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Inaugura fra le polemiche il Monumento ai migranti nel nuovo piazzale di Porta Nord

Domenica 24 cerimonia per inaugurare “Le pietre per parlare”. Il centrodestra critica, Muzzarelli in Consiglio comunale: “Omaggio ai migranti di ogni tempo e colore”

Le operazioni di allestimento sono in corso in questi giorni e domenica 24 marzo, alle 10.30, nel piazzale della stazione ferroviaria di Porta Nord a Modena verrà inaugurata la scultura dedicata al viaggio “Le pietre per parlare”. Donata alla città di Modena dal Comune di Fanano, l’opera artistica è stata promossa dall’associazione Urban Stone Sculpture Park di Fanano (Ussp) con l’intervento di 17 artisti coordinati dall’ideatore del progetto Andrea Capucci.

Il Comune di Modena ha sostenuto l’iniziativa con un contributo di 5 mila euro all’associazione Ussp. Il trasporto e l’installazione dell’opera, tre blocchi di arenaria di Fanano e 34 sculture in pietra, è stato affidato con una gara alla ditta Biolchini di Sestola per un importo di 7 mila e 200 euro. Una parte della cifra, 5 mila euro, rappresenta il contributo della Camera di commercio al progetto “Matera Capitale Europea della cultura 2019”. All’opera, infatti, hanno contribuito anche alcuni artisti lucani e si inserisce nel percorso “Città resilienti. Dialoghi filosofici tra Modena e Matera”.

Il particolare tema cui è dedicata l'opera, messo a sistema con il momento storico e con l'ormai avviata - o forse permanente - campagna elettorale, ha inevitabilmente creato polemica in città. Il centrodestra ha mosso critiche all'amministrazione parlando di sperpero di risorse pubbliche, mentre il centrosinistra e il mondo dell'associazionismo d'area hanno difeso a spada tratta l'opera per la sua portata simbolica.

“La scultura – ha spiegato Muzzarelli - è innanzitutto un monumento alla storia d’Italia e alla storia degli italiani, che in ondate successive, dalla fine dell’Ottocento al Novecento, hanno lasciato la Patria per cercare riscatto e fortuna in Francia, Belgio, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Argentina, Cile, Australia, e in tanti altri Paesi dell’Europa e delle Americhe; italiani che, quando non hanno perso la vita, hanno conosciuto delusioni, umiliazioni e sconfitte, e italiani che invece hanno avuto successo e hanno reso più ricchi, economicamente e culturalmente, i Paesi che li hanno accolti. Ma anche il nostro”.

Per il sindaco, quindi, si tratta di “un monumento che ci tocca da vicino, perché la nostra montagna e la bassa modenese in particolare hanno pagato alle migrazioni un alto tributo; e ci tocca da vicino perché le migrazioni le abbiamo vissute in patria, dal sud al nord e, proprio per sottolineare questa nostra storia, il monumento sarà inaugurato da una “bimba napoletana” che fu accolta a Modena nel secondo dopoguerra, quando il cuore dei modenesi, in lotta contro la miseria e impegnati nella ricostruzione, batté più forte di ogni egoismo”. A tagliare il nastro della scultura, infatti, è stata invitata la signora Maria Rosaria La Porta che, da bambina, proveniente da Napoli, venne accolta a Modena dove vive tuttora.

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