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Inaugurazione

R-Nord. Nuova sede per la Medicina dello Sport di Modena e per il Centro Regionale Antidoping

Inaugurata questa mattina in via Rita Levi Montalcini vicino alla Casa della Salute. La sala con attrezzature sportive sarà utilizzata da persone con patologie croniche e per un progetto sperimentale di attività motoria dedicato a chi è affetto da sindrome ‘long-Covid’

Una nuova sede più confortevole e accogliente e una sala con attrezzature sportive dedicata a persone con patologie croniche e, a breve, a un progetto che mira a curare gli effetti post Covid-19 (sindrome ‘long-Covid’) attraverso una specifica attività motoria.

Si trova in via Rita Levi Montalcini, ai civici 60-62 del Comparto R-Nord, a due passi dalla Casa della Salute di Modena e nei pressi della stazione ferroviaria, la nuova sede provinciale della Medicina dello Sport, inaugurata questa mattina alla presenza delle autorità civili, militari e religiose della città e del Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Presenti anche tutti gli operatori della Medicina dello Sport – una ventina di specialisti tra medici, cardiologi, infermieri, dietista, laureate in Scienze motorie, tecnici di laboratorio – che già dal 16 dicembre apriranno le porte al pubblico per le visite programmate.

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Rispetto alla precedente collocazione, che per quasi venticinque anni è stata al piano terra del PalaPanini, la nuova sede della Medicina dello Sport – che integra anche l’attività come Centro regionale antidoping – è più grande e moderna e consente alle persone con patologie croniche, seguite dagli specialisti della Medicina dello Sport, di svolgere attività motoria adattata in loco, con ampia disponibilità di orari e giornate, senza doversi spostare in un’altra palestra in convenzione come accadeva in precedenza.

L’attività contro la sindrome ‘long-Covid’

Proprio la palestra sarà utilizzata per una particolare attività motoria dedicata a persone che dopo l’infezione da Covid-19, sono guarite ma risentono di effetti collaterali quali stanchezza, difficoltà respiratorie e difficoltà nei movimenti, la cosiddetta sindrome ‘long-Covid’. La Medicina dello Sport ha elaborato un protocollo, in collaborazione con UNIMORE e l’associazione sportiva La Fratellanza di Modena, che è stato approvato dalla commissione modenese del Comitato etico dell’area vasta Emilia-Nord e partirà in via sperimentale: i medici di medicina generale invieranno alcuni pazienti selezionati, gli specialisti faranno una valutazione sul tipo di attività motoria più adatta e inizierà un percorso sia nella palestra della Medicina dello Sport sia nel campo di atletica della società La Fratellanza.

La nuova sede

Con una superficie di 500 metri quadrati, la sede di via Rita Levi Montalcini è dislocata al primo piano, con ascensore, superato l’ingresso si entra nella sala d’attesa e si effettua l’accettazione nel bancone a vista. Gli specialisti accolgono le persone nei cinque ambulatori tra cui l’ambulatorio Disabili e sport – dedicato a valutazioni gratuite di persone affette da disabilità permanente certificata che vengono indirizzate verso l’attività motoria più adatta – e l’ambulatorio dedicato agli approfondimenti cardiologici di secondo livello. Completano gli spazi altri uffici tra cui quello riservato alle attività del Centro regionale antidoping che avrà qui la sua sede e di cui il Direttore della Medicina dello Sport, Gustavo Savino, è coordinatore tecnico da diversi anni.

Sempre nello stesso stabile, ma nel civico a fianco, l’accesso alla palestra per attività motoria adattata: una sala con le più moderne attrezzature sportive, spogliatoi e servizi igienici per un totale di circa 300 metri quadrati.

Il costo complessivo dei lavori, iniziati nell’estate del 2020, ammonta a 1.170.000 euro di cui 820 mila euro per la nuova sede della Medicina dello Sport (ristrutturazione completa, impiantistica, messa a norma, etc..) e 350 mila euro per l’area dedicata all’attività motoria adattata. I lavori sono stati eseguiti da CambiaMo Spa, la società di trasformazione urbana alla quale il Comune ha affidato l’incarico di soggetto attuatore del Progetto Periferie per la riqualificazione dell’area nord. I locali sono assegnati in comodato gratuito per 30 anni all’Ausl che ha finanziato l’intervento con un contributo di 800 mila euro.

La palestra sarà utilizzata per i percorsi di attività motoria adattata di persone affette da patologie croniche quali cardiopatici, diabetici, ipertesi o affetti da sclerosi multipla inviati alla Medicina dello Sport dal medico di medicina generale o dallo specialista. Le persone potranno svolgere attività fisica assistite da laureate in Scienze Motorie e specializzate in Scienze e tecniche dell’attività motoria preventiva ed adattata che li seguiranno in un percorso gratuito fino ad 8 settimane, a cui seguirà l’invio nelle palestre che promuovono salute certificate a livello regionale.

Anche le persone con disabilità permanente certificata riceveranno assistenza gratuita e verranno valutate con attività motoria dedicata per poi essere inviati alla società sportiva più adatta.

Sono circa 130 le persone assistite ogni anno dalla Medicina dello Sport per patologie croniche, alle quali si aggiungono 200 persone affette da disabilità.

