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Studio sulle vasculiti, due farmaci sostituiscono l’uso di steroidi evitandone i pesanti effetti collaterali

Avacopan e Tocilizumab efficaci e sicuri, la scoperta viene dalla Reumatologia di Modena e Reggio Emilia guidata dal professor Carlo Salvarani

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Come riferisce Claudio Vagnini, Direttore dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, “ancora una volta la ricerca clinica e quella scientifica traggono la loro forza dall’integrazione delle due realtà, reggiana e modenese, e dalla collaborazione con l’Università. Non è un caso che insieme si raggiungano questi risultati così importanti a livello internazionale e di storia della clinica. La strada per la migliore cura e assistenza passa proprio dalla ricerca e da quella ripartiamo ogni volta”.   

Cristina Marchesi, Direttore Generale dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia, dichiara: “Un risultato importante nato da una collaborazione proficua: il confronto e la condivisione di competenze ed entusiasmi si traduce, come in questo caso esemplare, in ricadute fondamentali nell’evoluzione della pratica clinica e nella qualità di vita dei pazienti che curiamo”.

E come aggiunge il Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Carlo Adolfo Porro, “i risultati di questi studi sono estremamente rilevanti sul piano clinico-terapeutico e confermano l’importanza della ricerca traslazionale, in grado di tradurre le scoperte della ricerca di base in applicazioni importanti per il trattamento dei pazienti. La grande competenza e il prestigio del prof. Salvarani e del suo gruppo, l’approccio multidisciplinare e il lavoro presso le due Aziende interessate di Modena e Reggio Emilia e in collaborazione con team di assoluto prestigio a livello internazionale, sono tutti elementi alla base di questi successi. Sono molto lieto che la realtà biomedica e sanitaria territoriale confermi il proprio ruolo di punta a livello internazionale”.

Storia degli steroidi

Il cortisone, il primo steroide identificato nonché il più importante farmaco antinfiammatorio, efficace in quasi tutte le malattie autoimmuni, è stato isolato per la prima volta nel 1935 dalla corteccia surrenale alla Mayo Clinic dal chimico statunitense Edward Kendall e chiamato inizialmente “Composto E”. Nel 1948 Philip Hench, clinico e reumatologo della Mayo Clinic, trattò per la prima volta una malattia autoimmune, l’artrite reumatoide, con il cortisone, somministrandolo a 14 pazienti. In pochi giorni tutti ebbero un consistente miglioramento del dolore e della rigidità articolare. L’introduzione del cortisone nelle malattie autoimmuni-infiammatorie valse a Kendall e Hench il premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 1950.

Poiché tuttavia tutti i 14 pazienti presentarono una riacutizzazione dell’artrite alla sospensione del cortisone e, nel lungo termine, devastanti effetti collaterali da terapia steroidea prolungata, l’utilizzo di farmaci antinfiammatori da associare allo steroide per ridurne gli effetti collaterali è diventata una importante necessità. Tale necessità non è soddisfatta nella terapia a lungo termine di molte delle malattie autoimmuni-infiammatorie, incluse le vasculiti che sono malattie in cui l’infiammazione è localizzata nelle pareti dei vasi.

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