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Il nuovo clima e l'agricoltura messa alle corde: "Fate scorte d'acqua e riprogettate"

Una riflessione rivolta agli agricoltori emiliano-romagnoli nell'ambito di un convegno in Regione

Temperature in aumento, autunni molto piovosi ed estati più secche del solito. Oltre ad essere lo scenario a cui bisognerà abituarsi per i prossimi decenni è anche un elemento importante da considerare per ri-progettare il ciclo delle coltivazioni. A suggerire un cambio di passo è Vittorio Marletto, responsabile dell'Osservatorio clima della Regione Emilia-Romagna, intervenuto questa mattina all'incontro "Più acqua per l'agricoltura", dedicato al recupero dell'acqua piovana per i sistemi di irrigazione in vista dei periodi di siccità, che saranno sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico. 

Il "macello nel quale ci troviamo in questo momento, che ci costringe a prendere in considerazione una serie di adattamenti strutturali, dipende dal fatto che stiamo pompando una quantità colossale di anidride carbonica nell'atmosfera", spiega Marletto. Negli ultimi 60 anni le immissioni di carbonio nell'atmosfera sono aumentate del 30% e "questo si ripercuote sulla situazione termica". Mostrando alcuni grafici dell'Istituto per la ricerca ambientale (Ispra), Marletto spiega come "in Emilia-Romagna la temperatura massima media sia cambiata in modo impressionante da una generazione all'altra": se negli anni '90 si fermava a 16 gradi, nel 2017 ha toccato il picco dei 19. 

Si tratta di "un cambiamento drastico proprio nella stagione considerata tipica per l'agricoltura". Le estati di una volta non ci sono più, "sono mesi molto più pesanti dal punto di vista climatico che si manifestano attraverso ondate di calore come quella di giugno, durante la quale anche una località a 700 metri sul livello del mare come Pavullo (Modena) ha raggiunto i 35 gradi", continua Marletto, anche dirigente dell'Arpae. Dal punto di vista della pioggia invece, nonostante una lieve diminuzione generale, il problema che Marletto presenta all'incontro in viale Aldo Moro, è che le precipitazioni sono caratterizzate da "oscillazioni paurose, a volte anche del 100%". In alcuni periodi piove tantissimo e in altri non scende neanche una goccia, per questo "bisogna prendere delle contromisure perchè quando ci troviamo in situazioni di grave scarsità dobbiamo riuscire a compensare, fare effetto tampone per garantire la disponibilità delle risorse". Tra l'altro, le precipitazioni sono cambiate nella loro distribuzione stagionale, "se in tutte le stagioni assistiamo a una diminuzione delle precipitazioni, in particolare in estate, c'è un aumento consistente in autunno" altro elemento imprescindibile in fase di progettazione per l'economia e l'agricoltura. 

Il bilancio idroclimatico, tra quanto piove e quanto fa caldo, è "piuttosto allarmante perchè le temperature continuano ad aumentare molto". Quindi, che fare? Da alcuni anni Arpae prepara un bollettino annuale, disponibile per tutti i Consorzi, con la previsione di quanta acqua servirà per garantire l'irrigazione dei campi anche nei periodi di siccità. 

"Concludo- dice Marletto rivolgendossi ai presenti che da qui a tre anni investiranno, insieme alla Regione, 216 milioni per la costruzione di nuovi bacini di raccolta dell'acqua piovana- con un'informazione che riguarda il futuro: nei prossimi decenni continueremo ad assistere allo stesso scenario climatico di adesso ed bene tener conto di queste proiezioni anche per quelle irrigue, cioè chiedersi 'quanta acqua ci servirà per irrigare nei prossimi decenni?'".

(DIRE)

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