Attività principale della Medicina dello Sport resta il rilascio delle certificazioni di idoneità agonistica che sfiora circa 11mila certificati all’anno a cui si aggiungono circa tremila valutazioni cardiologiche.

“Questa è una struttura - sottolinea il presidente della Regione Stefano Bonaccini - che collega con un filo comune attività di grandissima importanza, tra cui l’assistenza alle persone con patologie croniche e con disabilità permanente, la sorveglianza medica e i controlli sulla salute degli atleti e la promozione di stili di vita sani. Ma c'è un elemento di novità di fondamentale rilievo: presto, infatti, si attiveranno anche sulla cura della sindrome del Long-Covid, grazie a un progetto sperimentale di attività motoria. Siamo di fronte a un concreto e riuscito esempio di medicina territoriale, capace di avvicinarsi sempre di più ai cittadini, di offrire servizi integrati e di rispondere tempestivamente alle nuove esigenze di cura, salute e assistenza. Un progetto di rete – conclude il presidente – che diverrà punto di riferimento per Modena ma anche per l’Emilia-Romagna, visto che qui trova spazio anche il Centro regionale antidoping, istituito proprio dalla Regione ormai sedici anni fa e che rientra a pieno titolo nella rete delle eccellenze del nostro sistema sanitario”.

“La sanità pubblica – commenta il sindaco Gian Carlo Muzzarelli – si qualifica ulteriormente con un intervento specifico dedicato allo sport, dopo la recente inaugurazione dell’atteso SerDP. Questa nuova struttura per la Medicina dello sport ha anche l’obiettivo di offrire nuove opportunità per la riabilitazione post Covid, oltre a essere Centro regionale antidoping e avere un’attenzione specifica al tema della disabilità. E ci auguriamo che presto possa essere utilizzato anche nell’ambito del corso di laurea magistrale in Scienze motorie preventive e adattate che Unimore ha già proposto al Ministero: la nostra facoltà di Medicina collaborerà con il corso di laurea in Scienze motorie di Verona. Con la nuova Medicina dello sport, inoltre, si aggiunge un nuovo tassello alla riqualificazione dell’R-Nord nell’ambito del più generale programma di rigenerazione urbanistica e sociale del quartiere sviluppata con il Progetto Periferie”.

“La realizzazione di questi nuovi spazi – sottolinea Antonio Brambilla, Direttore Generale dell’Azienda USL di Modena – rappresenta la sublimazione di un percorso di collaborazione che da anni l’Azienda USL di Modena e l’Amministrazione comunale di Modena portano avanti per dotare la città di servizi sempre più moderni ed efficienti. La vicinanza con la Casa della Salute “G.P. Vecchi”, inaugurata poco più di un anno fa, consente la creazione di un polo della salute che guarda alla prevenzione e alla promozione di sani stili di vita, oltre che alla diagnosi e cura, in particolare delle patologie croniche. Territorialità, servizi più vicini ai cittadini e rispondenti ai bisogni crescenti di una società in evoluzione: il futuro della sanità pubblica dovrà innestarsi su queste direttrici, per continuare a rappresentare quel punto di riferimento solido che i cittadini hanno sempre riconosciuto. Ringrazio il Comune di Modena e la società CambiaMo per la sinergia vincente che ha permesso di rigenerare i locali trasformandoli nella nuova casa della Medicina dello Sport, sede tra l’altro del Centro Regionale Antidoping”.

“È con immenso piacere che oggi inauguriamo la nuova sede del Servizio di Medicina dello Sport dell’Ausl di Modena in un contesto urbano, contrariamente alla tradizione del servizio e fisicamente molto vicino alla Casa della Salute di Modena – sottolinea il Direttore del Distretto sanitario di Modena Andrea Spanò – da anni la Medicina dello Sport non si occupa soltanto di certificare l'idoneità agonistica per gli atleti, attività importantissima ma non più esclusiva ma, altresì, propone, con la sua equipe multidisciplinare, una serie di azioni orientate alla promozione dell'attività motoria anche e soprattutto nel contesto della cura delle patologie croniche o acute-stabilizzate. Con locali dedicati al Centro Regionale Antidoping si potrà inoltre apportare un’ulteriore forza al fondamentale coordinamento regionale alle attività volte al contrasto al doping ed all'abuso di farmaci nello sport a qualsiasi livello”.

“La nuova sede della Medicina dello Sport segna un nuovo inizio: ci avviciniamo alla Casa della Salute non solo fisicamente ma anche concettualmente, potrebbe essere l’inizio di una  collaborazione intesa come integrazione di servizi che prevedano sempre di più l’attività motoria nei loro percorsi – dichiara il Direttore della Medicina dello Sport Gustavo Savino - vorrei che la Medicina dello sport diventasse un veicolo di promozione della salute attraverso il movimento e questo può avvenire se l’attività motoria viene inserita nei percorsi di cura e diagnosi. Patologie come il diabete o la sclerosi multipla o il Parkinson dovrebbero prevedere nel percorso di assistenza l’attività motoria: è una garanzia di buona salute per chiunque e può migliorare lo stato di salute anche di persone affette da patologie”.

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