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Contagio in lenta diminuzione, "metà dei nuovi casi viene dai famigliari"

Oggi Antonio Brambilla, direttore dell'Ausl di Modena, ha svolto una interessante relazione nel corso della Conferenza sociale sanitaria, fornendo alcuni numeri sia sui ricoveri che sui tes sierlogici

«I dati mostrano un significativo miglioramento, pur in una situazione complessiva che necessita di tenere alta l’attenzione, sia dal punto di vista del sistema sanitario sia per quanto concerne le norme che ciascun cittadino è tenuto a rispettare, al fine di evitare il contagio».
Lo ha affermato Antonio Brambilla, direttore dell'Ausl di Modena, facendo il punto della situazione dell'emergenza Covid-19 nel territorio modenese nel corso della Conferenza sociale sanitaria. 

Ripercorrendo l'andamento dell'epidemia, Brambilla ha rilevato che dal picco del 19 e 20 marzo con 113 accessi ai pronto soccorso per polmonite, di cui la metà ricoverati, si è passati ai 42 dell'8 aprile, di cui 24 ricoverati; il totale dei ricoverati negli ospedali è passato dai 528 del 29 marzo ai 375 attuali di cui 74 in terapia intensiva (erano 103 il 29 marzo).    

«I dati sui tamponi - ha aggiunto Brambilla - sugli accessi ai Pronto soccorso, sulla terapia intensiva e sui ricoveri per polmoniti ci dicono che quanto è stato fatto sta funzionando e che dobbiamo proseguire su questa strada, andando ad apportare ulteriori miglioramenti e potenziamenti lì dove si rivela più necessario. Attualmente abbiamo rilevato che circa la metà dei nuovi contagi, avviene in ambito familiare dove è presente un altro paziente positivo».

Nell’occasione Brambilla ha fatto anche il punto sui test sierologici che permettono di verificare la presenza e il tipo di anticorpi nell’organismo, e quindi di sapere se la persona sia entrata in contatto con il virus. Lo screening prevede un test rapido e la successiva conferma con test sierologico; tra coloro che presentano anticorpi, è poi possibile cercare coloro che sono dei portatori sani del virus eseguendo immediatamente il tampone rinofaringeo; in caso di positività del tampone i professionisti verranno isolati al domicilio.  

All’8 aprile sono stati eseguiti 1564 test tra personale Ausl e Cra e refertati 1251: risultano 17 positivi alle IgM (1,3 per cento) che indicano che potrebbe essere in corso la malattia. Sia questi che gli eventuali positivi alle IgG (58 tra Ausl e Cra) vengono comunque sottoposti a tampone: è unicamente questa infatti la cartina al tornasole per individuare e isolare persone asintomatiche ma potenzialmente contagiose. È ritenuto infatti possibile, sebbene in casi rari, che persone nelle fasi iniziali della malattia, e quindi con sintomi assenti o molto lievi, possano trasmettere il virus, anche se la principale via di trasmissione, secondo l’Oms, rimane il contatto stretto con persone sintomatiche.

Per Brambilla, inoltre, la tenuta del sistema sanitario modenese è il risultato di uno sforzo collettivo delle tre Aziende, Ausl, Aou e Ospedale di Sassuolo, dell’altissima competenza dei professionisti sanitari, della dedizione di tutti i dipendenti, ciascuno nel proprio ruolo, e inoltre dell’ottima collaborazione nell’ambito del Centro coordinamento soccorsi istituito a livello provinciale che si riunisce ogni giorno con il coordinamento della Prefettura. Nel ringraziare tutti gli enti coinvolti, Protezione civile, Forze dell’Ordine, Vigili del fuoco, la Provincia e tutti i sindaci, Brambilla ricorda il sostegno arrivato da  tutta la comunità modenese anche con donazioni, arrivate alla cifra di un milione e 600 mila euro, «ai nostri professionisti impegnati in prima linea hanno sentito e continuano a sentire la vicinanza di istituzioni, aziende, fondazioni, associazioni di volontariato, singoli cittadini».

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