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Il sondaggio | Fascismo e antifascismo dividono i modenesi

Un questionario della Fondazione del Monte e di Anpi ha misurato il sentiment dei cittadini su due tematiche che si spalmano tra storia e attualità. L'antifascismo oggi tocca nel vivo meno della metà dei modenesi

Fascismo e antifascismo: come si pongono i modenesi nei confronti di questi due termini? Alcune risposte interessanti arrivano dall'indagine condotta dalla Fondazione Mario Del Monte, in collaborazione con Anpi, attraverso un questionario che è stato sottoposto a metà giugno scorso ad un campione di 800 cittadini maggiorenni, statisticamente rappresentativo della realtà locale salvo una sovrarappresentazione dei giovani. Lo strumento utilizzato è stato un questionario strutturato con domande a risposte chiuse, con le interviste realizzate dall'Istituto Demetra e con le risposte analizzate da Vittorio Martinelli della Fondazione Del Monte.

Il sondaggio è partito da un giudizio sul fascismo "storico" per poi approdare a questioni di attualità, in particolare i rischi connessi ad un "riproporsi" del fascismo ai giorni nostri. Il tema è ovviamente di grande complessità e non può prescindere da valutazioni molto soggettive su come viene intesa oggi la questione e il termine stesso "fascismo". 

I quesiti e i dati

Per quanto riguarda il giudizio storico, per oltre un modenese su due (55,3%) il regime fascista di Mussolini in Italia è stato «una dittatura da condannare completamente»; il 36,5% pensa però che il regime sia stato una dittatura che ha portato anche benefici dunque da condannare solo in parte; per il 5,2% è stato «una forma di governo positiva, che ha mantenuto l’ordine e portato il benessere». Quasi due modenesi su tre (il 63%) dice di essere abbastanza informato sulla storia del regime fascista in Italia; un modenese su quattro (24%) ammette di saperne poco; solo il 10,9% dei modenesi afferma di essere molto informato.

Venendo ai giorni nostri, ai cittadini è stata sottoposta la seguente domanda: "Secondo lei oggi quanto è diffuso il fascismo in Italia?". Per il 40% dei modenesi il fascismo è "abbastanza" diffuso; per il 15% lo è molto mentre per il 32% è poco diffuso.

Per il 41,6% del campione il ripresentarsi di ideologie e organizzazioni fasciste dipende principalmente dalla crisi sociale ed economica di diversi strati della popolazione mentre un modenese su quattro (24,9%) è convinto che la causa risieda nel fatto che rappresentano una tendenza non cancellabile nelle società, che ogni tanto riemerge; per il 23% invece il fenomeno dal fatto che le democrazie liberali sono in difficoltà. Sono poi state poste una serie di affermazioni, chiedendo un indice di adesione personale: in sintesi i modenesi non pensano che il fascismo sia solo sui libri di storia e che oggi non possa ripresentarsi (questa affermazione, infatti, ha ottenuto il voto di solo 4,6 su 10); è stata 8 invece l’accordo medio sulla seguente affermazione: «il fascismo è sempre un pericolo perché è l’opposto della democrazia».

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Il 58% dei modenesi pensa che non possa esistere una democrazia anche con meno libertà di quelle che abbiamo oggi, il 37% dei modenesi (quindi oltre uno su tre) pensa invece di sì mentre il 5% non sa rispondere. Il 69,6% del campione ritiene che la Festa del 25 aprile abbia ancora senso, al contrario un modenese su quattro (24%) pensa che «non abbia più molto senso». L’affermazione “l’antifascismo fa parte della dei valori dei modenesi” ha ottenuto una media voto di 7,6; più basso il voto che esprime il grado di accordo all’affermazione «l’antifascismo fa parte della dei valori degli italiani»: 6,7%.

Le considerazioni

Il curatore della ricerca ha analizzato 14 domande del questionario per dare vita a tre macro categorie che vorrebbero sintetizzare l'atteggiamento dei modenesi verso il tema trattato. Secondo queste definizione arbitrarie, la popolazione di divide così in "Resistenti" (che rappresentano il 44,3%), "Spettatori dormienti" (38,7%) e coloro i quali hanno uno "sguardo a destra" (17%). Nel primo gruppo rientrano colo i quali si autocollocano nelle aree politiche che vanno dal centro alla sinistra e che si riconoscono "negli ideali antifascisti, di democrazia e della Resistenza" e che associano al concetto di antifascismo quelli di "libertà, di solidarietà, di giustizia sociale e di cultura". Questo gruppo individua nella attuale destra politica "il rischio di derive destroidi-autoritarie nel presente e nel breve periodo".

I cosiddetti "spettatori" dormienti sono invece secondo la Fondazione coloro i quali presentano giudizi negativi sul fascismo, ma in modo più sfumato. Si tratta di una categoria che ha percentuali elevate fra i giovani 18-29 anni e fra i 50-64 e che crescono in chi ha un titolo di studio più alto. Chi fa parte di questa categoria è per altro più propenso a non collocarsi politicamente nell'asse tradizionale destra.sinistra, oppure dichiara di non votare.

Chi invece volge lo "sguardo a destra" percepisce oggi il fascismo come "poco diffuso e che non rappresenta un elemento di preoccupazione". Una fascia di popolazione che trova elementi più marcati tra chi ha fra i 30 e i 49 anni e chi si colloca nell'area politica di destra e centrodestra.

VIDEO | Fascismo e antifascismo, il sondaggio e le prospettive dell'Anpi

L'evento

I risultati dell’indagine “Fascismo e antifascismo nell’opinione dei modenesi” saranno discussi nel corso di un’iniziativa, in programma martedì 25 ottobre alle ore 20.30 presso la sala Gorrieri di Palazzo Europa, che sarà moderata dal presidente della Fondazione Mario Del Monte Roberto Guerzoni e introdotta dal presidente del comitato provinciale dell’Anpi Vanni Bulgarelli. Intervengono il curatore della ricerca Vittorio Martinelli, la presidente dell’Istituto Storico di Modena Daniela Lanzotti, lo storico Fabio Montella, il sociologo della comunicazione Massimiliano Panarari, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e la vice presidente nazionale dell’Anpi Anna Cocchi

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