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Produzione ferma per troppe malattie, l'azienda prepara la denuncia poi ritratta

La New Log Srl, che gestisce un appalto nella lavorazione di prosciutti alla Camac di Vignola, aveva previsto la denuncia per verificare che non vi fossero "medici compiacenti" dopo la defezione di 14 lavoratori. Poi la richiesta di dialogo ai sindacati

Se molte aziende sono state costrette a chiudere i battenti, per mole altre la prosecuzione dell'attività si fa molto complessa. Per i motivi più svariati. A Vignola sta succedendo anche alla New Log Srl, azienda che gestisce il personale in appalto nella lavorazione dei prosciutti presso la Camac. In questo caso a bloccare la produzione è stato un numero elevato di malattie, che si sono concretizzate nell'assenza di 14 degli 82 lavoratori.

I macellai e i facchini impiegati nello stabilimento di via dell'Agricoltura, va precisato, non sarebbero coinvolti nel contagio da covid-19, ma la loro assenza sarebbe dovuta a malattie di altro tipo, certificate dai rispettivi medici curanti. E sono stati proprio i medici a finire nel mirino dell'azienda. La New Log, infatti, aveva fatto sapere di avere pronto un esposto alla Procura, nel quale chiedeva di indagare per accertare eventuali responsabilità penali.

L'azienda aveva sospettato "un utilizzo strumentale ed illegittimo da parte dei lavoratori e dei medici compiacenti dell'istituto della malattia, in un momento già caratterizzato da una congiuntura economica oltremodo sfavorevole alle imprese". New Log sottolinea come il danno economico patito sia notevole, il tutto "a dispetto delle innumerevoli misure messe in atto dalla Sottoscritta comportanti anch'esse un aggravio di costi ingente, al solo fine di elidere il rischio di paralizzare l'attività di trasporto e porre in condizioni di assoluta sicurezza i propri lavoratori".

Oggi pomeriggio, invece, l'azienda ha comunicato alle sigle sindacali di non avere "nessuna intenzione di inviare nessuna denuncia. stiamo a precisare il nostro grande sostegno ai medici che combattono in prima linea questa guerra invisibbile verso un nemico comune. chiediamo ai sindacati tutto il supporto necessario per affrontare le giornate lavorative difficili per i lavoratori, mettendo in atto tutte le procedure CODIV 19 da decreto", spiegando che l'email partita ieri "era solo una richiesta di aiuto ai sindacati per collabborare finche non ci siano problemi ulteriori sul cantiere Camac".

La presunta denuncia dell'impresa aveva scatenato la reazione del sindacato autonomo SI Cobas, che aveva spiegato: "Nelle aziende della lavorazione delle carni, la distanza di sicurezza non è possibile: anche facendo turni, alcune lavorazioni richiedono di lavorare gomito a gomito e i lavoratori ci hanno rappresentato il problema, chiedendo cassa integrazione. Ma la lavorazione della carne è un prodotto di primaria necessità e adesso c’è tanto da fare: quindi si continuano ad usare le mascherine, si certo. Ma si usano le mascherine che si sono sempre usate, non si usano le FFP3, ma quelle che non proteggono dal contagio. Sono mascherine simil-chirurgico che sono necessarie per l’alimentazione poiché evitano che l’operatore possa eventualmente passare carica batteriologica standard, non certo Covid19".

Ora anche Si Cobas ha "preso atto dell’intenzione di rafforzare le misure di tutela sanitaria per il personale con nuove dotazioni protettive che dovrebbero arrivare a fine mese. Abbiamo appreso con un poco di meraviglia le intenzioni della azienda rispetto alla stesura di
quell’esposto, che sarebbe stato fatto per “ottenere il supporto necessario ad affrontare le giornate lavorative difficili per i lavoratori”, ma ne prendiamo atto".

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