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Punto nascite di Mirandola, si attende la risposta del Ministero. "Voragine di personale"

Il tema del mantenimento dell'attività è stato oggetto di discussione in regione, con un'interrogazione della Lega. La mancanza strutturale di ginecologi resta un problema apparentemente insormontabile

Sul punto nascita di Mirandola "si è ancora in attesa del parere del Comitato percorso nascita nazionale, organo tecnico del ministero della Salute". A questo si aggiunge la carenza di personale sanitario che rappresenta ormai una "voragine strutturale".

Lo puntualizza l'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, rispondendo oggi in Assemblea legislativa all'interpellanza del leghista Stefano Bargi. Sulla struttura di Mirandola, e su quella di Cento, rimaste aperte in deroga come misura di sostegno post-sisma, "la Regione ha chiesto un'ulteriore deroga al ministero della Salute- ricorda Donini- nonostante il parere tecnico non favorevole della commissione nascite regionale. Delibera inviata al ministero della Salute lo scorso agosto e per la quale, al momento, si è ancora in attesa del parere del Comitato percorso nascita nazionale, organo tecnico del ministero della Salute". Allo stesso modo, però, anche sulle deroghe chieste per riaprire i punti nascita in montagna la Regione sta ancora aspettando il via libera dal Ministero.

La preoccupazione principale, però, resta la mancanza di professionisti sanitari da assumere. A Modena, ad esempio, "nel triennio 2020-2022 sono state esperite per la disciplina di ginecologia e ostetricia tre concorsi, due avvisi e due avvisi specialisti in formazione con contratti Covid- sottolinea Donini- a fronte di tali sforzi, però, le dotazioni organiche dei quattro punti nascita provinciali risultano ancora carenti". Negli ultimi 12 mesi, oltretutto, quattro bandi per reperimento di ore di specialistica ambulatoriale sono "andati deserti". 

A Mirandola in particolare, cita l'assessore, "permangono forti criticità di organico a disposizione". Nella provincia di Modena, infatti, il turnover dei ginecologi negli ultimi tre anni "è stato pari a 36 unità in meno". Regione e Ausl di Modena "hanno messo in campo ogni possibile azione per ampliare il reclutamento di personale dipendente", spiega Donini, ma finora con pochi risultati per la "ridotta disponibilità di ginecologi sul mercato del lavoro".

La Regione ha dato mandato all'Ausl di Modena anche di "integrare le equipe mediche dei punti nascita di area nord attivando anche contratti libero professionali, con procedure sempre aperte- sottolinea Donini- ma la strada non è quella delle cooperative, che possono essere utilizzate per periodi e turni limitati. La strada è quella delle assunzioni. E' sempre in corso l'attività di scorrimento di graduatorie di concorso di altre aziende della regione come Bologna, Reggio Emilia, Parma e Ferrara, e anche di graduatorie fuori regione".

Sul punto nascita di Mirandola, dunque, "si è sempre lavorato per tenerlo vivo- insiste Donini- e si è fatto ogni sforzo per il reperimento del personale". Al primo posto, però, "si metta sempre la sicurezza delle partorienti e dei neonati, la quale dovrà essere valutata dai clinici della struttura".

Critiche vengono però mosse dal Carroccio. "Manca una strategia specifica e gli interventi conseguenti per garantire all'ospedale di Mirandola di Modena la sicurezza richiesta dal Ministero per l'attività normale del punto nascita- contesta Bargi- la Regione si nasconde dietro la richiesta di una nuova deroga, ma di questo passo il punto nascite rimane a rischio". (DIRE)

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