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All’emporio Portobello si inaugura “Un Villaggio per Crescere” contro la povertà educativa

Far crescere la consapevolezza nelle famiglie dell'importanza delle buone pratiche per influenzare positivamente lo sviluppo dei bambini, l’ambiente familiare di apprendimento e contribuire a prevenire diseguaglianze e povertà educativa e socio-economica. È questo il principale obiettivo di Un Villaggio per Crescere

Far crescere la consapevolezza nelle famiglie dell'importanza delle buone pratiche per influenzare positivamente lo sviluppo dei bambini, l’ambiente familiare di apprendimento e contribuire a prevenire diseguaglianze e povertà educativa e socio-economica. È questo il principale obiettivo di Un Villaggio per Crescere, progetto proposto e coordinato a livello nazionale dal Centro per la Salute del Bambino e co-finanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini e dalla Fondazione Generali Italia - The Human Safety Net (THSN), Ora di Futuro, nell’ambito del progetto “Crescere nel Villaggio”.

A Modena, il Villaggio è stato avviato presso l’emporio sociale Portobello, grazie alla collaborazione dei partner locali Porta Aperta, Associazione Futuro e Associazione Culturale Pediatri Emilia, entrando a fare parte di una rete di circa 30 sedi in Italia e distinguendosi per essere l’unica sede che sperimenta la sinergia con un’attività di emporio solidale, costituendosi così come progetto pilota sotto questo aspetto. I destinatari del progetto sono i bambini da 0 a 6 anni e le loro famiglie che si rivolgono a Portobello, famiglie che vivono in situazione di fragilità dal punto di vista economico e che beneficiano dell'aiuto alimentare dell’emporio ma anche di altre forme di supporto, come quella in ambito educativo e relazionale offerta dal Villaggio.

Nelle ultime settimane, a causa della guerra in Ucraina, i numeri sono in aumento: sono infatti circa 300 le famiglie profughe ucraine a cui Portobello (gestito dall'associazione Porta Aperta di Modena) distribuisce quotidianamente generi alimentari, numero che si aggiunge all’ordinaria utenza dell’emporio che, dal 2013, da quando ha aperto, ha raggiunto migliaia di famiglie (più di 700 solo nell’ultimo anno). La maggior parte delle famiglie profughe ucraine che accede all’emporio è composta anche da bambini che, a loro volta, accedono al Villaggio.

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“Presso l’emporio è stato allestito uno spazio gratuito, sia interno che esterno, dove vengono svolte con la facilitazione di operatori e volontari appositamente formati, attività di dimostrata efficacia per lo sviluppo del bambino e per la relazione con l’adulto – spiega il presidente di Porta Aperta Alberto Caldana - Genitori e bambini trascorrono tempo di qualità insieme con attività quali lettura, esperienza musicale, gioco, utilizzo consapevole e condiviso delle tecnologie digitali e tanto altro. La fragilità economica della famiglia, requisito per accedere all’emporio, è senza dubbio uno dei fattori che possono condizionare negativamente lo sviluppo evolutivo e le potenzialità dei bambini, ma è la qualità dell’ambiente educativo familiare l’aspetto fondamentale. E non è certo solo la condizione economica a determinarlo. Con il Villaggio vogliamo essere di sostegno alle famiglie anche su questo fronte: non solo cibo per il corpo ma anche per la mente”.

“Stiamo lavorando per creare una rete affinché questa proposta diventi una politica nazionale - dice Giorgio Tamburlini, presidente del Centro per la Salute del Bambino - Il Villaggio vuole essere uno spazio di supporto alle famiglie dove poter crescere, confrontarsi e sostenersi. Perché per sentirsi amati e riconosciuti nei nostri compiti evolutivi per arrivare a sviluppare il potenziale enorme che tutti noi abbiamo, c'è bisogno di tutta la comunità”.

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