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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nove anni fa il sisma nella Bassa, ricostruzione completata a 90%

Nel Documento strategico regionale 2021-27 approvato dalla Giunta confermato l'impegno a mantenere un'attenzione particolare nell'area del sisma, attraverso un utilizzo integrato dei fondi europei e del Recovery Plan. Dal 2012, concessi contributi per 6,4 miliardi di euro, di cui 5 miliardi già liquidati a cittadini, imprese e altri soggetti. Gli edifici ripristinati sono 8mila, per circa 16 mila e 500 abitazioni rese di nuovo agibili, oltre a 5.700 piccole attività economiche e 3.500 le imprese

Come ogni mese di maggio, da 9 anni a questa parte, il ricordo va al sisma che devastò la Bassa emiliana. Un'occasione per are il punto sull'andamento della ricostruzione, come avvenut oggi in videoconferenza stampa dal presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, dal sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Davide Baruffi, e dal direttore dell’Agenzia regionale per la ricostruzione, Enrico Cocchi. Ecco dunque i numeri odierni.

Oltre il 90% della ricostruzione conclusa: cantieri, seppur rallentati, che non si sono mai fermati nemmeno in questo anno e mezzo drammaticamente segnato dalla pandemia. Tanto che due mesi fa sono saliti a 45 i Comuni dove la ricostruzione è stata considerata pressoché terminata, con un nuovo restringimento del cratere, l’area che inizialmente ricomprendeva i 60 Comuni colpiti dal sisma. Ai 30 usciti nel 2017 se ne sono aggiunti quest’anno altrettanti e ora nel cratere ristretto rimangono solo 15 Comuni, dove si concentrano gli sforzi per terminare.

La quasi totalità di cittadini e famiglie è rientrata nelle proprie case. Gli edifici ripristinati sono 8mila, per circa 16.500 abitazioni (prime e seconde case) rese di nuovo agibili, oltre a 5.700 piccole attività economiche – negozi, attività artigianali, esercizi - che si sommano a quasi 3.500 imprese (industria, agricoltura, commercio) ricostruite o riportate in sicurezza.

Tutto questo attraverso 6,4 miliardi di euro di contributi concessi: numeri sostanzialmente invariati nell’ultimo anno, visto che la ricostruzione privata (abitazioni, piccole attività economiche collegate agli edifici, imprese) era già stata completata, con Mude, la piattaforma regionale per i contributi sulle abitazioni, e Sfinge, quella sulle imprese, che registrano ormai poche decine di pratiche aperte.
Altri due capitoli molto importanti. Le scuole, tutte ristrutturate o costruite nuove: 541 gli istituti sui quali si è intervenuto.

centri storici, con un bando regionale per la loro rivitalizzazione che negli ultimi due anni ha visto gli stanziamenti della Regione passare da 35 a quasi 57 milioni di euro, con quattro finestre che hanno permesso di finanziare 863 progetti di riqualificazione o nuove aperture presentati da commercianti, artigiani, botteghe, imprese di servizi e professionisti, su 1.134 domande che troveranno risposta positiva, e quindi sostegno economico. Sono stati 457 gli interventi a edifici religiosi (comprese canoniche e altre strutture), con quasi 300 chiese riaperte sulle 437 inizialmente danneggiate e 71 dove i lavori sono già stati avviati.

Un’area, quella del cratere, che già prima della pandemia aveva dimostrato grande forza e capacità di ripartire: nel 2019, a sette anni dal sisma, l’occupazione era tornata ai livelli precedenti, con 22mila posti di lavoro in più rispetto a quelli del 2011, per circa il 27% del valore aggiunto regionale, equivalente al 2,4% del Pil nazionale. Nel Documento strategico regionale 2021-27 approvato dalla Giunta nei giorni scorsi, la Regione conferma l’impegno a mantenere un’attenzione particolare nell’area del sisma, con la scelta di rafforzare la capacità progettuale del sistema territoriale attraverso un utilizzo integrato delle risorse della ricostruzione, dei fondi europei e del Pnrr, il Recovery Plan.

"Il primo pensiero va a chi perse la vita nove anni fa e a tutti coloro che hanno sofferto per una tragedia che colpì così duramente la nostra terra- afferma il presidente Bonaccini-. Abbiamo ricostruito bene e velocemente, se si considera che le scuole, la parte privata e quella economica le abbiamo praticamente completate da tempo. Le persone sono rientrate nelle proprie abitazioni, nei capannoni le attività produttive sono riprese, nelle scuole non è stato perso un giorno di lezione. Ora, uscire dalla pandemia vuol dire anche ripartire veloci con la parte pubblica, una leva essenziale per restituire pienamente bellezza, identità e servizi alle nostre comunità locali. Siamo orgogliosi del lavoro fatto, insieme ai sindaci e alle istituzioni locali, senza distinzioni politiche, soprattutto per aver messo l’area colpita nelle condizioni di poter agganciare la ripresa e svolgere un’opera preziosa di ricucitura sociale e territoriale. Qui si concentrano professionalità, imprese, università, tecnopoli e laboratori di ricerca, distretti - basti pensare al biomedicale o all’automotive –, ma anche servizi socio-sanitari ed esperienze diffuse che aiuteranno l’intera Emilia-Romagna a ricostruire un presente e un futuro nuovi. Queste comunità si sono subito rialzate- chiude Bonaccini- e questi territori, sui quali vogliamo continuare a investire, potranno a loro volta, adesso, trainare la ripresa della nostra regione, e con essa aiutare il Paese a farlo".

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