Marchio Manila Grace, Cgil pessimista: "Lavoratori sempre più a rischio"
Mentre si lavora all'accordo con il gruppo partenopeo Casillo, il sindacato si dice molto preoccupato per la situazione dei 60 lavoratori
E' delle scorse settimane la notizia che il gruppo Casillo, già attivo da anni nel distretto tessile di Nola (Napoli) con la linea bimbo, ha presentato un’offerta d’acquisto dall’importo di 700mila euro per l’azienda carpigiana Antress, nota per il marchio Manila Grace. Il gruppo già nei mesi precedenti era subentrato nella gestione della linea donna, entrando di fatto all’interno del concordato preventivo con la finalità di lanciare già a settembre un campionario. Il gruppo Casillo ha presentato un'offerta all'asta per l’acquisizione, ma che altre potranno pervenire entro il 18 ottobre.
Antress ad inizio maggio contava circa una novantina di dipendenti, di cui solo una sessantina sono ad oggi rimasti in forza, per un numero di dimissioni e ricollocamenti, che ha già riguardato circa un terzo della forza lavoro. L’azienda e i suoi dipendenti sono attualmente in cassa integrazione straordinaria da giugno, in attesa dell’esito di questa vicenda, sulla quale i sindacato Filctem Cgil esprime le proprie preoccupazioni.
“Ma la presenza di un acquirente - sottolinea il funzionario Filctem Cgil Giacomo Martinelli - non basta purtroppo a garantire un futuro nell’azienda ai lavoratori attualmente in forza. Crediamo che il confronto e la discussione con le organizzazioni sindacali siano fondamentali per tutelare e difendere gli interessi dei lavoratori e della lavoratrici: evidentemente gli acquirenti non sono di questo avviso”.
La prima richiesta fatta dalle organizzazioni sindacali riguarda il passaggio di tutti i dipendenti nella controllata del gruppo, AC Creativity, che sarebbe però stata rifiutata: "Su questo punto siamo preoccupati e delusi dall’atteggiamento del gruppo Casillo, che ha esplicitamente detto che intende ridurre il numero dei dipendenti, assumendone addirittura in misura inferiore rispetto a quanto affermato nei primi incontri per verificare le condizioni di un possibile accordo. Accordo che, a questo punto, difficilmente ci sarà, visto che l’acquirente non intende accogliere quasi nessuna delle richieste delle organizzazioni sindacali: in aggiunta non vengono messe in campo nemmeno le misure minime per tutelare le persone considerate in esubero. Per noi - prosegue Martinelli - la salvaguardia dei livelli occupazionali all’interno dell’impresa è la priorità. Il territorio carpigiano nel corso degli ultimi anni ha assistito a numerose crisi aziendali, con conseguente perdita del know how maturato nel corso degli anni dai dipendenti, che spesso si sono spostati in settori differenti alla ricerca di una nuova occupazione. Know how che, sin dai primi incontri, il gruppo ha sostenuto di voler mantenere, preservando la territorialità".
"Noi ribadiamo che è possibile rilanciare l’azienda salvando i posti di lavoro e le professionalità cresciute in questi anni. Su questo tema non vi è stata alcun tipo di apertura: la sede di Carpi verrà infatti pesantemente colpita e privata di professionalità importanti che il gruppo non ha volontà di mantenere. Il nostro obiettivo è quello di scongiurare l’ennesima crisi che vede i lavoratori e le lavoratrici come gli unici a pagare il prezzo di scelte imprenditoriali sbagliate", chiosa Martinelli.