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Minori soli, al San Filippo Neri meno educatori di quanti richiesti dalle norme

Il rapporto fra operatori e ragazzi sarebbe inferiore a quello richiesto anche nel bando che affida la gestione della comunità per msna. Platis e Giacobazzi (Forza Italia): "Chiarire immediatamente"

La lente di ingrandimento sotto la quale è finita la Fondazione San Filippo Neri dopo il drammatico omicidio di uno dei ragazzi ospiti della comunità di via Sant'Orsola mette in luce nuove criticità. Alcune in particolare, legate alla gestione quotidiana degli ospiti minorenni, apre prospettive preoccupanti circa l'effettivo rispetto delle normative e più in generale sulla progettualità che accompagna l'accoglienza dei Minori stranieri non accompagnati.

A rivelarlo sono le carte consegnate ad Antonio Platis, Consigliere provinciale di Forza Italia che ha presentato una serie di interrogazioni. Oltre alle questioni legate alla mancata pubblicazione online dei bilanci e di altri documenti da parte della Fondazione - poi sanata dopo un esposto all'Anac - si sono aggiunte questioni più di ordinaria amministrazione, che costituiscono però l'essenza stessa del progetto di accoglienza e gestione delle comunità.

Educatori insufficienti

“Questa mattina (ieri, ndr) ho presentato in Consiglio – spiega Antonio Platis – quanto raccolto in questi giorni sul San Filippo Neri. La Fondazione ha dichiarato, nero su bianco con il dettaglio di tutte le ore, di avere al massimo due persone per turno per la Comunità per l’Autonomia e per il Gruppo Appartamento. Il primo ha 12 ospiti il secondo 8. Eppure, la normativa regionale, citata in tutti i bandi del Comune di Modena, prevede che per la comunità ci sia il rapporto di un operatore ogni 7 minori e per il gruppo 1 ogni 6. Ne consegue che, per rispettare la normativa, dovrebbero essere in servizio 4 educatori e non la metà. Sabato, domenica e festivi il rapporto scende addirittura ad un solo operatore in servizio dalle ore 8 alle ore 17 per i 20 minori ospitati.”

Il tema sollevato è molto delicato e potrebbe avere ricadute pesanti. Lo stesso bando con il quale è stato affidato da parte del Comune il servizio di gestione dei msna, per un importo di circa 388mila euro all'anno, fa riferimento ad una direttiva regionale che individua i rapporti tra operatori e ospiti. Nel caso del 'gruppo appartamento' i ragazzi sperimentano una responsabilità diretta nella convivenza (autogestione sulla base di regole concertate con gli educatori): in questo caso è richiesto un educatore ogni 6 ospiti e gli 8 ragazzi della San Filippo Neri richiederebbero quindi due educatori.

Per quanto riguarda invece la 'comunità per l'autonomia', questa accoglie solo ragazzi con accentuato livello di autonomia, maturità e responsabilità e vede l'impegno degli educatori maggiormente focalizzato sul percorso esterno di inserimento lavorativo e formativo. In via Sant'Orsola questa comunità accoglie 12 giovani e, in virtù del previsto rapporto di 1 educatore ogni 7 ospiti, dovrebbe vedere due operatori sempre in servizio (a parte la notte).

La Presidente Luciana Borellini, ha comunicato le tabelle delle presenze di educatori nei primi mesi dell'anno, dalle quale emerge chiaramente come siano presenti solo due educatori,per altro con fasce orarie non perfettamente sovrapposte. Questo al netto ovviamente di situazioni di emergenza, come l'arrivo massiccio di ospiti, che prevedono apposite deroghe.

La politica chiamata a dare risposte

Il Presidente della Provincia Fabio Braglia, dopo l'intervento di Platis, ha preso atto della problematica e si è preso subito l’impegno di convocare la presidente dela San Filippo Neri e invitarla a riferire direttamente. Gian Carlo Muzzarelli, in veste di Vicepreseidente della Provincia, ha invece lasciato l'aula. In qualità di Sindaco di Modena, tuttavia, sarà chiamato a fornire risposte, in quanto la gestione dei Msna è in gestione ai Comuni e lo stesso bando che affida il servizio di accoglienza è materia per l'amministrazione locale. 

“È evidente a tutti – chiosano gli esponenti di Forza Italia Antonio Platis e Piergiulio Giacobazzi – che gli Enti devono immediatamente chiarire tale circostanza visto che hanno percepito cifre da capogiro pari a oltre 75 euro a ragazzino. Le regole vanno rispettate sempre e se c’e’ stato un errore va subito chiarito.”

“Il compito di verifica dei requisiti delle strutture – precisa Piergiulio Giacobazzi, capogruppo di FI nel capoluogo - è normato chiaramente e impone al Comune di Modena i controlli puntuali in tutte queste strutture. A questo si aggiungono le responsabilità di stazione appaltante. Alla luce di questa documentazione che porta a galla una situazione da sempre attenzionata, ieri sera ho depositato un'interrogazione che chiede all’Amministrazione Comunale un dettagliato report.”

“La politica – chiosano gli azzurri – deve prendersi le responsabilità di questa situazione e chiarire immediatamente, soprattutto perché stiamo parlando di minori. La politica dello struzzo che ha caratterizzato la sinistra a Modena deve terminare e chi percepisce centinaia di migliaia di euro di fondi pubblici deve essere cristallino e trasparente. Per il buonismo e l’approssimazione non c’è spazio su questo tema. Il rischio di un danno erariale in caso di mancato rispetto della normativa e di omessa vigilanza sono dietro l’angolo.”

Chiamato in causa il Garante dei Minori

Oltre al lavoro in Provincia e in Comune, Forza Italia si sta muovendo anche a livello regionale. Sempre Platis ha spiegato: "La legge Zampa del 2017 che tutela i msna e che a detta dell'Unione Europea è una delle più avanzate su questo settore, prevede cose molto chiare. Tra queste anche il ruolo dei Garanti per i diritti del'infanzia. Visto che tanti elementi ci fanno temere che i centri di accoglienza per i ragazzi non rispettino i parametri regionali, segnaleremo al Garante regionale la situazione che abbiamo trovato, affinché loro, cui la norma da un compito importante, possano verificare i documenti e procedere di conseguenza".

Nei giorni scorsi anche la Regione Emilia-Romagna è stata chiamata in causa da una serie di interrogazioni della Consigliera Regionale azzurra Valentina Castaldini, che ha snocciolato alcuni numeri: al 31 dicembre 2022 l’Emilia-Romagna accoglieva in SAI (il Sistema accoglienza integrazione) 2.529 ospiti, di questi 528 minori stranieri non accompagnati, mentre a marzo 2023 risultano accolti 1.744 minori pari all’8,9% del dato nazionale.

“Vedere in diverse città, proprio nelle aree più degradate e legate allo spaccio di stupefacenti, stazionare in pianta stabile tanti di questi minori non è accettabile – attacca la consigliera regionale - Vuol dire che la nostra proposta non è adeguata e che la malavita ha vita facile. Ce lo dicono i recenti fatti di cronaca e anche una lettera pubblicata su ModenaToday da parte dei tutori legali della provincia di Modena, che lamentano scarse politiche formative e di integrazione”. Castaldini ha quindi richiesto alla Regione "se e quali protocolli sono stati attivati con il tribunale dei Minori in merito alla promozione della figura dei tutori volontari" e "quali saranno le azioni della Regione per attuare appieno la Legge Zampa che evidenzia come strumento privilegiato l’affido famigliare".

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