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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Don Alberto lascia la parrocchia e veste il camice, lavorerà all'ospedale di Sassuolo

Una laurea in Medicina e sette anni di attività in corsia, poi la scelta di indossare l'abito talare. Ma l'emergenza chiama: "Ora, come mi ha detto un'amica, il mio altare diventa il letto del malato"

"Penso che in questo periodo difficile e di sofferenza sia anche questo un modo per 'spezzarsi' e mettersi a disposizione con tutto quello che abbiamo. Era una parte di me ancora viva e ora più che mai mi spinge a donarmi. Anche se un po' più distante rimarrò raggiungibile via cellulare e quant'altro... Continuerò a pregare e a celebrare la Messa per tutti voi. Ora, come mi ha detto un'amica, il mio altare diventa il letto del malato. Un abbraccio a tutti, coraggio!".

Sono le parole di don Alberto Debbi, sacerdote reggiano con alle spalle studi e specializzazione in Medicina. Così il viceparroco della “Beata Vergine delle Grazie” di Correggio ha annunciato ai fedeli la sua scelta: da oggi riporrà nel cassetto momentaneamente l'abito talare per indossare nuovamente il camice. Debbi lavorerà infatti presso la Pneumologia dell'Ospedale di Sassuolo per rinforzare l'organico del personale addetto alla gestione dell'emergenza covid-19.

Reggiano e originario di Salvaterra, oggi Debbi ha 44 anni e soltanto due anni fa è stato ordinato sacerdote, dopo una vita spesa fra gli studi in medicina e la corsia. Nel 2005 si era specializzato in Malattie dell'apparato respiratorio all'Università di Modena e Reggio Emilia e per sette anni aveva lavorato nell'ospedale di Sassuolo, fino alla scelta di un radicale cambio di vita.

Nei giorni scorsi è arrivata poi la decisione di rispondere all'appello del Servizio Sanitario e mettere la propria competenza al servizio dei malati di coronavirus.

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