Morti sulle strade, 31 quest'anno nel modenese. "Aumenta l'aggressività"
La ripresa delle attività coincide con i tristi dati sulle vittime della strada. Le considerazioni di Mauro Sorbi, dell'Osservatorio regionale
"I dati provvisori sull'incidentalità evidenziano che la lenta ripresa della mobilità sta mettendo in luce un aspetto incontrovertibile: la comparsa della pandemia ha incancrenito, contribuendo addirittura ad accrescere, il problema dei comportamenti non consoni sulla strada". ad evidnziarlo è Mauro Sorbi, presidente dell'Osservatorio regionale per l'educazione alla sicurezza stradale.
I dati in questione (al 18 novembre parlano) di 214 vittime in regione e di 1.384 feriti. Numeri ancora inferiori a quelli pre-covd, ma non di meno preoccupanti. Il teritorio modenese ha vist fino 31 vittime, con una netta prevalenza di uomini (28). Moto e scooter i mezzi più "letali", con 12 decessi, seguiti dalle biciclette (7), dalle auto (6) e da mezzi pesanti (2). Deceduto un solo pedone. Nella nostra provincia i feriti sono stati 187 (113 maschi): si tratta in prevalenza di automobilisti (121), seguiti da ciclisti (20), motociclisti (18) e pedoni (16).
"Le criticità sociali e lavorative hanno aumentato la distrazione e l’aggressività, già presenti a livelli di guardia ante covid, con la conseguenza che il traffico è divenuto ancora più frenetico e caotico. I dati statistici, in continuità col passato, evidenziano che il tallone di Achille dell’incidentalità è l’ambito urbano che vede coinvolti i soggetti fragili, gli utenti deboli e il primo elemento da stigmatizzare è proprio il comportamento inidoneo di una parte degli utenti (leggi distrazione) e la maggior causa del danno arrecato è la velocità, perché anche solo i 50km/h sono potenzialmente mortali in caso di scontro", aggiunge Sorbi.
"Occorre avere ben presente che farsi travolgere dall’aggressività e dai sentimenti di rabbia e di frustrazione porta a commettere atti di cui ci si può pentire dopo, ma troppo spesso sono irreparabili -ammonisce Sorbi - La consapevolezza di far parte di una società è la sola via per raggiungere l’obiettivo di zero morti sulle strade e anche di sconfiggere la pandemia".
I dati sono stati diffusi in occasione della “Giornata mondiale delle Vittime della Strada, istituita dall’Onu nel 2005 e in Italia nel 2017 per dare “giusto riconoscimento per le vittime della strada e per le loro famiglie e al contempo rendere omaggio ai componenti delle squadre di emergenza, agli operatori di polizia e ai sanitari che quotidianamente si occupano delle conseguenze traumatiche della morte e delle lesioni sulla strada”.