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L'indagine | I modenesi spendono uno stipendio all'anno nel gioco d'azzardo

Il territorio nel suo complesso non è certo ai vertici, ma presenta comunque un volume importante, che deve far riflettere. A farlo ci prova il Rapporto stilato da Federconsumatori, Arci e Acli

Nel modenese si gioca tanto d'azzardo. Seppur al di sotto della media nazionale, anche i numeri del nostro territorio sono davvero importanti, a sottolineare l'entità del fenomeno in termini assoluti: 1,15 miliardi sono stati spesi dai modenesi nel 2021 (1.936,88 euro ogni residente maggiorenne), oltre 1,5 miliardi sono stati spesi nel 2022, forse addirittura 1,75 secondo le stime.

E' questo il primo dato grezzo che emerge dal "Secondo rapporto sul gioco d'azzardo in provincia di Modena" redatto da Federconsumatori, Arci e Acli proprio con l'intento di fornire un quadro statistico che porti a riflettere su questo fenomeno.

Ma quando i numeri sono enormi possono dire poco: può essere utile tradurli in concreto. "Se prendiamo tutti i redditi dei modenesi nel 2021, da lavoro autonomo, da lavoro dipendente e da pensione, quanto giocato corrisponde ad un mese di reddito generale. In provincia di Modena fino al 31 gennaio, San Geminiano, tutto il reddito è andato “investito” nei giochi d'azzardo. Nel 2020 questa soglia era al 25 gennaio. Se fossero confermate le ipotesi più pessimistiche nel 2022 (i dati ufficiali di Adm non sono ancora disponibili) potremmo registrare il grande balzo verso il 14 febbraio, San Valentino.

Questo dato si riferisce alla spesa per giocare, alla quale ovviamente vanno però sottratte le vincite. Contrariamente a quanto alcune sensazionali vincite farebbero pensare, bisogna tenere a mente che ogni sistema di gioco è studiato per far vincere sistematicamente il banco (altrimenti nessuno organizzerebbe lotterie e scommesse). Lo stesso Supernelaotto che riempie in questi giorni le pagine dei giornali, prevede una possibilità su 622.614.630 di azeccare il 6. Qualcuno vincerà, ma per uno che vince tanti altri devono perdere: chiaramente chi promuove i giochi faleva proprio sul "sogno" di quella possibilità. Seppur in percentauale e con dinamiche diverse, questo meccanismo si applica ad ogni tipo di gioco d'azzardo.

Se prendiamo in considerazione il gioco online nel 2012, i modenesi hanno perso 31,7 milioni di euro, pari al 5,74% di quanto giocato. Un altro grande classico dell'azzardo, il Gratta&Vinci, fa invece perdere ben il 27% del giocato (solo n tagliando su quattro vince), per una perdita di 47,4 milioni per i modenesi in un anno.

VIDEO | Report sul gioco d'azzardo: "Si perde in media il 30 o 40%"

Il gioco online diventa preminente

Si evidenzia, anche nel contesto modenese, la forte crescita delle giocate da remoto che risultano, per importo raccolto, quasi raddoppiate rispetto all’annualità 2019. Nel 2021 il gioco fisico rappresentava ancora il 52%, ma le previsioni del 2022 vedono un sorpasso delle piattaforme digitali con il 51,5% del volume di giocate. La cifra complessiva ritornata nelle tasche dei giocatori nel 2021 corrisponde a 519.943.012,69 euro, pari al 94,3% dell’ammontare complessivamente giocato. La spesa, cioè quanto perso, si è quindi attestata a 31.688.212,25 euro, corrispondente a 62,94 euro pro capite (classe di età 18-74 anni).

In provincia di Modena risultano attivi 129.642 conti per gioco online. Di questi sono risultati giocanti, nel 2021, 59.215 unità. La raccolta media annuale per conto attivo ammonta a 4.255 euro (9.316 euro se si considerano i conti giocanti nel 2021). I giocatori modenesi effettivi sono stimabili in 23.000 unità con una quota giocata media mensile di 1.980 euro (quasi 24.000 euro all’anno).

