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I giovani della provincia di Modena e la percezione del gioco d'azzardo

Federconsumatori Modena è storicamente attiva sulle diverse angolazioni del gioco d’azzardo. Negli anni ha promosso occasioni di dibattito, percorsi formativi, presenza informativa in luoghi pubblici. Ma anche ricerche, momenti di mobilitazione, presentazione di proposte. Con questa indagine vuole dare una cornice della nostra provincia

Qualsiasi analisi, qualunque interpretazione dei dati di una indagine, non può che partire dalla generale condizione del nostro territorio.

Nell’ultimo anno prima della pandemia, il 2019, i modenesi hanno speso di solo gioco fisico oltre un miliardo di euro, perdendo 245 milioni di euro. Ogni modenese, neonati compresi, ha giocato, nei canali fisici, 1482 euro pro capite, perdendo 345 euro. A questi vanno aggiunti i tendenziali 600 euro, sempre pro capite e neonati compresi, giocati nel 2019 nei diversi giochi online. Cifre enormi, che mettono Modena in testa alla classifiche regionale, grazie ad una rete di gioco d’azzardo ipertrofica, in particolare in alcune parti del territorio.

Sono cinque i Comuni modenesi dove la spesa pro capite complessiva per gioco d’azzardo ha superato quella alimentare: Sassuolo, Carpi, Formigine, Savignano e Modena. I primi quattro hanno anche visto il sorpasso della spesa sanitaria, pubblica e privata. Anche nella nostra provincia si è registrato un lieve rallentamento del gioco fisico, anche dovuto ad una eccellente Legge regionale, che dove applicata ha visto riduzioni importanti di quanto giocato d’azzardo.

Anche il contenimento degli orari di apertura, voluta da diverse Amministrazioni locali, ha avuto effetti importanti. Da tempo cresce il gioco online, sia per la comodità che per le maggiori possibilità di vincita. Nel 2020, in ogni caso, la crescita dell’online (dato regionale) è stata più contenuta degli anni precedenti, mentre a fronte del dimezzamento delle giornate di apertura del gioco fisico si registra un dimezzamento anche di quanto giocato. Un calo che ha dimostrato, al di là delle modalità con le quali si è verificato, gli effetti positivi dei percorsi di contenimento delle occasioni per giocare d’azzardo.

Il gioco d’azzardo, i ragazzi e le ragazze di Modena

AnQui non ci sono dati di spesa a sostegno delle analisi; per questo è ancora più rilevante una indagine come questa, che ha visto ben 1106 partecipanti. Indagine dagli esiti per nulla banali, che confidiamo sarà utile al mondo della Scuola, ai genitori, ai ragazzi stessi ed anche alle Amministrazioni locali.

Le Scuole hanno fatto molto per ragionare assieme a ragazzi e ragazze dei pericoli del gioco d’azzardo. Ciò nonostante una delle parole chiave della nostra indagine è SOTTOVALUTAZIONE del problema. Circa la metà di chi ha risposto al nostro questionario non considera lotto, lotterie e Gratta&Vinci come veri e propri giochi d’azzardo. Un dato che ridimensiona di parecchio una risposta con caratteristiche positive: il 97% è a conoscenza del divieto di gioco ai minori. Si sottovaluta, e di molto, quanto viene speso mediamente in Italia per l’azzardo fisico e on line: solo il 12% risponde correttamente (circa 1900 euro), mentre il 62% indica somme al di sotto della metà. Un altra parola chiave è SOPRAVVALUTAZIONE dei risultati del gioco.

Probabilmente spinti da intense campagne pubblicitarie, che i ragazzi dimostrano di conoscere assai bene, e dalle frequenti notizie di vincite clamorose, un 75% del campione sopravvaluta largamente le effettive possibilità di vincita. Prova ne sia il fatto che il 23% dichiara che nella propria famiglia ci sono state vincite ingenti. Una affermazione che cozza però con i numeri, che riportano ai minimi termini le possibilità di vincite significative.

Tre per classe

I ragazzi giocano d’azzardo? E’ certamente la domanda più delicata, che può scontare nelle risposte una certa reticenza. Il 28% dichiara di essere entrato almeno una volta in una Videolottery. Si parte dal 20% dei quattordicenni e si arriva al 50% dei ventenni, con una progressione che “esplode” con l’arrivo alla maggiore età. Ma bisogna porre attenzione a questi numeri, perché la gran parte di questi accessi non ha caratteristiche di continuità, e può essere derubricato ad una curiosità verso queste strutture. L’altro dato da tener d’occhio, forse il più importante, è quello di come i ragazzi vedono il proprio futuro di giocatori, o di non giocatori. L’88% esclude la possibilità di giocare d’azzardo nel futuro, mentre il 12% dichiara questa possibilità, prevalentemente on line. Un numero singolarmente vicino alle percentuali stimate di giocatori in Italia, e che rende realistico la previsione che in una classe di 25 persone i potenziali giocatori, una volta raggiunta la maggiore età, siano 3. Uno di loro si candida, nel futuro, ad un approccio patologico al gioco.

