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Fonti energentiche da materiali di scarto, Unimore forma i tecnici del Sudan

Il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche di Unimore ospita una serie di seminari e lezioni teorico/pratiche per addestrare 5 tecnici sudanesi all’interno del progetto “Fostering inclusive economic growth in Kassala State through agro-value chains development and access to financial services”

Tecnici sudanesi in questi giorni fino al 6 agosto sono ospiti, insieme ad un capotecnico italiano, Gianni Sperandai che lavora per l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche di Unimore.

Il gruppo, nei giorni che si tratterrà presso Unimore, seguirà lezioni in aula, seminari, lezioni in laboratorio, tenuti dal prof. Gianluca Malavasi, e visite presso aziende che collaborano allo sviluppo di alcuni prototipi di pirolizzatore. Nel corso del soggiorno i partecipanti avranno modo di approfondire le loro conoscenze e competenze sulla gestione di impianti volti allo sviluppo di processi industriali con particolare riguardo al recupero di fonti energetiche da materiali di scarto e alla conservazione di prodotti derivanti dalla filiera agricola.

L’iniziativa rientra nel progetto “Fostering inclusive economic growth in Kassala State through agro-value chains development and access to financial services(Promozione della crescita economica inclusiva nello Stato di Kassala (Sudan) attraverso lo sviluppo di catene alimentari a valore aggiunto e relativo accesso ai servizi finanziari), supportato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo in Sudan con sede a Khartoum, che si pone - tra gli altri - l’obiettivo di promuovere in paesi in via di sviluppo una crescita economica duratura, inclusiva, sostenibile, una piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti.

La scelta di appoggiarsi ad Unimore deriva dalle riconosciute competenze del prof. Gianluca Malavasi, un chimico in grado di spiegare le reazioni che avvengono durante il processo di pirolizzazione.

Partecipare a progetti di questo tipo - spiega il prof. Gianluca Malavasi di Unimore - è molto entusiasmante e coinvolgente in quanto permette di contribuire fattivamente allo sviluppo economico e sociale di paesi fortemente sofferenti come il Sudan. Ad esempio, in questi giorni abbiamo mostrato ai tecnici sudanesi le basi teoriche e come funziona un pirolizzatore, di cui un primo prototipo è stato messo a punto e ospitato presso i laboratori del nostro Dipartimento: si tratta di uno strumento capace di convertire materiale plastico di scarto (bottiglie, sacchetti, contenitori vari, ecc.) in un liquido (oil) che può essere utilizzato come combustibile (fuel)”.

Il progetto sta suscitando molto interesse anche tra ONG operanti in territorio africano, perché il processo di pirolizzazione potrebbe essere utilizzato proficuamente nel trattamento dei rifiuti plastici proveniente dagli ospedali gestiti appunto dalle varie ONG.

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