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Linfoma di Hodgkin, al Policlinico nuova procedura di diagnosi più rapida

Il metodo consente di ridurre i tempi diagnostici e l’esposizione dei pazienti alle radiazioni.​ La tecnica abbina alla PET una TC diagnostica e un iniettore di mezzo di contrasto

Una nuova procedura diagnostica per i linfomi di Hodgkin è da oggi disponibile per i pazienti dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, grazie alla collaborazione dell’equipe di Medicina Nucleare, diretta dal dottor Stefano Panareo e la Radiologia, diretta dal prof. Pietro Torricelli, la Radioterapia diretta dal prof. Frank Lohr, l’Ematologia, diretta dal prof. Mario Luppi. La procedura prevede l'esecuzione in una unica seduta di PET TC con mezzo di contrasto utilizzando come radiofarmaco il 18F-FDG.

Il vantaggio di questa procedura – spiega il dottor Stefano Panareo - è che riusciamo ad eseguire in una unica seduta PET e TC con mezzo di contrasto, della durata di non oltre 15/20’. Evitiamo, così, di sottoporre il paziente a due indagini diagnostiche separate (PET e TC). Questo comporta la riduzione dei tempi diagnostici, l’ottimizzazione dei costi e una stadiazione completa e rapida della patologia oncologica. Inoltre il posizionamento con set-up radioterapico permetterebbe ai pazienti eventualmente candidati a radioterapia un migliore definizione dei volumi da irradiare. Il paziente riceverà un unico referto del medico nucleare e del radiologo. Il nostro obiettivo, se i risultati clinici e diagnostici saranno confermati, è di allargare la metodica ad altre patologie oncologiche in futuro”.

Per eseguire questa procedura è necessario avere, oltre al tomografo PET, una TC diagnostica integrata nonché abbinata ad un iniettore di mezzo di contrasto e la predisposizione: (laser, lettino piatto, sistemi di immobilizzazione) per posizionare il paziente utilizzando i reperi di centratura radioterapica. “Si tratta di caratteristiche non comuni, che la nostra Medicina Nucleare possiede. La metodica in prospettiva può essere estesa a tutte quelle patologie tumorali che giovano della PET e che possono essere stadiate utilizzando un marcatore 18F-FDG, una molecola cioè a contenuto glucidico. I linfomi, in questo senso, rappresentano una patologia che si studia molto bene con la PET considerando la sua grande avidità per lo zucchero radiomarcato.” aggiunge Panareo.

Si tratta di un lavoro di equipe che coinvolge per la Medicina Nucleare la dottoressa Alessandra Casolo, per la Radiologia la dottoressa Federica Fiocchi, per la Radioterapia la dottoressa Silvia Pratissoli, il personale tecnico – coordinato per la Medicina Nucleare da Emanuela Vaccari, per la Radioterapia da Carla Piani e per la Radiologia da Giovanni Miranda e – il personale infermieristico - in particolare Marcello Pirani, Cristina Cattabriga, Federica Garutti. È l’Ematologo, dottoressa Giovanna Leonardi, che insieme al team del Day Service di Ematologia, coinvolge il paziente e lo avvia al percorso. Un ringraziamento va all'Ufficio Assicurazione Qualità, diretto dalla dottoressa Barbara Trevisani che, con la dottoressa Daniela Vallerini, ha coordinato i lavori che hanno portato alla redazione della Procedura. La Fisica Sanitaria, diretta dal dottor Gabriele Guidi, si occuperà degli aspetti radioprotezionistici della Procedura e dei controlli di qualità del tomografo PET-TC.

La concomitante presenza del Medico di Radioterapia e del Tecnico preposto durante l’acquisizione delle immagini PET TC con mezzo di contrasto è importante perché consente di posizionare il paziente, eventualmente candidato a radioterapia, in modo tale che sia possibile utilizzare le immagini per definire in modo più accurato l’obiettività da irradiare, riducendo i volumi e pertanto la dose ai tessuti sani circostanti 

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Nelle foto di gruppo: il prof. Mario Luppi, il prof. Frank Lohr e il dottor Stefano Panareo, con il team di radiologi, medici nucleari, ematologi e tecnici impegnati nel progetto
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