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Chiusura delle attività produttive "non necessarie", il Decreto non c'è ancora

Le nuove misure annunciate dal presidente del Consiglio dopo una giornata drammatica, segnata da dati molto negativi sul piano dei contagi e dei morti. Attesa per il testo

Dopo il pressing arrivato dalle regioni, dai sindacati e dall'opposizione per un'ulteriore stretta da parte del governo, nella tarda serata di sabato il premier Giuseppe Conte ha annunciato nuove misure per far fronte all'emergenza coronavirus. L'annuncio è arrivato in diretta sulla sua pagina Facebook e in tv sabato sera, dopo che già alcune regioni avevano deciso di inasprire maggiormente i provvedimenti nei propri territori di competenza, come nel caso di Lombardia e Piemonte. 

Una comunicazione cui per il momento non sono ancora seguite azioni concrete, dal momento che non vi è traccia del Decreto. Una scelta comunicativa e politica che desta non poche perplessità, soprattutto per l'ulteriore senso di incertezza che produce nei cittadini e nelle imprese, ansiose di capire cosa sarà permesso e cosa no.

Coronavirus, nuova stretta di Conte: chiuse attività produttive non necessarie in tutta Italia

Chiusa ogni attività produttiva non "necessaria, cruciale, indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali", ha annunciato Conte, specificando che resteranno aperti supermercati, negozi di generi alimentari e di prima necessità: "Non abbiamo previsto nessuna restrizione sui giorni di apertura dei supermercati: invito tutti a mantenere la massima calma, non c'è ragione di fare una corsa agli acquisti, non c'è ragione di creare code". Aperte anche farmacie, parafarmacie, "continueremo a garantire i servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari, assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali, ad esempio i trasporti, e le attività connesse a quelle essenziali. Al di fuori delle attività essenziali, consentiremo solo il lavoro in smart working e consentiremo solo le attività produttive ritenute comunque rilevanti per la produzione nazionale. Rallentiamo il motore produttivo del Paese, ma non lo fermiamo. E' una decisione che si rende necessaria oggi per cercare di contenere l'emergenza", ha detto il premier.

"E' la crisi più difficile che il Paese sta vivendo dal dopoguerra. La morte di tanti concittadini - ha affermato il premier - è un dolore che ogni giorno si rinnova. Questi decessi per noi, per i valori con cui siamo cresciuti, non sono semplici numeri, sono persone, sono famiglie che perdono gli affetti più cari".

Farmacie e supermercati resteranno aperti

"Sono misure severe, che richiedono tempo ma non abbiamo alternative - ha aggiunto il premier -. In questo momento dobbiamo resistere per tutelare le persone che amiamo. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è minimo se paragonato a quello dei cittadini che rischiano molto di più. Penso ai medici, agli infermieri, alle forze armate e dell'ordine, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai cassieri dei supermercati e agli operatori dell'informazione. Donne e uomini che compiono ogni giorno un atto di grande responsabilità e amore nei confronti dell'Italia intera. Abbiamo deciso di chiudere nell'intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente essenziale".

La nuova stretta annunciata dal premier Giuseppe Conte, con la chiusura di tutte le attività produttive non essenziali, per il momento è valida fino al 3 aprile. 

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