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Empori solidali modenesi, con la crisi gli utenti aumenteranno fino al 40%

Le sette strutture attive in provincia di Modena fanno i conti con l'aumento del livello di povertà e si organizzano per raggiungere più beneficiari. Potrebbero aprire anche nuovi empori

Secondo le stime preliminari Istat per l’anno 2020, le famiglie in condizione di povertà assoluta sono aumentate di 335mila unità rispetto all’anno precedente, portando così il numero delle persone povere a crescere di un milione. Un dato drammatico ma purtroppo atteso dopo un anno caratterizzato dalla pandemia tuttora in corso. Le conseguenze avranno certamente strascichi a lungo termine e diverse realtà che si occupano di fragilità sociale si interrogano da tempo sull’entità degli effetti e su quali interventi mettere in campo per contrastare il fenomeno della povertà in aumento. 

In particolare, la rete empori solidali di Modena, composta da sette empori sul territorio provinciale e coordinata dal Centro Servizi Volontariato Terre Estensi, ha giocato d’anticipo partecipando nel luglio scorso al bando “Personae” indetto dalla Fondazione di Modena, ottenendo un finanziamento di 104mila euro a sostegno del progetto “#noirestiamoinrete – la rete degli empori modenesi a contrasto delle povertà alimentari post-covid 19”che prende avvio concreto proprio in queste settimane. In previsione di un aumento dei beneficiari a livello provinciale stimato tra il 35 e il 40% - come del resto era già avvenuto nel primo semestre del 2020 raggiungendo quasi 1000 famiglie solamente tra gennaio e giugno, numero generalmente raggiunto nell’arco di un anno -, il finanziamento ottenuto consentirà di fronteggiare l’aumento delle necessità.

«Il progetto prevede di agire su tre fronti: volontari, beneficiari, struttura della rete – spiega il presidente del Csv Terre Estensi Alberto Caldana ringraziando la Fondazione di Modena per il costante sostegno - Metterà in campo, infatti, diverse azioni: approvvigionamento beni di prima necessità ed eventuale redistribuzione ad altri enti sul territorio, azioni formative per fornire nuove competenze e potenziare i servizi di accompagnamento e ascolto, percorsi di volontariato per favorire l’inclusione sociale dei beneficiari. È inoltre in programma un’azione di digitalizzazione, che prevede la sperimentazione di una app per prenotare la spesa a distanza in modo da limitare gli assembramenti e facilitare il lavoro dei volontari. Infine, stiamo anche esplorando la possibilità di avviare nuovi empori solidali sul territorio modenese». 

Gli empori solidali  - in provincia di Modena ci sono Portobello in città, Il Pane e le Rose a Soliera, Cortile Solidale a Medolla, Il Melograno a Sassuolo, Eko nell’Unione Terre di Castelli, Ohana nel Frignano e Piccola Bottega Solidale a San Cesario - sono una realtà consolidata a livello nazionale, e già durante il primo lockdown si erano attrezzati per far fronte alla situazione di emergenza, sempre nel rispetto delle norme anti-covid, lavorando su appuntamento e in alcuni casi consegnando la spesa a domicilio. Anche in accordo con gli enti locali di riferimento, si è ampliata temporaneamente la platea dei beneficiari, proprio per rispondere a una difficoltà crescente e non ancora diminuita.

È il caso, per esempio, dell’emporio Il Melograno di Sassuolo: «La pandemia ci ha portato a rivedere il modo di offrire il nostro servizio alle persone che accedono al market – spiega la coordinatrice Federica Boccedi -  Siamo arrivati a seguire 230 famiglie (rispetto alle 170 prima del Covid) e ci siamo strutturati con nuove aperture esclusivamente su appuntamento, in modo da garantire una presenza in sicurezza nei locali, sia per i volontari sia per i beneficiari. In questi mesi siamo entrati in contatto con nuovi volontari che si sono offerti di dare una mano al progetto, spesso giovani pieni di entusiasmo o persone più adulte, che ci hanno conosciuto grazie all'aumento della comunicazione delle nostre attività verso la cittadinanza. L'essere parte di una rete, inoltre, è fondamentale per poter ricevere sostegno ed esercitare azioni di confronto, oltre che cogliere nuove opportunità di visione e sviluppo».

Conclude Carlo Ubertosi del market solidale Eko dell’Unione Terre di Castelli: «Questo periodo di emergenza viene vissuto con grande impegno da tutti i volontari, chiamati ad affrontare una situazione imprevedibile, che costringe mese per mese a domandarsi quale possa essere il sistema migliore per garantire il servizio alle famiglie beneficiarie nella massima tutela. Una risposta è il mettersi in rete. Lo sappiamo bene, perché già da tempo, grazie ai servizi che il Csv Terre Estensi mette in campo, condividiamo, insieme agli altri empori della provincia di Modena, indirizzi, metodi, iniziative di raccolta fondi e beni alimentari e forniture. Fare squadra è un elemento essenziale della gestione di un emporio solidale in tempi di pandemia».

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