Nel gioco d’azzardo c’è una questione di genere?

Ragazzi e ragazze sono pressoché unanimi nel tracciare il ritratto del giocatore d’azzardo tipo. Assolutamente uomo, soprattutto disoccupato (ma a seguire lavoratore), non particolarmente giovane, che gioca sia per svago che per la necessità di avere entrate economiche.

Per molti versi un perdente, illuso di risolvere i propri problemi giocando. Per capirci solo il 4% vede come giocatore tipo una donna. Anche qui pesa la sottovalutazione dei giochi più tipicamente a partecipazione femminile: il Gratta&Vinci, il Lotto, il Bingo. Ma analizzando altre risposte pare chiaro che le differenze, se ci sono, risultano contenute, e vanno ricondotte alle diverse tipologie di gioco. Ad esempio il 52% delle ragazze ed il 58% dei ragazzi dichiara di aver speso soldi nei giochi d’azzardo. Quindi non pare esserci una questione di genere nell’azzardo, ma semmai una divisione tra giochi da maschi (scommesse sportive, poker on line ecc.) e i giochi da femmine prima citati. Clamoroso è il fatto che il 93% delle ragazze dichiari di aver acquistato almeno una volta un Gratta&Vinci, contro il 73% dei ragazzi. 

Cosa fare? Distanziare

L’indagine dimostra quanto sia importante dare corso pieno ai contenuti della normativa della nostra regione, a partire dal cosiddetto distanziometro. La vicinanza, spesso la contiguità delle sale giochi con i luoghi dove sono presenti ragazzi e ragazze, le luci delle slot che si riflettono sulle finestre delle Scuole, debbono diventare soltanto un ricordo del passato. Dare corso rapidamente ai contenuti della LR deve essere un imperativo per ogni Amministratore locale. Semmai vanno forniti a questi ulteriori strumenti d’azione, come la possibilità in determinate condizioni di vietare, in qualunque luogo, nuove strutture d’azzardo. E’ il caso di quei Comuni, nella nostra provincia, dove si spende di più per giocare che per mangiare o per curarsi.

Educare i genitori

Il primo approccio all’azzardo per i ragazzi avviene tramite i genitori ed i nonni. Tre ragazzi su quattro sono stati coinvolti da genitori e nonni nel “grattare” un Gratta&Vinci, anche in tenera età. Anche in questi atteggiamenti è facile individuare quella sottovalutazione verso questo tipo di azzardo, che frequentemente raggiunge dimensioni patologiche. 

Educare i giovani

Tanto viene fatto, bisogna fare di più. Va demolita l’idea diffusa che il gioco sia solo un affare da maschi cinquantenni, con poche risorse, ai margini della società. Bisogna chiarire che l’azzardo si esprime in tanti modi, che è azzardo quello della Signora che acquista ogni giorno un solo Gratta&Vinci da 20 euro (investimento di 7.300 euro annui, perdita media di 2.000). Ma che è azzardo anche quello del giovane laureato che “gioca in borsa”, perdendo mediamente il 90% di quanto investito il primo anno. Proprio sul contrasto agli eccessi nel trading on line, solitamente non considerato come azzardo, bisognerebbe investire energie collettive. RICERCHE CAMBIARE LA COMUNICAZIONE SULL’AZZARDO Il mondo della comunicazione soffre sull’azzardo di una significativa dicotomia. Da un lato grande attenzione alle patologie, ai dati, alle indagini. Dall’altro una pari attenzione quando si verificano importanti vincite. Difficile calcolare i danni di una notizia sparata su di un sito o su di un quotidiano come “Operaio vince due milioni al SuperEnalotto”. Notizia che, se non accompagnata dalla considerazione che per un vincente ci sono 6 milioni di perdenti, crea attorno all’azzardo tanti falsi miti. E’ provata la moltiplicazione delle giocate nei giorni successivi a vincite importanti, spesso vere e proprie operazioni di marketing. Nella cattiva percezione di ragazzi e ragazze rispetto alle effettive possibilità di vincere c’è anche questo.

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