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Lotta ai tumori, presentata la nuova PET-CT del Policlinico

Con 1.500 nuovi casi di tumore all'anno e 2.300 le PET svolte ogni anno al Policlinico di Modena, la donazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena avrà un importante impatto positivo

Dopo circa 3 mesi di lavori, è entrata in funzione la nuova PET-CT, in forza alla Struttura Complessa di Medicina Nucleare, diretta dal dott. Napoleone Prandini, che ha sede al Policlinico di Modena e costituisce il centro di riferimento provinciale per questo tipo di patologie. La nuova apparecchiatura del valore di 2.200.000 euro interamente donati dalla Fondazione Cassa Risparmio di Modena, si aggiunge  alle attuali PET-CT e SPECT installate e mette a disposizione del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia, diretto dal prof. Stefano Cascinu, un’arma formidabile nella lotta al cancro.

La PET-CT è il secondo tassello di un progetto dell’Oncologia modenese sostenuto dalla donazione di 3 milioni di euro della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (FCRMO), presentato alla cittadinanza nel novembre del 2016. Nell’estate del 2017 è stato attivato un primo acceleratore lineare, completamente rinnovato, del valore di 800.000 euro. Altri 250.000 euro, frutto di un’ulteriore donazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, hanno consentito l’acquisto di apparecchiature per la Radiofarmacia, che costituisce un fondamentale supporto dell’attività di Medicina Nucleare.

“L’aggiornamento del primo acceleratore lineare e l’acquisto di questa nuova PET-CT – ha commentato il dottor Ivan Trenti, Direttore Generale dell’AOU di Modena – sono importanti passi in avanti per lo sviluppo di un progetto sull’utilizzo di tecniche innovative per il trattamento di tumori avanzati del distretto testa-collo, del pancreas e del polmone. Entro l’anno acquisiremo il secondo acceleratore lineare, a carico del bilancio aziendale, e aggiorneremo la tomoterapy donata nel 2008 dalla Fondazione. Quello della ricerca e cura della patologia oncologica costituisce uno dei principali compiti del Policlinico e ai nostri bravissimi professionisti dobbiamo garantire il massimo della tecnologia possibile.  Desidero, quindi, ringraziare con calore il Presidente Cavicchioli e la Fondazione per il supporto in questo percorso.”

Sono circa 1.500 i nuovi casi di tumore seguiti annualmente dal Policlinico di Modena che complessivamente si occupa di circa 6.000 casi all'anno. Di questi, circa 1.900 usufruiscono di un trattamento radioterapico e 2.300 sono le PET eseguite dalla Medicina Nucleare del Policlinico, che serve l’intera Provincia. “Ringrazio la Fondazione Cassa di Risparmio – precisa il Sindaco di Modena e co-presidente della CTSS Gian Carlo Muzzarelli - l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, per un nuovo passo in avanti nella lotta contro il cancro e nella qualificazione della sanità modenese. Ricerca, diagnosi e terapie sempre più efficaci e meno invasive sono la risposta necessaria, e un territorio avanzato come quello modenese deve mettere a disposizione dei cittadini le migliori tecnologie e strutture, e professionisti sempre aggiornati”.

“La nuova PET/CT ci fornisce immagini in 4D sincronizzate con i movimenti respiratori – commenta il dottor Napoleone Prandini, Direttore della Medicina Nucleare - che consentiranno di riconoscere tumori non visibili con le tradizionali PET/CT che forniscono immagini 3D. Questa caratteristica ci permetterà di adattare con maggiore precisione la terapia al paziente”.  “Il nuovo sistema – aggiunge l’Ing. Massimo Garagnani, Direttore del Servizio Unico Ingegneria Clinica dell’AOU di Modena – è dotato di un ampio gantry di 78cm. Si tratta dello spazio in cui viene inserito il lettino del paziente e questa ampiezza garantisce una migliore facilità di accesso per i pazienti obesi e per i sistemi radioterapici di immobilizzazione del paziente e spiccate caratteristiche tecnologiche del sistema PET in termini di elevata sensibilità e ampio campo di vista che consentono rapidi tempi di acquisizione degli esami con beneficio sulla riduzione della dose e significativo miglioramento delle immagini ottenute a parità di radiofarmaco iniettato”. 

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