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I donatori Avis sconfiggono il virus, l'anno 2020 è record

L’Assemblea dei delegati delle 50 sedi comunali ha votato le nuove cariche fino al 2024. Durante la pandemia donatori più numerosi e più generosi, con un picco per la raccolta di  plasma. Quella di Modena rimane la prima Avis in regione per numero di donatori e di donazioni.  

Il risultato più luminoso nell’ anno più buio. Con 56.120 donazioni di sangue e plasma, il 2020 ha registrato un primato mai raggiunto nei 70 anni di storia dell’Avis provinciale di Modena. Il record di donazioni è uno dei dati consuntivi del 2020 illustrati nella 60esima Assemblea annuale dell’associazione per il dono del sangue della provincia di Modena, che ha riunito sabato 22 maggio in modalità on line i rappresentanti delle 50 Avis comunali ed equiparate per approvare i bilanci  ed eleggere il nuovo consiglio direttivo per il prossimo quadriennio. Tra i tanti ospiti collegati con l’assemblea a nome delle istituzioni, della sanità, del volontariato, sono intervenuti il presidente nazionale di Avis Gianpietro Briola, la responsabile del Centro Regionale Sangue Vanda Randi, il presidente regionale Avis Maurizio Pirazzoli, Davide Baruffi sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia Romagna, Giandomenico Tomei presidente della Provincia, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli. 

L’andamento della raccolta in provincia nel 2020 per le diverse tipologie di dono ha registrato 32.411 donazioni di sangue intero, con un calo del  4,62%, corrispondente anche ad un minor utilizzo di sangue negli ospedali, compensato da una vera e propria impennata per le donazioni di plasma: 21.803 unità, oltre 4.000 in più rispetto allo scorso anno. Insieme alle piastrine, che si attestano sulle 1.900 unità, le donazioni in aferesi hanno così raggiunto quota 23.709, il 42,24% della raccolta totale. A queste vanno poi aggiunte le donazioni di plasma iperimmune da donatori guariti da Covid iniziate nel dicembre scorso, che ad oggi hanno permesso di mettere a disposizione delle strutture ospedaliere circa 300 sacche per la sperimentazione della cura contro il virus. 

Una risposta straordinaria da parte dei 30.367 soci Avis della provincia di Modena durante l’emergenza Covid, che ha avuto riscontro anche in più di 3.500 richieste per diventare nuovi donatori. Per molti di loro si è concluso l’iter per l’idoneità ed è già scattata la prima donazione che ha segnato il loro ingresso effettivo nella “famiglia” Avis. I risultati del 2020 mantengono la provincia di Modena ancora prima in Emilia Romagna per numero di donatori e donazioni. Un dato significativo è che il 36% delle plasmaferesi e il 64% delle donazioni di piastrine e multicomponenti raccolti nella nostra regione da soci Avis viene dal modenese.

“Ancora una volta l’Avis modenese dimostra di essere una risorsa importante per la sanità della nostra regione - afferma il presidente provinciale Cristiano Terenziani - soprattutto in un anno complicato che ha messo a dura prova la nostra organizzazione. Se la rete delle 50 Avis diffuse nel territorio provinciale ha saputo reggere è stato grazie allo straordinario impegno dei volontari che non si sono mai risparmiati e dei dirigenti che hanno saputo tutelare la sicurezza di sedi, operatori e donatori, alla fondamentale collaborazione con il Servizio Trasfusionale del Policlinico nel programmare la raccolta, gestire il progetto del plasma iperimmune ed eseguire i test sierologici sui donatori, e soprattutto grazie ai donatori stessi che si sono dimostrati sempre aperti agli altri, anche quando tutto era chiuso. Ora aspettiamo che la campagna vaccinale anti-Covid si occupi presto di  proteggere anche questa categoria, che ha un ruolo prioritario nel garantire sangue, quindi salute,  alla comunità”. 

All’ordine del giorno dell’assemblea del 22 maggio anche il rinnovo del Consiglio Direttivo che rimarrà in carica per i prossimi quattro anni. Dei 35 consiglieri eletti 12 sono donne e 10 sono i nuovi ingressi. Al nuovo consiglio spetterà il compito di nominare, entro 30 giorni, il presidente provinciale. La stessa cosa è già avvenuta nelle assemblee comunali, ciascuna delle quali nelle settimane scorse ha rinnovato le cariche sociali fino al 2024. 

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