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Celle a combustibile idrogeno, il futuro della ricerca passa da Modena

Il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane (DESU) di Unimore capofila del progetto. Tutti concordi nella diffusione di queste tecnologie per formare cittadini europei sempre più attenti all’impatto ambientale dei propri stili di vita

Unimore protagonista nella ricerca sulle celle a combustibile idrogeno, argomento che sta acquistando sempre maggiore interesse nello sviluppo delle fonti di energia rinnovabili.

La sfida viene da un gruppo di ricercatori e docenti deDipartimento di Educazione e Scienze Umane di Unimore che, in quanto capofila del progetto europeo FCHgo (Fuel Cells HydroGen educatiOnal model for Schools) finanziato da Horizon 2020, nelle scorse settimane ha promosso presso la sede d’Ateneo di Reggio Emilia un importanteincontro nazionale, capace di riunire le principali università coinvolte in progetti di ricerca europei nel settore delle celle a combustibile idrogeno.

Nell’incontro si è evidenziato il ruolo che le celle a combustibile idrogeno hanno nella riduzione dei danni ambientali causati dall’uso di fonti di energia convenzionali quali petrolio e carbone e si è anche sottolineato come per sviluppare stili di vita e mentalità sempre più attente all’impatto ambientale le persone debbano essere sostenute da adeguate conoscenze scientifiche e tecnologiche.

Il progetto FCHgo, coordinato dal Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, si occupa proprio della formazione di studenti e insegnanti sul tema delle energie rinnovabili con particolare riferimento alle potenzialità delle celle a combustibile idrogeno.

“Con questo progetto – dichiara la dott.ssa Tiziana Altiero, ricercatrice Unimore e coordinatrice del progetto - ci si propone di diffondere una maggior conoscenza scientifica tra gli studenti europei di ogni ordine e grado di scuola anche attraverso la produzione di un kit di strumenti didattici che sarà disponibile su di una piattaforma web dedicata”.

All’incontro hanno preso parte il dott. Giovanni Cinti (Unipg), il prof. Enrico Bocci (Università degli Studi “G. Marconi” di Roma), il prof. Massimo Santarelli (Politecnico di Torino) ed il prof. Enrico Corni (Unibz). I docenti Unimore coinvolti nell’occasione sono stati la dott.ssa Tiziana Altiero, coordinatrice del progetto FCHgola dott.ssaAlessandra Landini, project manager del progetto FCHgo e il prof.  Marcello Romagnoli del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari (DIEF) che rappresenta Unimore nel FCH-JU (Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking), il partenariato pubblico-privato che in Europa supporta le attività di ricerca e innovazione riguardo le celle a combustibile a idrogeno.

 Nel corso dell’incontro, la dott.ssa Tiziana Altiero, ha sottolineato l’importanza della diffusione del pensiero ecologico fin dalla prima infanzia ed il prof. Federico Corni ha presentato l’approccio narrativo-metaforico all’insegnamento delle scienze con cui incoraggiare la consapevolezza ecologica nei giovani studenti promuovendo anche una conoscenza di base delle applicazioni tecnologiche chiave del futuro.

Secondo il prof. Marcello Romagnoli, del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari, ”tutti i progetti delle diverse università sono finalizzati allo sviluppo e alla maggior conoscenza delle tecnologie delle celle a combustibile idrogeno. Vi è tuttavia la necessità di una maggiore continuità trasversale e verticale nel campo della formazione e della progettazione tecnica di FCH nel territorio europeo. L’occasione che ci ha riunito ha messo in luce possibili sinergie tra i progetti dei principali atenei coinvolti sul tema ed è molto utile anche nello stabilire obiettivi comuni futuri”.

In Unimore sono diversi i gruppi di ricerca impegnati su questo argomento tanto che, da qualche anno, si è costituito un gruppo interdisciplinare che raccoglie studiosi ed esperti di aree disciplinari molto diverse, perché tante sono le competenze necessarie, spesso non solo di tipo tecnico scientifico ma anche umanistico.

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