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Covid, Cossarizza: "Siamo abbastanza tranquilli, ma varianti sono imprevedibili"

Terza dose? Per l'immunologo non sarà per tutti. E sui no-vax: "Forse alcune persone hanno rimosso, ovvero hanno totalmente cancellato dalla memoria quello che è accaduto nei mesi scorsi"

"Basta guardare le curve, quella che riguarda il numero delle persone vaccinate, sempre in aumento, e quella dei ricoveri ospedalieri per Covid-19, in grandissimo calo, per concludere che meglio di così la vaccinazione non potrebbe funzionare". Lo ha detto al periodico Nursind Sanità l'immunologo Andrea Cossarizza. L'ordinario di Patologia generale e Immunologia e direttore della Scuola di specializzazione in Patologia e Biochimica clinica di Unimore (Università degli studi di Modena e Reggio Emilia), sempre a proposito della campagna di immunizzazione, parla di "risposta eccezionale" da parte degli italiani. Salvo "qualche migliaio di facinorosi che non ha la minima idea di cosa sia la scienza e che forse ha completamente rimosso il recente passato, le immagini del 2020".

Cossarizza ha ripreso un tema già emerso nell'incontro con la stampa di giovedì scorso a Modena, relativo ai no-vax: una paura che si è trasformata in rabbia. "Non faccio lo psichiatra o lo psicanalista e non voglio occupare campi altrui, ma credo che probabilmente sia andata così. Forse alcune persone hanno rimosso, ovvero hanno totalmente cancellato dalla memoria quello che è accaduto nei mesi scorsi, quando si aveva paura anche ad uscire di casa".

Per l'immunologo il tema è molto complesso da affrontare, perchè tocca "corde personali". E aggiunge, "l'uso smodato di tamponi per le persone che non vogliono vaccinarsi non può continuare. Questi soggetti prima o poi dovranno capire l'importanza della vaccinazione".

E la terza dose? Per il professore meglio chiamarla "dose aggiuntiva perché è quella che permette di chiudere il ciclo di immunizzazione. Un ciclo che è appunto legato allo stato di salute di un determinato soggetto, alla fragilità, alle terapie a cui è sottoposto e all'età". Quanto alla possibilità di estenderne la platea, Cossarizza spiega che bisognerà valutare "chi ha bisogno di una dose aggiuntiva e chi non ne ha bisogno. Ciò che dobbiamo fare è passare da una medicina di comunità, che è stata fondamentale per la vaccinazione di massa, a una medicina personalizzata, quella che si praticava prima del Covid". Sulla durata della protezione dei vaccini, infine, rassicura: "Non è vero che cala la protezione, quello che cala è il livello plasmatico degli anticorpi. L'immunità rimane".

La percentuale di vaccinati, specie sul territorio modenese è ormai molto significativa. Questo basta a metterci al riparo da nuove ondate, in concomitanza con l'arrivo della stagione fredda? Per Cossarizza è impossibile fare previsioni. "Oggi la pandemia è sotto controllo - aveva spiegato alla stampa modenese - siamo abbastanza tranquilli. Servirà comunque un aumento della copertura nelle fasce meno vaccinate di popolazione". Oggi la valutazione è di tipo matematico basilare: "Si è ridotta quantità virus nella popolazione, si riduce di conseguenza la possibilità di contagio - prosegue l'immunologo - Ma resta il problema delle mutazioni. Più il virus circola, più varianti si formano. La formazione di una variante è un fatto del tutto casuale, imprevedibile. Questo virus è relativamente 'nuovo', non si conosce benissimo ancora una serie di problemi di mutabilità. l'impressione è che la cosiddetta variante Delta abbia fatto il "top di gamma", in particolare nella capacità legarsi al recettore delle cellule".

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