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Addio ad Antonio Brandoli, colonna portante dell'atletica gialloblu

L'ex atleta aveva 83 anni. Era stato anche primatista italiano di salto in alto. Il saluto della Fratellanza

Una triste notizia ha colpito la famiglia della Fratellanza in questi ultimi giorni di agosto: all’età di 83 anni è venuto a mancare ieri sera Antonio Brandoli, nome storico per l’atletica italiana, ma soprattutto colonna portante della società gialloblù per oltre 60 anni, a partire dal 1956 quando iniziò la carriera di atleta.

Brandoli, infatti, è stato primatista italiano di salto in alto con la misura di 2,04 metri realizzata a Milano il 5 luglio 1962 con la casacca delle Fiamme Oro Padova in cui militò negli anni del servizio militare. Nel suo curriculum spiccano le sei maglie azzurre vestite in carriera e tanti risultati importanti tra cui il successo ai Campionati Mondiali Militari nel medesimo anno con la misura di 1,98 realizzata a S’Hertogenbosch in Olanda. Una volta concluso il periodo della leva Brandoli è tornato ad abbracciare stabilmente i colori della Fratellanza in qualità di atleta fino al 1968 per poi iniziare la carriera di tecnico. Tra i suoi allievi tanti dei volti che tuttora alimentano le attività del Campo Comunale di via Piazza e che hanno conquistato a loro volta risultati di spicco nel panorama italiano. Da segnalare anche il supporto fondamentale dato all’atletica femminile della Cittadella fin dai tempi della sua nascita.

“Antonio Brandoli è stata una delle figure di riferimento a partire dagli anni ’60-’70 nella ripresa e sviluppo dell’attività della Fratellanza, ponendo le basi per portare questa realtà ai vertici italiani – racconta l’attuale presidente Maurizio Borsari –. Ha allenato centinaia di giovani ragazzi che si sono avvicinati all’atletica e allo sport. E’ stato un protagonista di una realtà che fra circa un anno e mezzo arriverà a compiere i 150 anni. Personalmente ho ricevuto un supporto importante da lui nei miei anni da presidente per quanto riguarda le scelte che la Fratellanza doveva compiere nel suo percorso. Oltre al ruolo di atleta e tecnico è stato anche un dirigente a tutto campo, dalle questioni tecniche e organizzative a quelle legate agli investimenti”.

Il tecnico della velocità Mario Romano è stato tra coloro che più hanno condiviso questo lungo percorso durato svariati decenni dentro e fuori dal campo: “Aveva una passione incredibile, per me ha rappresentato tanto vivendo sessant’anni insieme, fin da quando eravamo atleti. Credo sia stata una delle pietre miliari della Fratellanza”.

Tanti, come detto, gli allievi che tuttora vestono i colori della Fratellanza a vario titolo a partire dal tecnico Giuseppe Mestucci: “E’ stato mio insegnante in prima superiore nel 1972 ed è stato lui a portarmi nel mondo dell’atletica. Veniva dal salto in alto, ma ha anche allenato il lungo e l’asta ed io sono stato uno dei primi atleti in questa specialità. Avendo frequentato il campo fin da ragazzino per me era come un padre poi smisi di gareggiare relativamente presto e ripresi da Master diversi anni dopo. Quando Antonio decise di non allenare più l’asta raccolsi la sua eredità. In queste ore posso testimoniare che da tutta Italia stanno arrivando grandi riconoscimenti per lui”.

Matteo Rubbiani, ex campione italiano di salto con l’asta e attualmente impegnato come tecnico: “Antonio è stato il mio allenatore per quasi vent’anni, insieme a lui sono cresciuto come atleta, ma soprattutto è riuscito a trasmettermi la passione per la mia specialità ovvero il salto con l’asta”.

Alessandro Guazzaloca, che non ha mai abbandonato la passione per il salto in lungo e salto triplo nonostante la carriera da preparatore atletico nella pallavolo: “Ad Antonio, alla sua competenza e alla passione che sapeva trasmettere devo l'amore per l'atletica e per i valori di questo sport. Penso che sia grande merito di Brandoli se tanti saltatori della mia generazione ancora frequentano il campo anche a distanza di 40 anni dai primi allenamenti”.

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