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Giornalisti licenziati dall'oggi al domani, Radio Bruno taglia la redazione bolognese

La radio carpigiana decide per una chiusura drastica, concentrando sulla sede principale l'attività giornalistica residua

Nei giorni scorsi, con una breve telefonata, Radio Bruno ha comunicato ai tre giornalisti della sede di Bologna l’interruzione immediata del rapporto di lavoro, oltre alla chiusura della sede locale. La radio carpigiana, infatti, ha deciso di riorganizzare l’attività giornalistica tagliando alcune redazioni sparse per la regione. L’attività quindi verrà concentrata a Carpi, dove sono in forza sette giornalisti, ma non si escludono tagli anche.

Dura la reazione dell'Aser, il sindacato regionale di categoria, che si è mobilitato a tutela delle due colleghe e del collega, assunti a tempo indeterminato con contratto Aeranti-Corallo Fnsi. "Ancora una volta queste comunicazioni sono avvenute senza un confronto con i giornalisti interessati e con i sindacati, per cercare soluzioni alternative alla perdita del posto di lavoro - attacca il presidente Aser Matteo Naccari - Dietro a questa decisione ci sono motivazioni economiche (così è stato detto informalmente) che penalizzano la vita di professionisti del settore dell’editoria".

Naccari ha scritto una lettera all'editore di Radio Bruno, Gianni Prandi: "Le chiedo di ritirare subito i licenziamenti dei tre colleghi della sede di Bologna della vostra radio. Glielo chiedo come presidente dall’associazione stampa Emilia Romagna, ma anche come giornalista perché credo che spegnere una voce dell’informazione locale sia sempre uno schiaffo alla democrazia. Se come dichiara alla base di tutto questo non ci sono motivi economici allora una soluzione si può trovare anche ricollocando il personale, se si definirà  un accordo, oppure evitando decisioni così drastiche. Radio Bruno è conosciuta in tutta la regione e ora lo sarà di più perché brutalmente ha licenziato tre suoi dipendenti senza cercare alternative. Non credo sia un bel biglietto da visita per lei. Quindi ribadisco la richiesta di congelare i licenziamenti e di discutere un percorso alternativo. Sarebbe un punto di merito per lei ma anche per tutti noi: le prometto il massimo impegno da parte del sindacato se deciderà di farlo".

Allo stesso tempo ancora una volta il sindacato chiede alle istituzioni e alla politica di prendere posizione  anche sulle crisi aziendali che tempestano il mondo dell’editoria, anche in una regione ricca come l’Emilia Romagna: "Troppo facile indignarsi per le grandi vertenze che hanno una ribalta nazionale e dimenticarsi invece di questi piccoli ma devastanti colpi a un settore determinante per la democrazia come quello dell’informazione".

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