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Gli inceneritori non si spengono. In regione resterà solo una discarica, quella di Finale Emilia

Sono solo alcuni degli elementi cruciali per il territorio modenese contenuti nel Piano regionale dei rifiuti. Si punta anche sulla bonifica dei siti inquinati

L'Emilia-Romagna resterà con una sola discarica nell'arco dei prossimi cinque anni. Ma non saranno ridotti i termovalorizzatori. E' quanto previsto dal nuovo Piano regionale dei rifiuti, presentato questa mattina in commissione dall'assessora all'Ambiente, Irene Priolo.

"La Regione non prevede più discariche- si spiega dalla commissione- nel 2020 esistevano a Novellara, Carpi, Gaggio Montano, Ravenna e Imola. Nel 2027 ce ne sarà solo una, a Finale Emilia". Tra cinque anni, inoltre, saranno in funzione "solo due impianti meccanici" a Parma e Carpi, mentre "i termovalorizzatori saranno Piacenza, Parma, Modena, Granarolo, Ferrara, Forlì e Coriano".

Nelle osservazioni arrivate in Regione sul piano, "i gestori chiedono nuovi impianti e la riattivazione di discariche esaurite", mentre le associazioni suggeriscono di chiudere subito un inceneritore (Piacenza o Forlì) e spegnerne cinque entro il 2027. "È impossibile spegnere cinque impianti- boccia però l'idea Priolo- altrimenti dovremo realizzare più discariche, che sono molto più inquinanti".

In commissione si mette poi in chiaro che "il fabbisogno per cui si autorizzano nuovi impianti per rifiuti speciali sarà relativo solo a quelli prodotti in regione".

Per l'assessore, inoltre, un "obiettivo cardine e intoccabile" è raggiungere l'80% di raccolta differenziata entro il 2025. "Le associazioni chiedono di aumentare al 90% la raccolta- si sottolinea in commissione- mentre per i Comuni sarà difficile raggiungere quella quota". Allo stesso modo, sempre peri i Comuni "sarà difficile arrivare" anche all'obiettivo di ridurre la produzione di rifiuti urbani a 120 chili pro capite al 2027, dagli attuali 194 chilogrammi. Le associazioni propongono 105 o addirittura 55 chili, ma per l'assessora è "fantascienza".

Il nuovo Piano regionale dei rifiuti dell'Emilia-Romagna introduce anche due novità: le bonifiche dei siti inquinati (la Regione ha avuto 5,3 milioni di euro per sei siti, mentre dal Pnrr sono attesi 27 milioni per 18 siti) e il trattamento dei rifiuti da costruzione e demolizione, che incidono sulla produzione totale per il 38% e solo il 3% è pericoloso.

Infine, la tariffa puntuale. "Era previsto che i Comuni ci arrivassero nel 2020- ricorda l'assessora- oggi sono solo 90, cioè il 27%. Ma la tariffa puntuale non azzera la produzione di rifiuti". Si dovrà realizzare entro il 2024, si spiega in commissione, "ma sarà difficile" e le principali criticità "riguardano la montagna". La Regione è al lavoro con Anci e Atersir per un nuovo regolamento emiliano-romagnolo, che dovrebbe arrivare "entro l'anno". Inoltre è stata accolta la proposta di Confindustria di "eliminare dai contributi i Comuni che non arrivano alla tariffa puntuale nel 2024". Al Piano sono arrivate in tutto 341 osservazioni da 51 proponenti e, alla fine dell'iter in commissione, approderà in Assemblea legislativa per il voto finale. (DIRE) 

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