La provincia di Modena è seconda per abitanti in regione, ma solo settima per il giocato online, con 786,08 euro pro capite. A condurre la classifica è la provincia di Bologna, con 914,56 euro, mentre il fanalino di coda è Ferrara, con 613,32 euro per residente. La città di Modena è al terzo posto per abitanti tra i capoluoghi e al settimo posto per il gioco online, con 742,69 euro.

Il capoluogo dove si gioca di più online è Ravenna, con 999 euro procapite. Per Modena (come per Reggio Emilia) si evidenzia che il dato medio procapite rilevato nel comune capoluogo risulta inferiore alla media provinciale, dato indicativo anche della presenza di altri punti di polarizzazione del giocato sul territorio provinciale che hanno intensificato la raccolta durante il 2021.

Sassuolo e Carpi, due "piccole Las Vegas"

Esiste una forte disparità fra ii singoli territori della provincia, dettata da ragioni complesse e particolari. I primi posti sono occupati dai comuni di Prignano s. S. e Pievepelago, rispettivamente con 1.917,82 euro 1.823,82 euro pro capite. Chiudono la classifica Fiumalbo e Montese, anch’essi nell’area montana, con 345,39 e 265,71 euro pro capite per residente in età 18-74 anni. Una differenza molto forte tra il primo e l’ultimo comune che accompagna la peculiarità, già evidenziata nel 2020, di individuare i valori procapite più elevati in realtà demografiche di ridotte dimensioni (aspetto probabilmente determinato dalla presenza, anche limitatissima, di giocatori professionisti che, in comuni di piccole dimensioni, è in grado di condizionare la misura di quanto giocato pro capite).

I dati più significativi, sempre in rapporto alla popolazione maggiorenne under 75, sono però quelli di Sassuolo (1.701,71 euro), di Formigine (1.551,65 euro), di Savignano s.P (1.473,40 euro), di Fiorano M. (1.218, 63 euro), di
Castelfranco Emilia (1.215,68 euro), di Pavullo n. F. (1.214,95 euro) e di Carpi (1.200,19 euro).

Come evidenziato già nel 2020, si tratta di un quadro in linea con quanto emerso per l’analogo indicatore calcolato per il gioco fisico, con Sassuolo che guida la classifica modenese e Carpi che si attesta al primo posto, a livello regionale, per i comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti (anno 2019). Sul territorio provinciale si individuano alcuni poli sovra comunali di attrazione delle giocate. Fra questi vi sono sicuramente le aree di Sassuolo e di Carpi, probabilmente capaci di attrarre molti giocatori anche dai comuni limitrofi, dove effettivamente le cifre sono più basse.

Tabella dei Comuni-2

Il Gratta&Vinci non passa mai di moda

Il Gratta&Vinci, erroneamente considerato come il meno pericoloso dei giochi d’azzardo legali, può contare su una diffusa rete di distribuzione costituita da 614 punti vendita nel territorio modenese (più di 2 rivendite ogni 10 kmq). Dopo il lieve arretramento delle giocate registrato nel 2020 (causa covid), l’anno 2021 registra una raccolta complessiva in provincia di Modena quantificata in 175.201.650,00 euro (+45% rispetto al 2020 e +35% rispetto al 2019). La “spesa”, più precisamente quanto perso dai giocatori modenesi, è pari a 47.401.707 euro, ovvero il 27% dell’ammontare complessivo giocato. Quindi mediamente i giocatori hanno lasciato al banco 27 euro ogni 100 giocati: una variabilità importante, distante dal 75% di restituzione media dichiarata da ADM, cioè 25 euro persi ogni 100 giocati.

I modenesi maggiorenni hanno mediamente investito 297 euro pro capite in Gratta&Vinci, corrispondenti all’incirca a 60 “grattini” a testa. E’ impossibile sapere quanti siano gli effettivi giocatori, possiamo ipotizzare che non superino il 10% della popolazione, percentuale che comprende sia chi ne acquista uno al mese che chi ne acquista diversi ogni giorno.

Risulta complesso confutare, nell’immaginario dei giocatori abituali, l’dea che esistano luoghi “fortunati”, dove si vince di più. L’avverarsi di una vincita importante in un determinato luogo viene poi prontamente pubblicizzata alimentando l’attrazione dei giocatori specialmente dai comuni limitrofi. E’ il caso di Fiorano Modenese, che si attesta costantemente ai primissimi posto della classifica provinciale della raccolta da almeno quattro anni.

