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Emil Banca: 150 dipendenti coinvolti in indagine su Covid, vitamina D e prevenzione

Sono circa 150 i dipendenti di Emil Banca che dai primi mesi del 2021 si stanno sottoponendo volontariamente, sotto sorveglianza medica, a un'indagine che prevede la somministrazione di vitamina D e cerca di fornire ulteriori dati nella prevenzione di diverse patologie, compresa l’infezione da Covid 19, soprattutto nelle sue complicanze più gravi. L’indagine è stata proposta a Emil Banca da Enrico Montanari, direttore scientifico della rivista medica Elisir di Salute il quale, vista l’attuale pandemia, ha suggerito un percorso di medicina preventiva rivolto ai dipendenti dell’istituto di credito cooperativo presente anche a Modena.

Le circa 150 persone che hanno già aderito al progetto si sono sottoposte a un prelievo ematico per conoscere i propri livelli di vitamina D. I dati preliminari confermano una diffusa insufficienza e talora grave carenza di vitamina D. A 114 soggetti è stato rilevato un valore inferiore a 30 ng/ml e sono stati così ammessi allo studio.

Per un periodo di tre mesi, una volta al giorno, assumeranno vitamina D3 attraverso uno spray orale segnalando al proprio medico curante e a Montanari l’eventuale comparsa di sintomi similinfluenzali. Un ulteriore prelievo ematico a distanza di alcuni mesi dall’inizio della sperimentazione servirà per verificare il miglioramento dei parametri e perfezionare l’intervento di promozione della salute attraverso eventuali ulteriori accertamenti.

A fine studio verrà verificato, per quanto possibile, anche il numero e la gravità delle eventuali infezioni da Covid-19 nel periodo di osservazione.

I primi risultati dello studio sono attesi per l’estate, dopo che ai soggetti coinvolti verrà sottoposto anche un questionario sul proprio stile di vita.

Grazie ad accordi con altri studiosi, l’analisi epidemiologica dei risultati di questa osservazione potrà contribuire al progresso scientifico sul tema, confluendo in ricerche più vaste finalizzate alla prevenzione del Covid-19. L’azione combinata dei vaccini e altre misure di prevenzione, insieme a un’integrazione con la vitamina D3, potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nell’eradicazione totale dell’attuale infezione pandemica virale.

«Negli ultimi decenni la carenza di vitamina D è stata messa in relazione con diverse patologie, quali diabete, tumori, malattie cardiovascolari e autoimmuni - spiega Enrico Montanari – Inoltre decine di studi scientifici nazionali e internazionali suggeriscono che la vitamina D possa avere un ruolo di protezione nei confronti delle infezioni virali e respiratorie, inclusa l’attuale infezione da Covid-19.

La vitamina D è un nutriente essenziale contenuto naturalmente in alcuni alimenti, seppure a dosi molto basse, per cui spesso l’alimentazione risulta insufficiente a mantenere livelli adeguati di questa importante vitamina; anche l’esposizione al sole si è dimostrata poco efficace per raggiungere il fabbisogno giornaliero. L’obiettivo di studio, quindi, - continua Montanari - è verificare l’utilità della somministrazione giornaliera di integratori di vitamina D3 in soggetti potenzialmente esposti al contagio virale, con somministrazioni giornaliere a basse dosi (1.000-4.000 u.i.) che si sono dimostrate maggiormente efficaci in quasi tutti gli studi scientifici internazionali».

Lo studio coinvolge altri clinici della nostra regione, tra i quali Claudio Caprara, specialista in igiene e sanità pubblica, medicina interna e del lavoro, e rientra in una ricerca più vasta svolta in collaborazione con Vincenzo Romano Spica, ordinario di igiene e responsabile del laboratorio di epidemiologia e biotecnologie nell’Università di Roma “Foro Italico”.

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