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I giovani con autismo digitalizzano il prezioso patrimonio della Biblioteca Estense

Nel progetto, che si concluderà a dicembre 2022, è stata inserita la metadatazione delle oltre 5.000 schede stampate nei due cataloghi del Fondo Campori, editi nel 1875 e 1886

Parte in luglio presso le Gallerie Estensi un importante progetto di digitalizzazione delle collezioni della Biblioteca Estense universitaria di Modena realizzato grazie al lavoro di un gruppo giovani adulti con autismo tra i 17 e i 29 anni. I ragazzi, dal mese di settembre a oggi, dopo un periodo di formazione, hanno lavorato in Biblioteca entrando - per la prima volta in Italia – a contatto con il patrimonio artistico di un grande museo per partecipare attivamente a un laboratorio di digitalizzazione documentale di una straordinaria collezione di manoscritti: la raccolta Campori.

Nel progetto, che si concluderà a dicembre 2022, è stata inserita la metadatazione delle oltre 5.000 schede stampate nei due cataloghi del Fondo Campori, editi nel 1875 e 1886, relativi alla collezione di codici manoscritti ed autografi del marchese Giuseppe Campori. Finora si disponeva del formato PDF, per la consultazione online, possibile solo scorrendo le pagine a video, senza possibilità di indicizzazione o ricerche testuali. I giovani autistici, hanno realizzato la metadatazione delle schede, con inserimento dei parametri identificativi, in particolare le segnature, aggiunte a mano sul catalogo cartaceo e del testo che compone ciascuna scheda. I dati così digitati sono stati raccolti in un archivio Excel ed inviati periodicamente ai referenti della Biblioteca.

Realizzato in collaborazione con l’associazione Aut Aut Modena, nell’ambito del grande piano della biblioteca digitale delle Gallerie Estensi, il progetto vuol essere un’esperienza che coniuga cultura e disabilità, lavoro e inclusione, patrimonio storico artistico e moderne tecnologie di condivisione.

VIDEO | Al lavoro per digitalizzare antichi manoscritti,sinergia tra Aut Aut e Gallerie Estensi

Partito a novembre 2021 con l’inserimento progressivo in Biblioteca dei 6 partecipanti, seguiti da un team di operatori formati nel campo dell’inserimento lavorativo per le persone con autismo, il progetto ha visto il personale della Biblioteca attivamente coinvolto nel progetto, a cominciare da un incontro formativo sull’autismo e seguiti da altri per definire le modalità operative e per il controllo qualità del lavoro svolto. I partecipanti hanno fin da subito dimostrato buone capacità di lavoro, migliorando di settimana in settimana la produttività e riducendo il numero di errori nella digitazione. Il lavoro è stato organizzato in modo da integrare le abilità possedute da ciascun partecipante, limitandone le difficoltà soggettive, creando un gruppo di lavoro dove i partecipanti contribuiscono attivamente, integrando e sostenendo il lavoro degli altri. I sei giovani sono stati seguiti da un team scientifico costituito da uno psicologo e 2 educatori, oltre ad un esperto informatico ed un gruppo di riferimento presso la Biblioteca Estense. L’attività ha dimostrato di essere ben strutturata anche per l’alternanza scuola-lavoro, sicuramente di grande interesse soprattutto in relazione alla scarsa offerta di progetti attualmente presenti per le persone con disabilità che frequentano le scuole superiori.

“Siamo grati ad Aut Aut e ci auspichiamo che questo tipo di collaborazione possa crescere e ripetersi poiché ci consente di conciliare le esigenze del patrimonio culturale con quelle del benessere sociale, obbiettivo di primaria importanza delle Gallerie Estensi - sostiene Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi “La collaborazione è importante non solo perché l’apporto dell’associazione favorisce il vasto progetto di digitalizzazione delle collezioni della Biblioteca Estense ma anche perché permette all’istituzione culturale di diventare un luogo di integrazione sociale. Il lavoro svolto dai ragazzi che hanno partecipato al progetto non è solo un’occupazione terapeutica, ma un vero e proprio impiego che permette a questi giovani di integrarsi nel mondo del lavoro e della cultura.”

