Estetista a domicilio, Confesercenti: "Un fenomeno dilagante e pericoloso"
A seguito del drammatico episodio in cui Samanta Migliore ha perso la vita dopo un intervento estetico effettuato a casa viene spontaneo chiedersi come funzionano queste “prestazioni a domicilio” e se siano o meno lecite e sicure
A seguito dell’episodio in cui Samanta Migliore ha perso la vita dopo un intervento estetico a domicilio viene spontaneo chiedersi come funzionano queste “prestazioni”, se siano lecite e le norme da tenere presenti. A tal proposito ne abbiamo parlato con Marco Poggi di Confesercenti Modena per la categoria Immagine e Benessere.
Questi interventi, seppur estetici, ad iniezione come e dove si dovrebbero svolgere? “Tutti questi interventi più o meno rischiosi vanno fatti presso le strutture abilitate, con norme igienico sanitarie precise e permessi in regola. Tutta e ripeto tutta l’attività casalinga di questo tipo, dalla parrucchiera, alle unghie ai piccoli ritocchi estetici, non è regolare.”
“E’ un fenomeno che preoccupa - prosegue Poggi- e che anche complice la pandemia è sempre più evidente e dilagante. Per la sicurezza delle clienti vanno frequentati i saloni in regola e non affidarsi a persone che spesso e volentieri oltre a non avere la strumentazione per un lavoro adeguato non hanno i requisiti e le competenze per determinate operazioni”
Come può avere questa “estetista” reperito il materiale come il botulino e le siringe in grande quantità? “Su questo stanno infatti indagando le Forze dell’Ordine, anche perché per queste tipologie di interventi più "critici", con punture e in posti delicati, ci sono ulteriori puntualizzazioni e norme ben più severe che un normale centro estetico, come ad esempio personale altamente specializzato e ambienti sterili e competenze certificate”.
“La raccomandazione che si fa è sempre quella di non fidarsi di chi si professa estetista a domicilio senza uno studio, titoli e quant'altro, ma di fidarsi solo dei centri specializzati cosi che episodi drammatici come quello di Maranello non si verifichino più”.