Il Gratta&Vinci si basa sulle frequenti vincite, mediamente 1 ogni 4 biglietti acquistati. La gran parte di queste vincite è di piccolo importo, è immediatamente reinvestito nel gioco e quasi sempre perso. L’incapacità del giocatore di esaminare il bilancio della propria attività è notoria: ci si ricorda delle 3-4 volte nelle quali il bilancio è stato in attivo e ci si dimentica delle 50-100 nelle quali si è perso. Per questo sarebbe un’ottima idea segnare su un’agendina per un anno quanto speso e quanto vinto. Tale metodologia rappresenta un modo più scientifico per valutare il bilancio o lo “sbilancio” del gioco d’azzardo. 

Le considerazioni di Federconsumatori, Arci e Acli

A Modena registriamo alcune anomalie rispetto ai dati regionali e nazionali. La prima è che nella nostra provincia non è ancora avvenuto (per poco, nel 2021) il sorpasso del gioco online sul gioco fisico; è il segnale dell'esistenza di una vastissima rete di luoghi dove è possibile giocare fisicamente d'azzardo. La seconda anomalia riguarda il capoluogo; Modena e Reggio sono le due uniche città dell'Emilia Romagna dove la media del giocato online è inferiore, anche se di poco, alla media provinciale. Tale dato, unito alle stime sul giocato fisico, è il segnale dell'esistenza nella nostra provincia di due piccole Las Vegas: Carpi e soprattutto Sassuolo. Le due città sono certamente poli d'attrazione extracomunali, ma vanno notati i numeri del gioco da remoto, che si riferiscono ai soli residenti. Anche qui si evidenzia, al netto delle anomalie di alcuni comuni, di cui parliamo nel rapporto, la realtà di Sassuolo con un dato che la pone al di sopra dei 1.700 euro di giocato on line procapite (classe di età 18-74 anni)".

"Va detto che sul gioco online e sulla sua esplosione siamo tutti impreparati. Lo sono le Amministrazioni locali che in questi anni hanno lavorato al contenimento del gioco fisico, anche attraverso l'applicazione delle norme regionali; lo sono quelli che operano attorno agli effetti perversi dell'azzardo, a partire dalla Sanità pubblica, dall'associazionismo. Nessun controllo sociale, nessuna norma che può all'apparenza limitare l'on line; un'area di giocatori e giocatrici che cresce, conquistando la parte più giovane, i nativi digitali. E contemporaneamente, anche a Modena, l'online non sostituisce il gioco fisico, ma lo affianca, con tanti giocatori attivi su entrambi i canali".

"Chi presenta questo rapporto non è proibizionista, non chiede di vietare il gioco d'azzardo e non lo ritiene l'Impero del male. Allo stesso tempo crediamo che chiunque abbia a cuore il Bene pubblico deve occuparsi di azzardo, di azzardopatia, degli effetti del gioco sui bilanci, non solo economici, personali, familiari e collettivi. Deve aspirare alla redazione di un bilancio sociale sugli effetti dell'azzardo, i cui costi ricadono su tutti, non solo sui giocatori. Deve chiedere che i dati e i numeri siano liberati da segretezze senza senso. Deve operare perché che se ne parli di più e meglio, evitando che emerga soltanto il caso su un milione: quello dell'uomo di passaggio che in tabaccheria ha vinto una somma enorme, mentre nessuno parla dei milioni di persone che hanno perso, insieme, somme
infinite volte più grandi".

"Un bilancio sociale è difficile, lo sappiamo. E' facile calcolare le entrate in tasse per lo Stato, o dire che l'azzardo legale rappresenta il 7% del PIL; molto più difficile calcolare il costo di una famiglia che si disintegra, di una azienda che fallisce, di un lavoro perso, di una depressione. Difficile calcolare i costi sostenuti dal Pubblico, che si deve occupare di chi si ammala, di chi ha bisogno di assistenza, di chi è disoccupato. Il nostro secondo rapporto, con tutti i suoi limiti, può aiutare chi vuole tornare a parlare di azzardo, senza moralismi, ma senza nascondere una realtà sempre più cruda, sempre meno luccicante".

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