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Oltre la pandemia, i fatti che hanno segnato il 2020 di Modena

Un anno straordinario sotto ogni aspetto, che ha riservato davvero poche gioie al nostro territorio, stretto nella morsa della pandemia. E non solo

E' la metà di febbraio quando il Covid-19 si fa largo in modo evidente anche sul territorio modenese. I primi contagi a Carpi, legati al focolaio di Codogno, sono solo un prologo - certamente ancora non compreso - di quella che di lì a poche settimane prenderà il nome di pandemia. Da quei giorni di febbraio e dal successivo lockdown di marzo la storia del 2020 vira radicalmente su tinte drammatiche, segnando profondamente anche la cronaca di un anno come non se ne conoscevano da ormai molti decenni.

Ma cosa resterà di questo 2020 al di fuori dell'emergenza sanitaria che ha fagocitato tutto quanto? Proviamo a ripercorrere insieme questi 12 mesi per riportare alla memoria gli avvenimenti "exta-pandemici" più significativi per il territorio modenese.

La rotta dell'argine del Panaro e l'alluvione tra Modena, Castelfranco e Nonantola

Purtroppo tra gli eventi che resteranno nella memoria di molti spicca quello di un nuovo episodio alluvionale. Il 6 dicembre, domenica mattina, il fiume Panaro rompe l'argine destro nel territorio di Gaggio e riversa le proprie acque sulla pianura modenese. All'esondazione che aveva mandato sott'acqua la zona est di Modena, alla Fossalta, segue una vasta alluvione delle campagne di Castelfranco e Nonantola. E' proprio il comune nonantolano il più colpito, con l'acqua che raggiunge case e aziende del centro e delle frazioni. Decine di sfollati, luoghi isolati per molte ore e milioni di danni al patrimonio pubblico e privato. L'enorme impegno del volontariato e la grande volontà dei residenti non cancellano l'ennesimo disastro legato all'incapacità della rete idraulica modenese di sopportare il peso delle piogge prolungate: una debolezza strutturale che - insieme ai fenomeni atmosferici sempre più estremi - porterà ancora ed inevitabilmente a disastri alluvionali che negli ultimi anni si sono verificati con troppa frequenza intorno ai due corsi d'acqua che abbracciano la nostra provincia.

Rivolta e strage nel carcere di Sant'Anna

La data dell'8 marzo segna un altro accadimento drammatico, un fatto di una gravità estrema che porta al decesso di 9 detenuti del carcere di Modena. Una rivolta carceraria porta alla devastazione dei locali del Sant'Anna e impone alle forze dell'ordine una reazione in forze che trasforma la casa circondariale in un teatro di guerriglia per diverse ore. Serve infatti quasi un'intera giornata per sedare la rivolta, che si conclude con il drammatico bilancio di 9 vittime, alcune decedute all'interno della struttura, altre dopo il trasferimento verso altri penitenziari. Una vicenda della quale, dopo ormai 10 mesi di indagine, non si conoscono ancora gli esatti contorni: di ufficiale vi sono solo i referti autoptici, che attribuiscono all'overdose di farmaci le cause del decesso dei detenuti morti entro le mura della struttura modenese. L'auspicio è che la magistratura possa arrivare in tempi brevi alla chiusura dell'inchiesta, delegata alla Polizia di Stato.

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