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Infortunio mortale a Cavezzo, i sindacati insistono su formazione e cultura

Cgil e Cisl commentano il tragico decesso di Massimo Giliberti, mettendo in luce quanto ci sia ancora da fare sul fronte della sicurezza dei lavoratori

Ieri l’ennesimo incidente mortale in un cantiere edile, costato la vita al 55enne Massimo Giliberti. "La dinamica è sempre la stessa, la caduta dall’alto, da un’altezza di 3 metri. A dimostrazione che ancora oggi in edilizia si continuano a registrare infortuni con le stesse dinamiche di 30 anni fa. Per questo occorre intensificare i controlli di prevenzione", affermano Rodolfo Ferraro (Fillea Cgil) e Marco Bottura (Cgil Mirandola).

I sindacati intervengono all'indomani della tragedia di Cavezzo: “Ispettorato e Medicina del Lavoro devono essere più presenti nei cantieri per prevenire questi gravi incidenti. E’ inaccettabile restare inermi a contare i morti sul lavoro, ad aggiornare i numeri di una strage continua di lavoratori protagonisti della ripresa economica post pandemica del Paese. Controlli e formazione devono essere alla base del settore edile, partendo dall’applicazione in toto del contratto nazionale di lavoro incentrato sulla formazione come deterrente per combattere la piaga degli infortuni. L’ultimo rinnovo del contratto collettivo – continuano Ferraro e Bottura - prevede importanti fondi destinati alla formazione mettendo al centro la Scuola edile e per questo esortiamo alla sua piena applicazione”.

“Gli incidenti in cantiere non sono mai una fatalità, - continuano i sindacalisti Cgil - ma sono figli del mancato rispetto delle regole, del mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuali e dello sfruttamento di chi, in condizioni di bisogno accetta di lavorare a qualunque condizione”.

Per la Fillea e la Cgil impedire le morti sul lavoro e battersi per la salute e sicurezza è l’obbiettivo prioritario. Occorre che istituzioni ed enti preposti ai controlli si assumano la responsabilità e lavorino in sinergia per far rispettare le norme, i contratti e soprattutto costruire una nuova cultura della sicurezza.

Anche Domenico Chiatto, componente della segreteria Cisl Emilia Centrale con delega alla salute e sicurezza sul lavoro, interviene sul caso di Cavezzo: "Il fatto che questa volta a perdere la vita sia stato un artigiano e non un lavoratore dipendente non attenua la gravità del fatto, perché la sicurezza deve essere garantita a chiunque acceda in un luogo di lavoro a qualsiasi titolo – dichiara Chiatto – È indispensabile innanzitutto rafforzare la formazione e cultura della sicurezza, sia tra i datori di lavoro che tra i lavoratori. Auspichiamo che a breve siano approvati dalla Conferenza Stato-Regioni i contenuti formativi per tutti i lavoratori, compresi i datori di lavoro, previsti per il giugno 2022".

"Tuttavia bisogna potenziare anche l’azione di controllo e vigilanza. A Modena manca almeno il 30% degli ispettori del lavoro e sono insufficienti pure gli ispettori di Inps, Inail e Ausl, se si considera – ricorda Chiatto - che devono controllare circa 60 mila aziende modenesi con almeno un addetto".

"Constatiamo ancora una volta che gli infortuni sul lavoro accadono soprattutto nelle costruzioni, un settore cresciuto molto negli ultimi anni sulla scia dei vari bonus per le ristrutturazioni – aggiunge Cinzia Zaniboni, segretaria generale del sindacato edili Filca Cisl Emilia Centrale – Colpisce che questa volta la vittima sia una persona italiana e sicuramente esperta. Saranno le autorità ad accertare cosa e perché è accaduto. Nel frattempo noi ribadiamo che la fretta di concludere i lavori, che aumenterà con il blocco della cessione dei crediti, non può andare a scapito della salute e sicurezza di chi opera in cantiere, siano essi lavoratori dipendenti, imprenditori o liberi professionisti», conclude Zaniboni.

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