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I Punti Nascita della provincia nell'anno del Covid: "Abbiamo retto l'onda d'urto"

Nel 2020 tra Carpi, Mirandola e Sassuolo sono nati oltre 2.500 bambini, in calo rispetto al passato come in tutta Italia

Nel 2020 i Punti Nascita AUSL di Carpi e Mirandola e dell’Ospedale di Sassuolo, i tre centri di una rete provinciale, hanno dovuto fronteggiare la pandemia al fianco del Policlinico di Modena come centro di secondo livello e riferimento-covid anche nel momento del parto. L’emergenza Covid ha sicuramente influito sull’attività dei tre Punti Nascita ma l’onda d’urto è stata arginata grazie alla condivisione di percorsi dedicati alle donne in gravidanza Covid positive e alla disponibilità e professionalità assicurate dal personale sanitario.

Nei tre Punti Nascita di Carpi, Mirandola e Sassuolo, dove l’anno scorso hanno visto la luce oltre 2.500 bambini, in caso di mancata ricettività dell’hub o per parti imminenti è infatti garantita l’assistenza alle donne Covid positive in fase di gravidanza o nel puerperio.

VIDEO | Punti nascita e pandemia: Nati oltre 2.500 bambini tra Carpi, Mirandola e Pavullo

Il 2020 è stato un anno particolare, per ovvi motivi. Lo sforzo organizzativo per fare fronte all’emergenza Covid è costante e impegnativo – sottolinea Maria Cristina Galassi, Direttore del Dipartimento di Ostetricia, Ginecologia e Pediatria dell’Azienda USL di Modena –, sostenuto dagli operatori sia delle Unità Operative che dei consultori, in collaborazione con i medici di famiglia e le USCA. Il lavoro che si sta facendo per continuare a garantire alle donne gravidanze e parti in sicurezza è stato ed è incessante e per questo ringrazio tutti i professionisti che con fatica, ma anche con grande senso di responsabilità e dedizione stanno assicurando un’assistenza di alto livello qualitativo. Questo si è realizzato anche tenendo conto dei cambiamenti che l’anno appena trascorso ha apportato negli organici di alcuni Punti Nascita, dove si stanno riformando team affiatati, mentre negli altri si stanno consolidando esperienze e professionalità”.

A Modena alle 0:02 di oggi è nato Firdous: è il primo in provincia. Federico il secondo alle 0:31

L’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi da settembre scorso è diretta dalla dottoressa Giulia Pellizzari e ha visto l’arrivo di 6 nuovi professionisti in organico. Da ottobre, inoltre, è stata reintrodotta la possibilità di richiedere la partoanalgesia. Nel 2020 nel Punto Nascita carpigiano sono stati effettuati 922 parti, in linea con il calo generalizzato a cui si assiste con poche eccezioni in tutta Italia. Il tasso di cesarizzazione primaria è al 10,2%, inferiore alla soglia limite del 15% identificata dal Ministero della Salute. 937 i bambini nati, con una leggera prevalenza di sesso maschile (53%). Per quanto riguarda le partorienti, il 68% è di nazionalità italiana e poco più della metà (53%) è residente nel Distretto di Carpi, il resto proviene da altri territori, come Mirandola – con cui è forte la collaborazione in particolare per l’assistenza al parto non fisiologico –, e da altre province.

A Mirandola si è assistito a un aumento di 30 parti rispetto all’anno precedente (390 contro i 360 del 2019, con tasso di cesarei primari al 13% costante e anche in questo caso in linea con le indicazioni nazionali e regionali). Un risultato pienamente soddisfacente, a testimonianza dell’investimento dell’Azienda USL sul Punto Nascita della Bassa modenese. Così come la recente nomina a primario del dottor Alessandro Ferrari. Un percorso di crescita costante confermato anche dalla fiducia accordata dalle donne residenti nel Distretto di Mirandola, che rappresentano ben l’89% del totale delle partorienti nel Punto Nascita del Santa Maria Bianca; parte della quota restante proviene da fuori regione, segno di un’attrattività che va oltre i confini del distretto. L’età media è la più bassa della provincia - il 40% ha meno di 30 anni -, per il 43% le mamme sono di nazionalità straniera e per il 57% italiana.

Sono invece 1.190 i nuovi nati nel Punto Nascita di Sassuolo, con una percentuale di cesarei primari del 10,9%. Si conferma l’attrattività della struttura sassolese, a servizio del territorio modenese (per il Distretto di riferimento e per quelli di Vignola e Pavullo, che insieme rappresentano il 20,5% dei parti) e non: il 24,3% delle donne proveniva infatti da un’altra provincia. Dal settembre 2020 è stata introdotta e istituzionalizzata, con una garanzia di effettuazione tutti i giorni 24 ore su 24, la partoanalgesia a completamento delle richieste assistenziali delle donne in travaglio.

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