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Appennino senza neve, Legambiente: "Non chiamiamola emergenza e non guardiamo agli anni '80"

Per l'associazione la richiesta della Regione al Governo sottovaluta il cambiamento climatico e pensa ad un turismo ancorato a concezioni non più ripetibili

La richiesta di un confronto al Governo sul tema del turismo su un Appennino senza neve - e quindi già in crisi - avanzata dal Presidente della Regione Bonaccini non è stata accolta di buon grado da Legambiente. "Una notizia che lascia sgomenti per la mancanza di prospettive per la montagna e l'assenza di strategie a lungo termine di adattamento al cambiamento climatico. Ci saremmo aspettati l'attestazione di una crisi irreversibile e della necessità di investimenti turistici di altro tipo" commenta l'associazione. 

"Invece tra le proposte che avanza la nostra Regione purtroppo non c'è traccia di un'idea di ripensamento del modello turistico attuale, basato sugli impianti di risalita, ma anzi si parla addirittura di nuove tecnologie per mantenere la neve artificiale anche con temperature più elevate. - attacca Legambiente - Si tratta evidentemente di una completa sottovalutazione degli impatti veri del cambiamento climatico e del fatto che la situazione di quest'anno non può che diventare una costante, con temperature sempre più in crescita. Dunque un trend che mette il settore turistico di fronte alla necessità di cambiare l’offerta invernale, non di inseguire presunte soluzioni tecnologiche fallimentari, sovvenzionate con soldi pubblici".

Per gli ambientalisti emiliano-romagnoli, dunque, quello del turismo legato allo sci è di fatto un "modello senza futuro", specialmente per le richieste energivore degli impianti per l'innevamento artificiale.

"L'unica soluzione è quella di avviare un percorso serio e strutturale di diversificazione dell'offerta turistica, diretta ad una fruizione slow e multistagionale, esplicitando la necessità di abbandonare vecchi modelli. Occorre lavorare con gli operatori per dare loro una prospettiva credibile, investendo nella strutturazione di proposte alternative e nella formazione", propone Legambiente. 

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