dal test di laboratorio. Non sono ancora state acquisite informazioni sulla durata a lungo termine della protezione successiva alla vaccinazione. Se necessario seguiremo nel tempo la risposta anticorpale stimolata dal vaccino.

Come per altre vaccinazioni, anche per i vaccini Covid-19 la risposta immunitaria al vaccino può variare da soggetto a soggetto anche in base alle caratteristiche individuali della persona (es. età anagrafica) oppure a condizioni cliniche concomitanti: due operatori non hanno sviluppato anticorpi dopo due dosi di vaccino, entrambi sono sanitari ed erano già in carico al Medico Competente per patologie preesistenti note. Sono in corso le valutazioni immunologiche in collaborazione con la Cattedra di Immunologica clinica UniMoRe.

La Farmacovigilanza aziendale ha rilevato tutti i sintomi post vaccino. Un operatore su 5 è rimasto a casa dal lavoro almeno un giorno dopo la somministrazione del vaccino per reazioni comuni e molto comuni al vaccino, registrate soprattutto dopo la seconda dose.

Il commento

Commenta la dottoressa Loretta Casolari, Responsabile Sorveglianza Sanitaria e Promozione della Salute dei Lavoratori: “L’Azienda sta compiendo un enorme sforzo per tutelare e promuovere la salute e la sicurezza dei lavoratori e contemporaneamente contribuire a conoscere e valutare molte cose che non sappiamo ancora come la presenza e la durata dell’immunizzazione nei dipendenti vaccinati. Si tratta di dati preziosi e importanti per proseguire sulla strada della vaccinazione, l’unica in grado di difenderci contro il virus Sars-Cov-2. Come dimostra il grafico, i vaccini sono efficaci nel ridurre decisamente il numero dei casi positivi. Tutto questo mentre l’attività di screening sta continuando e può accadere che un vaccinato risulti positivo al tampone, se rimane a contatto stretto con un positivo senza dispositivi di protezione, l’importante è che la malattia non si sviluppi.

Il recente decreto del 1° aprile sull’obbligo vaccinale del personale sanitario, infine, ha dato nuovo impulso alla vaccinazione come era da immaginare visto che chi ancora non si era vaccinato, salvo coloro che attendevano per motivi clinici, ha trovato nuova motivazione nel provvedimento. In generale, però, tra i sanitari ospedalieri l’adesione è stata da subito piuttosto elevata”.

“La nostra speranza – conclude il dottor Broccoli – è che non si debba arrivare ad applicare il decreto e che, quindi, anche gli ultimi indecisi si convincano. Nel caso fosse necessario, tuttavia, come Azienda siamo impegnati a vigilare e ad agire di conseguenza”.

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