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Qualche minuto in gabbia come negli allevamenti, l'iniziativa degli animalisti anche sotto la Ghirlandina

Essere Animali: “Pochi minuti all’interno della gabbia rendono l’idea della costrizione che provano le scrofe negli allevamenti, dove sono imprigionate in condizioni ignobili che non le permettono alcun movimento”

Iniziativa di Essere Animali ieri pomeriggio in centro a Modena: l’organizzazione ha portato in Piazza della Torre una gabbia simile a quella utilizzata all’interno degli allevamenti intensivi per stabulare le scrofe e ha invitato i passanti a rinchiudersi all’interno per immedesimarsi nella condizione degli animali allevati. L’iniziativa è parte della campagna #SOSpig lanciata da Essere Animali dopo la diffusione di una lunga indagine realizzata all’interno di oltre 20 allevamenti intensivi italiani, situati anche in Emilia Romagna.

Obiettivo della campagna è spingere la grande distribuzione organizzata ad abbandonare l’utilizzo delle gabbie e le procedure di mutilazione dei suinetti. In Piazza della Torre era possibile anche firmare l’apposita petizione online che ha già raggiunto oltre 120 mila firme.

Per realizzare l’indagine gli investigatori dell’organizzazione hanno lavorato all’interno di alcuni allevamenti e con una telecamera nascosta hanno filmato le condizioni in cui vengono allevate le scrofe da riproduzione. "Sono confinate per più di un terzo della loro vita in gabbie così strette dove non possono nemmeno girarsi su se stesse. Durante la prima fase di gestazione, che inizia con l’inseminazione artificiale, il parto e l’allattamento, gli animali vivono in uno spazio poco più grande del loro corpo. L’indagine mostra scrofe letteralmente incastrate tra le gabbie, con il corpo martoriato da piaghe e infezioni dovute al continuo sfregamento contro le sbarre. Oltre alla sofferenze fisica si aggiunge quella psicologica, i maiali sono animali intelligenti e sensibili e, come mostra la nostra indagine, se privati di ogni stimolo manifestano apatia e comportamenti stereotipati.”, spiehano gli attivisti di Essere Animali.

“Siamo di fronte a un problema diffuso e strutturale che coinvolge l'intera industria alimentare. Un cambiamento è necessario, urgente ma soprattutto possibile. Le catene di supermercati possono influenzare i metodi di produzione degli allevamenti fornitori grazie al loro potere di acquisto, vincolandoli a non utilizzare gabbie e mutilazioni. Il ruolo dei consumatori, di conseguenza, è fondamentale al fine di spingere la grande distribuzione organizzata a intraprendere questo percorso. Le nostre richieste sono concrete: gruppi alimentari esteri o interi stati dell’Unione europea hanno già superato queste pratiche crudeli.”

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