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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Tumore al seno, in Emilia-Romagna mortalità in costante calo

I Centri accompagnano passo passo le pazienti per tutta la durata del percorso, dalla prevenzione alla cura, assicurando anche il supporto psicologico. Nel 2019 hanno trattato il 96% delle donne operate per questa patologia in Emilia-Romagna. Oltre 4.500 i nuovi casi diagnostica ogni anno

Sono oltre 4.500 i nuovi casi di tumore alla mammella diagnosticati ogni anno in Emilia-Romagna.  Una regione che, tuttavia, può vantare la sopravvivenza più lunga delle pazienti in ambito nazionale (l’89% a 5 anni) e tra le più alte d’Europa, con una mortalità in costante calo (-2% l’anno). Risultati importati, ottenuti grazie allo screening, con cui ogni anno vengono esaminate gratuitamente 350mila donne dai 45 ai 74 anni, e anche a una rete di eccellenza, in campo nazionale e internazionale, che segue le pazienti lungo tutto il percorso di diagnosi e cura.

Sono i 12 Centri di senologia della Regione Emilia-Romagna, di cui si è insediato il Coordinamento proprio in questi giorni. Con una novità: per la prima volta tre rappresentanti di associazioni delle pazienti, afferenti ad Europa Donna Italia - il movimento che maggiormente rappresenta oggi i diritti delle donne nella prevenzione e cura del tumore al seno -, partecipano direttamente al governo della rete dei Centri specializzati. Potranno così contribuire in prima persona alle decisioni clinico-organizzative che regolano i comportamenti e i risultati delle strutture. 

“In tutti questi anni- commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-, abbiamo lavorato con un preciso obiettivo: qualificare sempre di più il servizio di assistenza alle donne con tumore al seno, sospetto o certo, lungo l’intero percorso diagnostico e terapeutico, dagli esami di prevenzione al trattamento, ai successivi controlli. Non solo, perché ci siamo impegnati anche a rendere ancora più funzionante il sistema di relazioni tra donne, professionisti e strutture dedicate alla diagnosi e alla cura di questa frequente patologia, in un percorso di collaborazione attiva con le associazioni delle pazienti avviato anni fa. Perché anche in questo ambito, come sempre e a maggior ragione quando si parla di sanità, quello che rivestono le associazioni è un ruolo importantissimo. Siamo certi che- conclude Donini-, da questa nuova fase di dialogo e confronto possano nascere ulteriori stimoli per una proficua collaborazione per il bene di tutte le donne affette da patologia oncologica”.

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