“Il pensiero principale di noi genitori è il futuro: garantire una vita dignitosa ai nostri figli nel Dopo di Noi. Per una persona con autismo significa trovare il giusto spazio nella comunità di riferimento e per questo risulta essenziale potersi riconoscere in un ruolo lavorativo” aggiunge Andrea Lipparini, presidente di Aut Aut Modena, Associazione di famiglie di Persone con Autismo “Un aiuto fondamentale arriva dalle istituzioni, attraverso progetti come DigitiaMO, dove si creano le condizioni per consentire l’accesso al lavoro anche in condizioni di diverse abilità. Fare cultura significa anche questo.”

Raccolta Campori

Tra i fondi custoditi presso la Biblioteca Estense Universitaria, un posto d’eccezione spetta alla Raccolta Campori, approdata in biblioteca in forma di deposito permanente, come da volontà testamentaria del suo creatore, il bibliofilo modenese Giuseppe Campori (1821-1887). La Raccolta consta di oltre 5000 volumi, in gran parte manoscritti, che ricoprono un arco temporale che va dal XVI al XIX secolo, con preziose testimonianze documentarie legate al territorio, manoscritti musicali e manoscritti miniati. La Raccolta vanta anche una ricca autografoteca, con oltre 100.000 lettere e documenti di mano delle personalità più diverse: regnanti, intellettuali, scienziati, musicisti, letterati, storici, politici. Per l’autografoteca è in corso un vasto progetto di digitalizzazione che arriverà a compimento alla fine del 2023.

Percorso di formazione DigitiaMO in Biblioteca Estense

Il percorso di formazione del progetto ha visto innanzitutto la creazione di un team di lavoro composto da vari soggetti. In primis uno psicologo, coordinatore di progetto che ha selezionato e gestito il team di educatori, fissano la pianificazione delle attività̀ , mantenendo i contatti con la Biblioteca e con le famiglie. Un impegno prevalentemente nella fase di progetto e di avviamento, con partecipazione periodica alle sessioni. Poi un esperto informatico ha individuato le procedure di elaborazione dei dati, creato maschere personalizzate di input, formato il team di educatori sull’uso di hardware e software, mantenendo i contatti con il team di informatici della Biblioteca. Impegnato prevalentemente nella fase di progetto e di avviamento, successivamente solo per consulenze a richiesta. Inoltre un team di educatori presenti a rotazione in ciascuna sessione ha presidiato le sessioni di lavoro, mediando le difficoltà tipiche della disabilità autistica. Tra le sue mansioni, assistere i partecipanti nella fase iniziale e di regime, supportare il personale della Biblioteca, arginare eventuali comportamenti problematici o inadeguati, motivare e rinforzare i partecipanti nel raggiungimento dei risultati, svolgere un primo controllo qualità del lavoro svolto. Infine un gruppo di referenti presso la Biblioteca Estense per mantenere i contatti, definire le modalità operative ed effettuare il controllo finale dei file consegnati.

Autismo e digitalizzazione

L’attività di digitalizzazione risulta particolarmente indicata per persone con disturbi dello spettro autistico in quanto permette di coniugare le esigenze del lavoro con le caratteristiche che contraddistinguono questa condizione del neurosviluppo. La predilezione per le attività ripetitive tipica della condizione autistica è di grande utilità nel lavoro di digitalizzazione. La prevedibilità insita in un lavoro ripetitivo, che per una persona normotipica potrebbe configurarsi come noiosa o addirittura alienante, è viceversa apprezzata dalla persona con autismo in quanto permette di soddisfare il bisogno di “sapere cosa succederà dopo”; svolgere una attività con ridotte possibilità di imprevisti permette ai partecipanti di esprimersi al meglio riducendo i fattori stressanti. La capacità di osservazione dei dettagli è un’altra caratteristica che torna utile nel momento in cui alcuni documenti possono esserci piccole variazioni di grafiche o contenuti, come ad esempio un punto, una maiuscola o uno spazio inserito in un testo. L’innato senso delle regole, l’indole versata per l’ordine e la forte determinazione a completare le consegne danno prova sempre più spesso che le persone autistiche possono dimostrarsi grandi lavoratori - pur se con i limiti che la loro condizione impone. 

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